Il Servizio Civile sembra un'ottima idea. Tuttavia il modo con cui
è gestito ne fa uno dei chiodi con cui è stato crocifisso
il Welfare State in Europa. Le conseguenze che ha prodotto sono: la
diminuzione del lavoro sociale professionale; l'incremento del lavoro
nero e precario; la dequalificazione dei servizi di Welfare.
1. Lavoratori non qualificati che occupano il posto di professionisti
Il servizio civile per sua natura consiste nella sostituzione di lavoratori
professionisti qualificati con lavoratori dilettanti non qualificati.
Il primo risultato ottenuto da questa fattore è stata la distruzione
del mercato professionale delle professioni sociali.
2. Non volontariato, ma retribuzione inferiore a quella professionale
Malgrado l'apparenza, quelli che entrano nel Servizio Civile non sono
affatto volontari. Prendono un compenso vicino a quello di migliaia
di lavoratori in nero, anche se inferiore a quello di operatori professionali.
Vista questa differenza, sono stati bruciati migliaia di posti di
lavoro regolari.
3. Intermediazione di enti, che partecipano ad appalti pubblici
di ogni genere, godono di finanziamenti da diverse fonti, operano
anche nell'area privata
Il Servizio Civile è sottoposto all'intermediazione di Enti
accreditati, privati o pubblici. L'effetto di questa impostazione
è che le procedure di accreditamento sono sottoposte al rischio
di corruzione, voto di scambio, nepotismo. Il secondo effetto è
che gli enti accreditati sono esonerati dall'assumere operatori professionali.
Il terzo effetto è che gli operatori del Servizio Civile, una
volta entrati nell'ente accreditato, vengono impiegati anche per progetti
e servizi finanziati dal mercato. I lavori precari e in nero del Srvizio
Civile non sono dunque attivi nei soli circuiti del Servizio Civile,
ma dilagano in tutti i progetti e servizi di Welfare.
4. Politiche locali del Welfare a costi e qualità ridotti
La conseguenza più macroscopica del Servizio Civile
è quella di avere realizzato politiche locali del Welfare a
costi ridotti e di qualità molto modesta.
NOTA 1 |
1. AL VOLONTARIO SPETTANO IL VITTO E L`ALLOGGIO?
Se previsto dal progetto di Servizio civile in Italia il vitto
e l'alloggio è a carico dell'Ente. Per attività
all'estero il rimborso del vitto e alloggio è corrisposto
dall`UNSC all'Ente di Servizio civile.
.....
3.QUALE TRATTAMENTO ECONOMICO SPETTA AI VOLONTARI IN ITALIA
Ai volontari spetta un compenso di € 14,46 netti giornalieri,
per un totale € 433,80 netti mensili.
Il pagamento avviene in modo forfettario per complessivi trenta
giorni al mese per i dodici mesi di durata del progetto, a partire
dalla data di inizio.
I compensi ai fini del trattamento fiscale, sono assimilati ai
redditi da lavoro dipendente di cui all'art. 13 del DPR 22/12/1986,
n. 917 e successive modifiche (compenso da collaborazioni coordinate
e continuative). L'UNSC non applica imposte sul compenso qualora
non venga raggiunta la quota annua di imponibilità.
4.QUALE E' IL TRATTAMENTO ECONOMICO PREVISTO PER I VOLONTARI IMPEGNATI
IN PROGETTI DI SERVIZIO CIVILE ALL'ESTERO?
Per i volontari impegnati in progetti all'estero,
in aggiunta al compenso mensile di €433,80 netti, sono
previsti:
- una indennità estero di €15 giornalieri corrisposta
agli interessati per tutto il periodo di effettiva permanenza
all'estero;
- un contributo per il vitto e l'alloggio di €20 giornalieri
per tutto il periodo di effettiva permanenza all'estero corrisposto
dall'UNSC all'Ente di Servizio Civile.
Limitatamente ai progetti all'estero, presentati da Amministrazioni
dello Stato e che non prevedano i servizi di vitto e alloggio,
i volontari riceveranno direttamente dall'UNSC il contributo di
cui sopra.
