L'angoscia dell'uomo post-moderno: siamo in crisi perchè viviamo in 3 diversi epoche (Adamus)

La frantumazione, la schizofrenia, la scissione è la più potente radice della crisi dell'uomo. In un certo senso possiamo affermare che il soggetto è per natura scisso, dal momento che nascita, crescita, identificazione sono fasi connotate dalla separazione. L'esistenza dei soggetti, condannata alla rottura, al taglio, alla divisione è una continua ricerca dell'unità, della fusione, dell'integrità. La ricerca del partner ideale, l'appartenenza a entità superindividuali, l'esperienza di vissuti estatici con le droghe o il misticismo sono modalità diverse di risposta al bisogno di unità.

L'evo post-moderno tuttavia sembra iniziare con una diffusione ipertrofica della frantumazione. La separazione è talmente ampia e variegata da sembrare incolmabile.

Modernità

L'uomo d'oggi è ancora moderno nei valori: il lavoro, la famiglia nucleare, la democrazia rappresentativa, il progresso, la tecnologia, la uguaglianza delle opportunità, i diritti. Tutto quello in cui crediamo deriva dal Novecento. Tali credenze generano aspettative individuali e sociali, costituiscono una guida della razionalità e presiedono ai discorsi pubblici. L'uomo post-moderno vive una modernità "parlata".

Medio Evo

Il medio evo è ciò che invece l'uomo d'oggi ha intorno. L'organizzazione sociale, la politica, la cultura dominante sono pre-moderne. Intanto c'è una presenza ossessiva della religione, non tanto nel privato quanto nella sfera pubblica. L'Islam intesta la sua ribellione ad Allah, Bush risponde "Dio è con noi", il papa è una star: tornano ovunque i toni delle Crociate. Esiste un imperatore ma è lontano dalla vita quotidiana: Washington ricorda molto Bisanzio. La vita nazionale è in mano ad un'oligarchia formata da capi-banda in lotta permanente, per il potere e la ricchezza, come i vassalli, valvassori e valvassini. Una casta ricca aggressiva e parassitaria, domina su una plebe asservita e ricattata. L'unità nazionale è poco più che formale, mentre ducati, signorie, contee, abbazie e corporazioni, agiscono una guerriglia costante di tutti contro tutti. L'arte è nutrita dal finanziamento dei Signori. L'uomo post-moderno vive in un contesto medievale "agito".

Antico Testamento

Ciò che l'uomo d'oggi ha dentro sono le emozioni del Vecchio Testamento, se non della pre-istoria. La vita è condizionata dalla paura di tutto: del buco nell'ozono, di tutti quelli che sono diversi, della delinquenza, della guerra batteriologica, dell'inflazione, della pedofilìa, del traffico, dell'alimentazione scorretta. I miti, cioè le narrazioni hanno maggiore forza dei fatti. La realtà è qualcosa interpretare e vaticinare non da osservare e studiare. I rapporti interpersonali e fra gli Stati sono di tipo barbarico. Dominati dalla violenza e la sopraffazione, dalla filosofia dell'occhio per occhio, dalle stragi e dal saccheggio. Libertà e diritti sono privilegi delle élites dominanti. La sottomissione dei deboli è vissuta come naturale. Donne e bambini sono considerati esseri incompleti, strumenti per il benessere dell'uomo. L'istinto predatorio prevale sugli altri. L'uomo post-moderno è travolto da emozioni pre-istoriche: il suo "vissuto" è vetero-testamentario.