10.04.2001 / Fusione, un passo avanti

Per il momento si stanno solo eseguendo dei test, per verificare il funzionamento del sistema prima di attivare la National Ignition Facility Un bersaglio superraffreddato di idrogeno è stato fatto implodere da un gruppo di ricercatori dell'Università di Rochester. Gli esperimenti sono stati compiuti con il più potente laser ultravioletto del mondo, Omega, che è una piattaforma di verifica per le tecnologie che verranno usate per studiare la fusione nella National Ignition Facility (NIF), attualmente in costruzione presso il Lawrence Livermore National Laboratory, in California. Gli esperimenti con i bersagli superraffreddati sono solo gli ultimi di una serie che mira a ottenere energia mediante fusione nucleare. Gli scienziati hanno riempito una minuscola sfera plastica, con le pareti sottilissime, con idrogeno e l'hanno raffreddata fino a 235 gradi sotto zero, in modo da aumentare il più possibile la densità dell'idrogeno. La piccola sferetta viene poi montata in una camera di interazione sotto vuoto, dove viene colpita con un impulso laser di enorme potenza. In meno di un milionesimo di secondo la temperatura dell'idrogeno aumenta fino quasi tre milioni di gradi, due volte più caldo del nucleo del Sole. Per il momento gli scienziati stanno solo eseguendo dei test, per verificare il funzionamento del sistema, in attesa che NIF fornisca l'energia necessaria a realizzare la fusione e produrre più energia di quella consumata. L'idea di raffreddare il bersaglio si è però dimostrata utile e perfettamente realizzabile. Ora non resta che aspettare la fine della costruzione di NIF che, con i suoi 192 fasci laser permetterà di scaldare il bersaglio fino a una temperatura di oltre 100 milioni di gradi. (Aldo Conti)

 

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