La prima osservazione riguarda la retribuzione di 420 euro mensili.
Una paga da fame che impedisce agli assunti di pagare solo l'affito
della casa che lasciano per la durata del contratto.
La seconda osservazione riguarda "l'orario di lavoro full
time". Che significa essere in servizio per 24 ore al giorno
senza diritto ad alcun riposo quotidiano e settimanale. Qui
non solo la UE è responsabile, ma anche i sindacati che da
sempre taciono sulla schiavitù di lavoratori diversi dai
metalmeccanici o dagli statali.
La terza osservazione è che un bando per 400 animatori prevede
una sola figura di animatore. Quel capo-animazione
che in realtà è un quadro intermedio con funzioni
di coordinamento. Un capo intermedio dovrebbe avere una retribuzione
maggiore ma nel bando non se ne parla.
La quarta osservazione riguarda l'assenza di qualifiche: per
tutti basta la scuola dell'obbligo. Si citano "preferenziali
attestati relativi al ruolo", ma che, in quanto preferenziali,
non sono obbligatori. Anche qui il sindacato tace. Questo significa
che i bambini e gli adolescenti sono affidati non a maestri, educatori,
pedagogisti ma a giovani con semplice diploma di scuola media (cioè
a chiunque, visto che la media è dell'obbligo). Significa
anche che coloro che si occupano di sport non devono avere alcun
diploma Isef; che gli istruttori di fitness e yoga possono essersi
preparati leggendo un manuale; che gli istruttori di tennis possono
anche aver imparato all'oratorio; che i bagnini non sono obbligati
ad avere l'apposito patentino.
Questo massacro della professione di animatore non è solo
un attacco ad una corporazione, una cultura, un'occupazione che
potrebbe offrire migliaia di posti di lavoro "seri e continuativi".
E' soprattutto un attentato alla qualità ed alla sicurezza
dei servizi immateriali offerti ai cittadini.