La nuova formazione demenziale di Ektor Georgiakis

Si è diffusa in Occidente un tipo di formazione che si basa su principi privi di alcun fondamento scientifico. La domanda che vogliamo porci è: come mai è diventato possibile?

La riflessione nasce da un episodio di cronaca della calda estate 2010. Sette o otto venditori vengono ricoverati con serie ustioni, dopo avere fatto una corsa sui carboni ardenti durante un sedicente "corso di formazione".

La corsa sui carboni ardenti è una variante estrema del "ponte tibetano", delle prove di rafting o di arrampicata, dei corsi di sopravvivenza e di tutte le pratiche formative basate sul concetto di isomorfismo fra la vita lavorativa e la crudeltà del primitivismo naturalistico. L'idea di fondo è che le prove fisicamente difficili rafforzano sia l'Io che lo spirito di squadra. Un'idea vecchia già applicata dai boy scouts, nei famosi esercizi del "sabato fascista" (il cui culmine era il salto nel cerchio di fuoco), nell'addestramento dei marines (ricordate R.Gere nel film "Ufficiale e gentiluomo"), nel culto del corpo della gioventù hitleriana e della gioventù comunista.

La banalità di questa ideologia è testimoniata dai fallimenti continui di squadre sportive sottoposte a torture chiamate allenamenti. Se questa idea avesse qualche fondamento i pompieri, i soldati, i minatori sarebbero fulgidi esempi di personalità equilibrate e formerebbero squadre di lavoro sempre impeccabili. Il che è contro ogni verifica di realtà.

Questa formazione demenziale ha anche un'altra grande pecca di fondo. La sostanza della formazione è il cambiamento di atteggiamenti e comportamenti, e questo cambiamento si può fondare solo sulla scelta libera e consapevole. Se bastasse spingere gli esseri umani per farli cambiare, non ci sarebbe alcun bisogno della formazione perchè il comando sarebbe sufficiente. I fallimenti del nazismo e dello stalinismo, dell'Inquisizione e delle torture ai martiri cristiani, le persecuzioni ai liberi pensatori, sono la prova storica che la forza ed il comando non cambiano nè gli atteggiamenti nè i comportamenti.

L'idea che un individuo possa essere obbligato a partecipare ad un corso di formazione, poi senza alcuna scelta convinta, possa essere spinto a buttarsi nel fuoco o a camminare sui carboni ardenti o a percorrere il ponte tibetano, è un'idea lontanissima dalla formazione.

Ci sono state, negli anni settanta (sia in Italia che negli Usa), gruppi di formazione gestiti seriamente e chiamati "frustration groups". L'idea era che un'esperienza frustrante potesse rafforzare i soggetti. Il risultato fu che questi gruppi producevano solo aggressività e delusione. Perciò furono velocemente abbandonati.

Infine, la sostanza della formazione, a partire da un consenso informato ed attivo, non è solo un'esperienza. L'esperienza non è mai stata di per sè la base di un apprendimento. Sbagliando....si impara solo a sbagliare. Se non fosse così non potremmo spiegare perchè gli Stati continuano a fare guerre, molti individui hanno relazioni con gli stessi partners sbagliati, le dipendenza sono così diffuse. Ogni esperienza può diventare fonte di apprendimento solo se accompagnata e seguita da riflessioni specifiche, feed backs competenti, analisi condivise con un professionista che si chiama maestro, educatore o formatore.

Concludiamo con la domanda iniziale: come mai questa formazione demenziale si è tanto diffusa? L'ipotesi più plausibile è che essa sia il culmine di quella strisciante formazione apparente che dagli Anni Novanta ammorba L'Italia e l'Europa. L'imprenditore finanzia una formazione finta accontentandosi di dimostrare "quanto sono illuminato". Il partecipante aderisce ad una formazione finta, perchè "è sempre meglio che lavorare". Il formatore, o sedicente tale, produce una formazione finta perchè "basta che mi paghino".