Sarà corrisposto agli enti un contributo per le spese di
gestione, comprensive di quelle sostenute per le vaccinazioni
obbligatorie dei volontari in servizio civile all'estero e alle
spese necessarie per i visti e le eventuali tasse d'ingresso,
per un importo pari al 15% della somma delle indennità
per l'estero versate ai volontari e del contributo per vitto e
alloggio effettivamente erogato.
5.QUALI SPESE DI TRASPORTO SONO RIMBORSABILI?
Ai volontari impegnati in progetti di servizio civile in Italia
e residenti in un comune diverso da quello di realizzazione del
progetto spetta il rimborso delle spese del viaggio di andata
e ritorno dal luogo di residenza alla sede di Servizio. E`
consentito l`uso di qualsiasi mezzo di trasporto pubblico in classe
economica (aereo, treno, pullman,traghetti) purché risulti
il mezzo più economico.
Si precisa che per viaggio di andata deve intendersi il tragitto
che consente al volontario di iniziare l`attività di servizio
civile per la prima volta e per viaggio di ritorno deve intendersi
quello coincidente con la fine del servizio civile per tornare
definitivamente a casa.
Le spese di viaggio sono rimborsate al volontario direttamente
dall`UNSC previa presentazione del relativo titolo di viaggio,
oppure anticipate dall`Ente che realizza il progetto e rimborsate
dall`UNSC. Per i volontari impegnati in progetti di servizio civile
all`estero è previsto il rimborso delle spese del viaggio
di andata e ritorno dall`Italia al Paese estero di realizzazione
del progetto (ed un eventuale rientro, se previsto dal progetto
approvato dall`UNSC) Ogni altra eventuale spesa per la realizzazione
del progetto è a carico dell`Ente.
6.IL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE È
UN RAPPORTO DI LAVORO?
L`attività svolta nell`ambito dei progetti di servizio
civile non determina l`instaurazione di un rapporto di lavoro
e non comporta la sospensione e la cancellazione dalle liste di
collocamento o dalle liste di mobilità. |
NOTA 2 |
Servizio civile nazionale
La prima fase è iniziata il 20 Dicembre 2001, con l'impiego
di 180 donne e 1 uomo, impegnati in progetti di Servizio Civile
Nazionale "volontario" presentati da 4 enti di Terzo
Settore e 1 Comune.
In un crescendo inaspettato ed incontenibile nel 2002 il numero
di progetti attivati è salito a 811 con 7.865 volontari
avviati in servizio.
Nel 2003 si è passati a 2.023 progetti con una partecipazione
di 22.743 giovani.
Nel 2004 l'impiego è stato di 32.211 volontari per 2.970
progetti.
Nel 2005 il numero di volontari avviati al servizio sale a 45.175
per 3.451 progetti.
Nel 2006 cresce il consenso dei giovani, 181 ragazzi del 2001
raggiungono il picco di 45.890
Nel 2007 vengono avviati in servizio 43.416 volontari, 2.474
in meno rispetto all'anno precedente
Nel 2008, vengono presentati 7.551 progetti, approvati 6.557,
finanziati 2.447 per complessivi 34.104 posti, ma i volontari
avviati sono 27.011 di cui 448 all'estero.
Nel 2009 vengono presentati 7.570 progetti di cui 3.201 da enti
iscritti all'Albo nazionale e 4.369 da enti iscritti agli Albi
regionali. Gli enti accreditati risultano 3.799, le sedi accreditate
71.728. I volontari richiesti sono 99.925 di cui 57.116 per
progetti nazionali e 42.809 per progetti regionali. Vengono
messi a bando 27.614 posti di volontario da impiegare in progetti
in Italia e all'estero cui sono destinati 602 posti.
Nel 2010 sono stati avviati in servizio 14.144 volontari di
cui 14.053 in Italia e 91 all'estero; gli enti accreditati nell'albo
nazionale, negli albi regionali e delle Province autonome sono
3.584
Dal 2001 al 2010 sono stati avviati all'estero
3.367 volontari.
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Nota 3 - Esempi di Enti pubblici e privati accreditati |
![](../img/genova.JPG) |
![](../img/brescia.JPG) |
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