Gli psicologi della domenica (Ektor Georgiakis) |
Nessuno può uccidere nessuno. Mai. Nemmeno per legittima difesa. Il dibattito sulla difesa armata dei cittadini ha messo in luce una serie di argomenti che attengono alla psicologia dilettantistica, tipica dei mass media. Non parliamo qui della ragione o del torto. Parliamo piuttosto dei ragionamenti che sembrano buoni ma sono semplicemente infondati. Invece di discutere su cosa possiamo fare per azzerare gli attacchi a case e negozi e l'autodifesa armata, magari con nuove leggi su pene certe e veloci, più forze dell'ordine, più controllo del territorio, più benefici verso i sistemi anti-intrusione gli psicologi della domenica pontificano sulla irrazionalità delle percezioni, arrivando di fatto a colpevolizzare le vittime. Il primo argomento usato da quelli che deplorano la difesa armata
è che essa deriva da una "percezione di insicurezza"
che non trova fondamento nei dati statistici, i quali dimostrerebbero
che le "rapine", i "furti" e gli "omicidi"
sono diminuiti negli anni. Ma, per amore di discussone, ammettiamo pure che si tratta "solo"
di una questione di "percezione". Gli psicologi della domenica
hanno perso il primo capitolo di ogni libro di psicologia, dove avrebbero
imparato che tutto il comportamento umano deriva dalle "percezioni"
e dalle "emozioni", non dall'analisi razionale. Basti per tutti un esempio eclatante. Ipotizzo che le statistiche, se ci fossero, dicano che le aggressioni e gli omicidi di politici, giudici e imprenditori sono molto diminuite dagli anni settanta ad oggi. E allora come mai tutti i membri dell'oligarchìa girano con frotte di guardie del corpo, spesso armate fino ai denti? Secondo gli psicologi dilettanti, anche loro sono eccitati da "percezioni irrazionali", ma non hanno il coraggio di dirglielo.
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