Intervento sulla questione: LA SECONDA OCCASIONE

il primo giorno di scuola
Ieri per mio figlio è stato il primo giorno di scuola. Ieri per me è stata una occasione per ripensare a come l'Istituzione possa entrare dentro le nostre anime e possa chiudere ogni spazio e possibilità di essere se' stessi in nome dell'omologazione e dell'adattamento a regole e norme pre costituite.
Anche per questo ho scelto di partecipare ad un'esperienza di scuola "familiare" (Don Milani docet) dove il grado di istituzionalizzazione tende a 0, le forme e i tempi dell'apprendimento sono scanditi dall'interazione del gruppo-classe e non dalle circolari e dai programmi ministeriali.
Forse per questo, ieri mattina, ho pensato al coraggio come forma che ciascuno di noi ha per esprimere la libertà. Coraggio di sospendere le paure razionali per un percorso che non ha alcun riconoscimento pubblico, coraggio di scommettere sulle capacità di mio figlio aldilà di quanto io lo conosca già, coraggio di "stare fuori" dall'offerta di istruzione che questo Stato offre.

Ieri, di nuovo, è stato il mio primo giorno di scuola!

 


Intervento sulla questione: il primo giorno di scuola

Richiesta di informazioni
Caro Aerre, non mi è ben chiaro il funzionamento di una scuola "famiglia" e vorrei saperne di più dal momento che anche mia figlia l'anno prossimo inizierà la scuola elementare. Io ho un buon ricordo della mia scuola elementare, mi ricordo che eravamo una classe numerosa perchè in quegli anni il paese in cui abitavo aveva assorbito un numero elevato di nuovi cittdini (periferia di Milano), sono iniziate lì tante amicizie ancora vive, mi piaceva anche la confusione che trovavo a scuola, questo ci permetteva di vivere momenti tutti nostri (l'unica maestra non teneva ogni cosa sotto controllo). D'altra parte mi rendo conto che un ambiente più protetto aiuta a svolgere un insegnamento mirato e approfondito. Mi piacerebbe anche sapere cosa implica il non riconoscimebnto pubblico della frequenza alla scuola "famiglia".
Grazie
Moreschi

 


Intervento sulla questione: Richiesta di informazioni

scuola famiglia
L'esperienza dell'istruzione familiare riprende l'idea dei precettori e di Don Milani.
Alcuni genitori (nel mio caso 5) si sono accordati per fruire dei servizi dell'Associazione di Pedagogia Steineriana (se vuoi saperne di più cerca il loro sito)e pagano una maestra che accompagnerà i nostri figli per i cinque anni delle elementari. I bimbi e le bimbe alla fine del ciclo sosterranno un esame presso una scuola pubblica per accedere alle scuole medie oppure potranno scegliere di proseguire l'esperienza all'interno della scuola (che ad oggi prosegue fino alle medie). I costi sono a nostro carico e in parte anche il sostentamento della struttura. Ma a parte i dettagli la mia scelta nasce da alcune convinzioni profonde. Queste sono alcune:
- l'obsolescenza della scuola pubblica e la burocratizzazione del ruolo insegnante
- la ricerca di un ambiente che favorisca l'apprendimento nel rispetto dei tempi e delle modalità di ciascun bimbo/a
- la volontà di offrire a mio figlio un apprendimento non solo cognitivo, ma anche emotivo e pratico: in questo senso il metodo steineriano prevede non solo l'apprendimento di "lettura, scrittura e far di conto" ma anche la sperimentazione di attività manuali, corporee, creativo espressive.
Se ritieni opportuno per ulteriori info contattami direttamente e-mail albertoraviola@libero.it

 


Intervento sulla questione: il primo giorno di scuola

Bravo, bene, bis!
Apprezzo il coraggio, ma preferisco intenderlo come dovere: dovere di difesa del minore contro la protervia e l'indottrinamento dello Stato. Un bambino infilato nel tunnel della "Fornace dell'Obbligo" perde ogni anno il 10% di creatività, autonomia, libertà e dignità. La Scuola Statale continua proterva a sfornare soldatini e operai ubbidienti, senza nemmeno essersi accorta che così non è solo "fascista" ma anche fuori del tempo.

 


Intervento sulla questione: il primo giorno di scuola

Rivoluzione


Spesso mi è capitato di pensare che il sistema è talmente oppressivo e vincolante da rendere difficile un gesto di dissenso e di ribellione. La rivoluzione intesa come sommossa drastica e cruenta è un passo difficile mi è a volte sembrata l'unica soluzione, purtroppo quasi impraticabile. Sembriamo condannati all'omologazione e a forme di schiavitù sempre più raffinate, ma anche sempre più opprimenti.
Fa piacere vedere che non è così. Il coraggio e insieme il protagonismo espressi dal tuo gesto sono una consolazione!

 
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