Abbiamo perso il futuro (Eva Zenith)

L'obiettivo Luna fu raggiunto con la missione Apollo 11 nel 1969. Il programma continuò fino all'inizio degli anni '70 per portare avanti l'esplorazione scientifica del suolo lunare. Fino ad oggi, non c'è stata nessun'altra missione umana sulla superficie lunare. La spiegazione più accreditata è che gli Usa sospesero i finanziamenti per le esplorazioni lunari, per affrontare le spese della guerra in Vietnam. La morte al posto del futuro.

Il Piacere non è mai nè passato nè presente, ma sempre e solamente futuro
Giacomo Leopardi, Zibaldone 535


Il tempo è un sentimento

Il futuro non esiste, come non esiste il passato. Il passato è un racconto della memoria, una narrazione inventata oggi, in base a ciò che sentiamo. Ogni episodio del passato può essere raccontato diiversamente, non solo nei dettagli, ma anche nei significati. Una tragedia può essere ricordata come atto di eroismo o come sventura. Analogamente, il futuro è il racconto della speranza o della paura, una narrazione inventata in base a ciò che sentiamo oggi. La stessa persona può narrare oggi di avere un passato o un futuro, diversi da quelli che descrive domani. Perchè i sentimenti che prova oggi possono essere diversi da quelli che prova domani o provava ieri. Nessuna narrazione è falsa: ognuna è diversa.

Il futuro non dipende dal passato, semmai è il contrario

La retorica corrente insiste spesso sul fatto che "chi non ha passato non ha futuro". Ma in verità il futuro non ha quasi nessuna relazione col passato, come dimostra tutta la storia dell'umanità. Il passato non chiede altro che di essere ripetuto. Possiamo anzi dire che è vero il contrario: il passato dipende dal futuro. Perchè il passato è determinato dal nostro stato d'animo di oggi e questo è molto influenzato dalla dose di futuro che sa immaginare. Chi oggi sente di avere un grande futuro vive sentimenti positivi, che gli fanno ricordare/narrare il passato come peggiore. Chi ha paura del futuro sente un'angoscia che gli rende il passato migliore. Il passato può essere nostalgia o rimpianto; il futuro può essere promessa o minaccia: tutto dipende da come ci sentiamo oggi.

Chi non ha libertà non ha futuro: le radici non c'entrano

Il sentimento del futuro dipende quasi soltanto dal grado di libertà goduto o percepito oggi. La libertà è la possibilità di rendere il futuro diverso dal presente, per se stessi o per il mondo. Il futuro cessa di essere tale se è mera replicazione del presente. Non è un caso se il concetto di futuro appare, insieme a quello di sviluppo, con l'Illuminismo, cioè con l'idea della possibilità umana di cambiare il destino. Prima il futuro era solo la morte, l'aldilà, la vita eterna. Le generazioni successive erano condizionate a ripetere esattamente i gesti, i pensieri, il lavoro di quelle precedenti. L'Illuminismo ha posto all'orizzonte umano la possibilità di un futuro individuale e collettivo diverso dal passato o dal presente. E ciò perchè l'Illumismo ha reso possibile la liberazione dalle supersitizioni, dal bisogno materiale, dal dispotismo. Non sono le radici che favoriscono il futuro, ma la libertà. Chi è libero di pensare e di fare, può immaginare un futuro diverso. Chi non lo è, riesce solo a pensare al futuro come copia del presente o del passato.

Ogni Legge uccide un po' di futuro

Ogni legge serve a fermare il futuro. Le legge è una pietrificazione del presente. Nel codificare i comportamenti, i sistemi, le procedure impediamo l'emersione del possibile, della diversità, della novità.Questo giustifica la legge come difesa da comportamenti estremi e distruttivi, ma non giustifica la sua proliferazione onnivora. Nessuna epoca della storia è stata regolata da leggi come l'attuale. Come la suddivisione del pianeta in Stati sovrani ha eliminato ogni frontiera geografica da esplorare, la occupazione pervasiva del panorama sociale e privato da parte della Legge ha eliminato ogni libertà ed ogni futuro. I comportamenti liberi da ogni vincolo sono praticamente inesistenti, quindi nessuno può più razionalmente sperare in una diversità per il futuro.

Prevenzione e futuro

Da almeno mezzo secolo si parla di prevenzione. Da quando Kennedy pronunciò il famoso: "Prevenire è meglio che curare". La prevenzione primaria è fare in modo che i disastri non avvengano. La prevenzione secondaria è contenere i danni dei disastri non evitati. Un Occidente all'altezza delle sue promesse deve evitare crisi come l'attuale, o avere pronto un piano nel caso si verifichi. Invece la crisi avviene e i governi cominciano a pensare alle contromisure. Chi è più potente (v.Fiat o Crysler), o chi strilla di più, viene aiutato. Gli altri possono morire. La stessa cosa succede in Abruzzo. In un Paese di terremoti e smottamenti, non esiste un piano per la ricostruzione: bisogna inventarlo. Si scopre a cose fatte che le tende devono avere i canaletti di scolo dell'acqua. L'Abruzzo ha avuto il favore dei media e sarà aiutato (speriamo). Intanto qua è la ci sono stati smottamenti e alluvioni che hanno lasciato per strada solo decine invece che migliaiai di cittadini, e questi devono arrangiarsi. Altri terremotati stanno nei containers da anni, ma siccome non fanno notizia, devono arrangiarsi. Non esiste una legge che prevede aiuti per tutti coloro che, per cause naturali, perdono la casa.

La prevenzione è un modo di intervenire sul destino. Dipende dalla nostra capacità di dirigere il futuro in una direzione positiva. Purtroppo, avendo perso il futuro, non possiamo permetterci la prevenzione.