Quando la retorica è un insulto (Ektor Georgiakis)
La metacomunicazione nei regimi totalitari

La metacomunicazione è un concetto notissimo in psicologia ("Pragmatica della comunicazione umana" di Watzlawick P., Beavin J. H., Jackson D. D.) e serve a rendere conto della complessità della comunicazione, della sua dinamica, delle sue disfunzioni e patologie. Un esempio metacomunicazione è quello in cui un'affermazione verbale è contraddetta da una non verbale (tono della voce o postura del corpo). Un altro esempio è quando una comunicazione ne contiene un'altra, implicita o occultata: per esempio "portami il caffè" detto in tono asciutto e perentorio, contiene la comunicazione "io comando, tu obbedisci". E' una comunicazione dire: «ti amo tantissimo», ma se viene detta con tono inespressivo e fare distratto è una metacomunicazione che dice: "non è del tutto vero".

La metacomunicazione è un livello di comunicazione più significativo della comunicazione, visto che è in grado di svuotarne i contenuti, o anche capovolgerli.

Il contrasto tra comunicazione e metacomunicazione può portare a situazioni patologiche, se il soggetto ricevente non è in grado di percepire la contraddizione o percepisce la contraddizione ma non è in grado di spiegarsela. Spesso succede che il messaggio passi inascoltato, mentre la metacomunicazione viene percepita inconsapevolmente, corrodendo la percezione del ricevente.

La retorica da oltre 2.000 anni è l'arte del comunicare, del parlare e dello scrivere in modo persuasivo, efficace ed esteticamente pregevole. Possiamo anche dire che è il primo strumento dell'influenzamento, quindi la prima arma del potere. Nei regimi totalitari non è solo il potere politico ad usare la retorica. Questa diventa uno strumento diffuso tra i mass media per classificare, svalutare, umiliare, insultare i concittadini che il regime esige restino nella condizione di sudditi. Si sviluppa così e si diffonde una cultura dominante, imbevuta di retorica e produttrice di infinite metacomunicazioni svalorizzanti. Ecco alcuni esempi.

  1. I "volontari" del terremoto, che peraltro sono pagati, vengono elogiati per il loro cuore non per la loro perizia e professionalità, maturata in anni di studi ed esperienze. La metacomunicazione è una svalutazione delle competenze.
  2. Il cantante/attore è osannato perchè fa beneficenza, non perchè sia bravo: anzi, proprio perchè non lo consideriamo bravo, ma non lo diciamo apertamente.
  3. Il vecchio viene definito "più grande", non più saggio, più esperto, più colto: la vecchiaia da fastidio al regime, perchè si piega di meno.
  4. Una donna anziana non importa che lavoro o quante esperienze ha fatto: viene chiamata "nonnina" perchè il suo valore sta solo nei nipoti.
  5. Fino ai 35 anni, per stimolare la benevolenza, si parla di "ragazzi", siano premi Nobel o serial killers: il metamessaggio è che non sono degni di essere considerati uomini e donne.
  6. Fno ai 30 anni nessuno compie crimini ma solo atti di bullismo, da comprendere perchè non si tratta di giovani responsabili ma di bambini da giustificare.
  7. Chiamare "molestie" le palpatine, gli scambi sessuali e le violenze carnali sembra una comunicazione femminista, ma contiene un insulto a tutte le donne abusate con la minaccia di un coltello o di una pistola.
  8. Sono aboliti i vizi, per combattere i quali è necessaria una responsabilità e volontà individuali che il regime sconsiglia. I vizi vengono chiamati malattie, in modo da sancire una sorta di infantile irresponsabilità e la dipendenza e sudditanza all'oligarchìa medica di regime.
  9. Le tv lanciano finte presentazioni di autori di libri e canzoni che hanno un solo metamessaggio: "compera".

Anche il comportamento è un modo di comunicare. Quello che facciamo esprime sempre anche quello che non facciamo. Facendo qualcosa mandiamo un messaggio ed insieme un metamessaggio. Il messaggio è che ci sta a cuore il soggetto/oggetto della nostra azione. Il metamessaggio è che tutti gli altri soggetti/oggetti in condizioni simili non incontrano il nostro interesse, non hanno valore.

  1. Manifestazioni, fiaccolate, conferenze stampa per un povero giovane ucciso barbaramente in Egitto è una comunicazione commovente, ma contiene una metacomunicazione offensiva: delle altre decine di italiani morti misteriosamente all'estero, non ci importa nulla.
  2. Le sfortunate decine di vittime del terrorismo vengono celebrate come eroi ma la metacomunicazione nascosta è che le centinaia di morti sul lavoro sono una routine accettata.
  3. I neo-schiavisti inondano i media con la retorica dell'accoglienza dei migranti, senza rendersi conto che stanno insultando i disabili, gli anziani, i senzatetto, gli esodati italiani che non godono di alcuna accoglienza.
  4. Gli imprenditori della beneficienza fanno accorati appelli a sostegno dei bambini brasiliani, dando la metacomunicazione che le migliaia di bambini italiani le cui faniglie vivono sotto il livello di povertà sono insignificanti.
  5. Telethon e affini chiedono soldi per la ricerca sulle malattie rare, metacomunicando che lo Stato, le università, le imprese farmaceutiche sono del tutto disinteressati alle vittime di queste malattie.
  6. Prestare speciali cure e attenzioni anche economiche ai figli di femminicidi, oltre a dare a qualche criminale folle e disperato la pericolosa metacomunicazione che uccidendo la partner farà un favore alla prole, offende i figli di genitori morti in automobile, in incendi, terremoti o inondazioni, nel corso di rapine o sul lavoro.