Nuovi formatori incompetenti Chi dice che gli insegnanti dovrebbero "imparare a insegnare" perché non basta la loro conoscenza della materia? (Guido Contessa, 1999) |
E' ormai consolidata, anche fra gli insegnanti, la convinzione circa l'insufficiente preparazione al lavoro docente. Per anni tutti hanno segnalato l'improponibilità dell'equazione sapere = sapere insegnare. Riconoscendo che il lavoro dell'insegnamento è soprattutto fatto di comunicazione, relazione, empatìa, partecipazione, si è creata la convinzione che insegnare sia una professione che richiede competenze specifiche, diverse anche se integrate rispetto alla conoscenza della materia insegnata. Saper parlare in modo da essere ascoltati e compresi, saper osservare e ascoltare gli allievi, saper lavorare in gruppo coi colleghi, saper analizzare e valutare, avere autorevolezza di ruolo, non sono competenze accessorie, ma il 30% della professione docente. Il restante 30% è il possesso di tecniche didattiche, cioè facilitanti l'apprendimento. La conoscenza della materia non supera il 30%, dal momento che ormai il docente non è più la sola fonte del sapere ma una delle infinite fonti possibili. E il 10% che rimane? Alcuni la chiamano arte, magìa, cuore, motivazione, passione, missione, e riguarda il timbro più strettamente personale che ognuno mette nel lavoro che fa. Lo straordinario di questa opinione non è che ci abbia messo
100 anni ad affermarsi, malgrado la sua evidenza in molti campi.
Nessuno infatti si farebbe operare da un medico in possesso dei
soli 5 anni di frequenza universitaria; nessuno farebbe riparare
l'auto da un ingegnere meccanico appena uscito dal Politecnico.
In molte professioni è da sempre chiaro che conoscere una
disciplina in teoria non è sufficiente per metterla in pratica,
né tantomeno per insegnarla. Neppure la sola esperienza è
considerata sufficiente. Ogni madre ha un'esperienza di parto, ma
questo non la abilita né a fare la levatrice, né tantomeno
a insegnare ai futuri ginecologi. Non basta saper guidare un'auto
per fare l'istruttore di guida. Una società tanto indifferente alle competenze ed alle qualifiche, non può chiedere ai soli insegnanti una preparazione diversa da quella già ottenuta nella disciplina di insegnamento! La situazione è particolarmente comica oggi, nell'area delle
nuove tecnologie. Il web è in stato di perenne instabilità,
con siti miliardari che falliscono e successi veloci come la luce:
il che testimonia di una tuttora perdurante fase esplorativa e sperimentale
del settore. Ciononostante è un pullulare di persone che
spiegano "come si fa un sito", "le dieci regole da
seguire per attirare i navigatori", "il sistema infallibile
per l'e-commerce". Questi imbonitori si comportano come quelli
che vendono il sistema infallibile per vincere al lotto, alla roulette
o al totocalcio. Non si vergognano, e lo strano è che nessuno
pone loro la domanda decisiva, della evidenza che se conoscessero
davvero questa "sistema magico" potrebbero permettersi
di smettere di venderlo. Poi ci sono i supertecnologici, che non parlano nemmeno inglese o americano, parlano siliconese (gergo inventato nella Silicon Valley dai 100 amici d'infanzia di Bill Gates), indifferenti ad una platea che ha già difficoltà con l'italiano. Evidentemente, l'ipotesi che qualcuno capisca qualcosa, terrorizza i formatori supertecnologici perché fa intravvedere un apprendimento emancipatorio del discente e dunque un ritorno del docente ad un improbabile lavoro vero. Ci sono i formatori "riflessivi". Ad una recente demo di un nuovo prodotto di sicuro successo, metà platea dormiva durante le lunghe pause retoriche dello speaker. Non mancano i "formatori" superveloci: come vedete, è facilissimo, dicono! Dopo avere passato mesi a imparare a loro volta un certo programma, cercano di insegnarvelo in una mattinata, però aggiungendovi anche: la storia delle 8 versioni del software in oggetto, le radiose prospettive della casa produttrice, ed altri 3 o 4 "piccoli programmini" integrativi (senza i quali niente funziona, naturalmente). Proliferano ovunque i formatori "generosi", la cui bandiera è la parola gratis, o meglio "free". Il corso è gratuito, se comprate il programma da 8 milioni. Il programma è free, se comprate il manuale d'istallazione che costa 3 milioni. Vi diamo gratis il software, il manuale ed anche l'assistenza! Per avere il tutto dovete solamente: compilare un formulario che sembra un'anamnesi - dall'infanzia ad oggi, passando per ogni episodio intimo -, scaricare da Ottawa uno zippato da 126 MB (12 ore di connessioni varie, che cadono e ricadono), leggere il manuale di 400 pagine per ora scritto in urdu (il geniale programmatore era indiano), mettere in conto almeno 8 ore di riparazioni, integrazioni, sistemazioni del Vostro PC. D'accordo sarà faticoso ma vi facciamo risparmiare le 113.000 lire del costo di mercato (quale mercato?) del software ! Il formatore informatico sarebbe definito da ogni psicologo un "maniaco-depressico" , perché passa nel giro di pochi minuti dal "ma è facilissimo .non c'è problema", al "non c'è niente da fare ..bisogna azzerare tutto il lavoro fatto, il disco rigido, e forse la tua agenda". La frase "quello che chiedi non si può fare ." viene sempre detta dopo il versamento di un anticipo o una caparra; prima del versamento, la frase tipica è "non c'è niente che non facciamo per i nostri clienti". Infine, ci sono quelli che ti fanno un sito di mille pagine e ti insegnano ad usare Linux (non chiedetemi cos'è, ma ogni formatore lo cita) per 300.000 lire, poi quando gli chiedi "come cambiare il colore di una cella" ti chiedono una riunione preliminare per "discutere fra le rispettive èquipe i suoi problemi di riprogettazione". Insomma, cosa trasforma un pessimo comunicatore, un modesto operatore informatico e un confuso operatore commerciale, in "formatore nell'area dell'IT" ? Al confronto di questi rampanti formatori della new-economy i vecchi docenti di scuola, "impreparati" a insegnare, sembrano pozzi di competenza !
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