RUOLO E STILI DEL CONDUTTORE DI GRUPPI DI FORMAZIONE (Guido Contessa)

  1. Per RUOLO intendiamo risultante dalle aspettative del Soggetto detentore e del Campo in cui agisce (il Campo può essere anche definito come insieme di ruoli): RUOLO è ciò che un Operatore fa e "deve" fare (ci si aspetta che faccia), tenendo conto, oltre che dei suoi desideri, del suo ente di appartenenza, del committente, del cliente e dell’utente.
  2. Per STILE intendiamo i modi, le sfumature, le oscillazioni discrezionali e personali che il Soggetto usa nell’agire il RUOLO.
  3. Il RUOLO è in gran parte etereo e pre codificato; lo STILE è un fattore più espressivo e individuale.
  4. La conduzione di Gruppi di Formazione è la funzione principe dell’azione formativa, particolarmente nell’area delle skills.

Il CONDUTTORE DI GRUPPI DI FORMAZIONE ha il ruolo di avviare, stimolare, sviluppare e consolidare l’apprendimento – cambiamento. Egli agisce in modo indiretto sul cambiamento dell’utente, in modo da farglielo decidere e pilotare.

Possiamo dire che il centro del lavoro del FORMATORE (e il conduttore è il formatore principe) è nella movimentazione, nella messa in moto, nel viaggio, nella mobilitazione, nello spostamento. Il cambiamento che il formatore stimola è un movimento. Il verbo latino che meglio esprime questo nucleo concettuale è "ducere" (tirare, portare, guidare). La costellazione semantica che ha al centro questo verbo, raggruppa tutte le sfumature del ruolo del FORMATORE – CONDUTTORE.

 

Quello del conduttore è un ruolo di seduzione, conduzione, induzione, abduzione, traduzione, deduzione, produzione.

La funzione di "seduzione" (sed – ducere) è quella del tirare in disparte, separare, deviare dal "retto" (diritto) cammino. Il conduttore porta l’utente al di fuori della sua realtà quotidiana, lo accompagna nella discesa agli Inferi e nella risalita alle stelle, lo separa dalla normalità per avviarlo verso il ritrovamento della sua unica ed originale specialità. Imparare – cambiare significa, infatti, differenziarsi, uscire dal quotidiano e inoltrarsi nel deserto per trovare ad attualizzare il potenziale.

La funzione di "conduzione" non è quella della direzione, come spesso viene equivocato, ma quella del significato latino originale, di riunire e collegare. L’angoscia della separazione e della deviazione cui trascina la seduzione, è attenuata con la appartenenza al gruppo di coloro che viaggiano sulla stessa strada. Non è un viaggio solitario, ma rassicurato dal conduttore e dal gruppo dei compagni di viaggio: anche per questo la Formazione è una pratica di gruppo.

L’induzione ha il significato di introdurre, ma anche di suscitare e di eccitare. Il conduttore introduce l’utente nel mondo inesplorato dei possibili, suscitando la curiosità per l’ignoto e l’eccitazione sabbatica per qualcosa che può nascere. Indurre non è riempire da fuori, bensì inserire, incuriosire, attirare.

L’abduzione indica uno spostamento, ma nella direzione originale latina la parola aveva anche il senso di distaccare, allontanare, distogliere, fino al ciceroniano "inimicare". Il che fa pensare al prezzo che spesso pagano gli utenti che, con la formazione, si separano dal gregge del loro ambiente ordinario.

La "traduzione" è la funzione di far passare oltre, trasportare aldilà, condurre avanti. Anche qui abbiamo una funzione di movimento, oltre i limiti e le difese, aldilà della paura e dell’abitudine, verso il futuro da costruire piuttosto che verso il destino da subire.

La funzione "deduttiva" è quella del togliere, del varare come sottrarre alla terra, del far partire. Il conduttore è l’avviatore, l’addetto al varo della nave della crescita e dello sviluppo; una barca la cui meta è incerta ed il cui viaggio è misterioso.

Infine il "produrre" (pro – ducere) indica il portare avanti, ma anche il presentare, l’esporre, il far apparire e l’accrescere. La produttività non è solo la costruzione economica di oggetti, è anche la nascita, la messa al mondo, la ostentazione di ciò che è al buio. Dall’ombra delle quinte alla luce della ribalta è il passaggio che il conduttore facilita nell’utente.

Il problema è quando attivare via ciascuna delle diverse facce del ruolo. Il conduttore al primo stadio solitamente agisce in base a costrutti teorici e cognitivi. Il conduttore al secondo stadio agisce in base alle proprie sensazioni ed emozioni. Il conduttore al terzo stadio (cioè maturo) agisce i diversi aspetti del ruolo in base al processo del gruppo, che egli legge in chiave cognitiva ed emotiva, ma limitandosi a seguirlo.

Tutte queste funzioni di ruolo, che sintetizzano il fare concreto del conduttore, sono ovviamente interpretate dai diversi stili personali di ciascuno.

Ci sono conduttori che ricorrono spesso all’umorismo, all’ironia o alla provocazione. Altri che insistono molto sul rapporto di empatia e cordialità con gli utenti. Altri che lavorano soprattutto sull’energia e l’attivismo. Altri ancora sui sogni e sulla fantasia. Molti lavorano ponendosi come esempio. La maggioranza combina due o più di questi atteggiamenti. Ironia, empatia, energia, fantasia o esempio sono cinque fra i più diffusi stili di conduzione. L’uso di stili intellettualistici, autoritari o meramente proiettivi sono esclusi dall’elenco in quanto da considerarsi, nell’attività di formazione psicologica, come sistemi di difesa dall’ansia dell’operatore.