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INTRODUZIONE Diciamocelo francamente, lo stato di salute dei conti della sanità è poco confortante. I bilanci sono in rosso, soprattutto per linadeguatezza dei finanziamenti dello Stato che si ripercuotono sui bilanci delle regioni e, di conseguenza, su quelli delle aziende sanitarie e ospedaliere. E, quindi, disavanzi, nei bilanci regionali e aziendali, con lultima aggiunta, in ordine di tempo, degli oneri dei rinnovi contrattuali. Per non parlare dellaggravio dovuto alla dinamica reale dellandamento della spesa farmaceutica, dellincremento dei bisogni delle fasce fragili della popolazione e last but not least, il progressivo affermarsi dellinnovazione tecnologica che richiede continui e cospicui investimenti, dai quali le aziende sanitarie non possono esimersi. Incisive misure di contenimento dei costi e di razionalizzazione dei consumi sanitari sono state, in grande parte, già attuate nel corso degli ultimi anni da diverse regioni, in primis dalla Regione Emilia Romagna che ha assunto un ruolo di leadership universalmente riconosciuto per le sue lungimiranti politiche sanitarie di programmazione e di sviluppo. |
Il rischio attuale è che ulteriori ipotesi
di razionalizzazione della spesa possano, pericolosamente, materializzarsi
in politiche di razionamento. Quindi, in molti casi, scaricare le responsabilità
della spesa sanitaria fuori controllo, solo ed esclusivamente, sui
direttori generali, è un po come attribuire la
responsabilità della pioggia allombrellaio. Difficile
non riconoscere, in questo scenario evidente di crisi economica e
finanziaria, anche una crisi dei paradigmi razionalistici di noi manager
della sanità che, forse a torto, li abbiamo ritenuti gli unici
possibili e praticabili per la modifica e il miglioramento del funzionamento
del sistema. Lazienda sanitaria, prima di essere un ente
con personalità giuridica, è un pensiero, unidea,
una teoria: se vogliamo cercare di risolvere e migliorare degli aspetti
non secondari della gestione delle nostre aziende sanitarie, dobbiamo
risolverli e migliorarli dapprima sul piano della teoria. Dobbiamo
ricercare un nuovo pensiero manageriale capace di mettersi in discussione
e, di fare sintesi, tra gli elementi razionali e gli elementi immateriali
che sfuggono ad una valutazione dei termini tradizionalmente Andrea Guerzoni |
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