Bambini educati con la storia del crimine (Ektor Georgiakis) |
I primi insegnamenti con cui abbiamo educato i bambini delle elementari
sono la storia del fratricidio di Romolo e Remo e il ratto delle Sabine.
Poi è seguita la mitizzazione di massacratori, serial killers
e ladri. Alessandro detto Magno, forse per la moltitudine di uomini
massacrati dalla Grecia all'India, compresi i suoi macedoni, che ha
trascinato in oltre un decennio di guerre di conquista. Poco dopo,
il grande Giulio Cesare, che ha sterminato un paio di popoli. Di seguito
il cristianissimo e venerato Costantino, che ha accoppato metà
della sua famiglia. Poi un salto fino a Carlo, anche lui Magno, che
ha unificato una specie di protoeuropa, dopo aver accoppato a migliaia
i Longobardi, i Sassoni, i Bavaresi e gli Avari. Tutti questi miti hanno indottrinato i bambini verso "eroi" presentati nelle loro grandi imprese, senza il minimo accenno alla loro discutibile vocazione etica. Le stragi, i massacri, i genocidi e le razzìe venivano presentati come tappe decisive verso la luminosa modernità dell'Occidente. Che l'impero romano fosse fondato sulla schiavitù è detto, ma solo di passaggio. Che l'industrializzazione e il capitalismo poggiassero sulla razzìa di tutte le materie prime del pianeta, la schiavitù degli africani e la colonizzazione viene accennato, ma come settaglio. Niente doveva turbare l'apprendimento del concetto di una storia ocidentale, progressiva e radiosa. Solo occidentale, appunto. C'è un solo cattivo, nella storia prima di Hitler: Attila, che non era occidentale. Nessuno parlava del Medio Oriente, dell'impero Ottomano, della Cina o del Giappone: per essere certi che i pargoli crescessero nel brodo dell'europocentrismo. Lo spazio dedicato ai massacratori, i serial killers e i ladri, di cui si dovevano imparare le importanti date di nascita e morte, è stato talmente ampio che non restava tempo per insegnare l'altra storia, quella della vita vera. Sappiamo tutto sulle battaglie, le guerre, i condottieri e i re, ma non abbiamo la più pallida idea su cosa mangiavamo, come ci vestivamo, come lavoravamo nel passato. Impariamo a memoria i dettagli dell'omicidio di Giulio Cesare, ma non sappiamo nulla dell'organizzazione sociale di Atene, di Roma o della Francia napoleonica. Come si educavano e giocavano i bambini? Come si curavano i malati? La storia delle invenzioni, dell'arte, della musica, dello sport e dell'architettura veniva vagamente raccontata nelle scuole superiori, ma la scuola dell'Obbligo preferiva tenerne i bambini all'oscuro. Per loro solo guerre e rapine, e solo Occidente: forse perchè così si preparavano alla post-modernità. Non possiamo stupirci che molti giovani siano violenti, e che molti anziani siano impauriti e xenofobi: l'hanno imprato a scuola. |