Il concetto di meta-comunicazione è noto solo a noi?
Forse più psicologia nella vita pubblica sarebbe utile
(Wildwest)

I nostri politici sono all'oscuro del concetto di "meta-comunicazione", che Watzlawick ha messo a disposizione di tutti gli psicologi. Il concetto indica che ogni comunicazione esplicita ne contiene un'altra, implicita.

Berlusconi ha sposato la bandiera dell'ottimismo, e del "continuate a spendere come sempre". Senza rendersi conto che questa parola d'ordine contiene un insulto per coloro (e sono milioni) che sono precari, cassaintegrati, disoccupati, senza casa, immigrati, espulsi dal mercato del lavoro. Questi non hanno nulla da risparmiare e investire, non spendono non perchè sono pessimisti, ma perchè non hanno più abbastanza soldi. A questo grande gruppo di disperati si aggiunge oggi anche il gruppone di professionisti, imprenditori e commerciamti che spendono meno, non perchè pessimisti e disfattisti, ma perchè hanno l'agenda 2009 desolatamente vuota di prospettive di lavoro. Dire di essere ottimisti e spendere come sempre a gente che ha la prospettiva ravvicinata del fallimento o della chiusura dell'attività, appare come una presa in giro. I benestanti (cioè circa 10 milioni di persone, il 20% della popolazione) non hanno bisogno degli inviti di Berlusconi per continuare a fare spese di lusso. E sono costoro che affolano i servizi televisivi sui viaggi all'estero, i consumi di lusso, i pomeriggi di shopping. I mass media non conoscono il concetto di meta-comunicazione e ubbidiscono supinamente alle parole d'ordine del regime: senza rendersi conto di alimentare la rabbia, la frustrazione, l'invidia, dei 50 milioni di italiani che hanno sorpassato o stanno avvicinandosi alla soglia di povertà.

Veltroni, messo di fronte alla drammatica situazione campana, non ha reagito prendendo a "calci" figuri come Bassolino e Jervolino che stanno per consegnare la loro Regione al centro destra per i prossimi vent'anni. Ha invece fatto un proclama contro i "capibastone" che non devono più far parte del PD. Nessuno psicologo ha fatto presente a Veltroni che questa affermazione consolida il sospetto di chi da anni afferma che il PD e i partiti che l'hanno generato si fondano su un sistema mafioso. Affermare che non vogliamo più qualcosa, significa ammettere che finora l'abbiamo accettata. La cosa è ancora più grave in quanto il proclama veltroniano non è stato seguito da alcun comportamento epurativo. Il che rafforza l'equazione PD=congrega di capibastone, suggerita dallo stesso leader.

L'entusiasmo per Obama in quanto primo Presidente "di colore", contiene una meta-comunicazione vergognosa di cui nessuno sembra essersi accorto. Da sempre ci sono persone "di colore" che diventano capi di Stato in tutto il mondo, ma è la prima volta che si fa tanto rumore per il colore della pelle di un Presidente. Lula è bianchissmo in un Brasile di mulatti. Gandhi era bianco in un Paese molto colorato. L'ONU non ha un capo "bianco" dal 1981: dopo Kurt Waldheim abbiamo avuto Javier Pérez de Cuéllar (un peruviano color nocciola), Boutros-Ghali (un egiziano color caffelatte), Kofi Annan (nigeriano e nerissimo) e infine Ban Ki-moon (coreano piuttosto giallo). Tutta l'enfasi sul colore di Obama meta-comunica chiaramente che gli Usa e l'impero d'Occidente in genere sono radicalmente razzisti. Stupirsi per la negritudine di Obama significa ammettere quello che nessuno dice esplicitamente, cioè che gli Usa sono un Paese a maggioranza tradizionalmente razzista, ma che sono un passo avanti all'Europa dove l'unico colore all'orizzonte resta il bianchissimo.