Estratti da J.P.Dupuy "Ordini e disordini"
Hopefulmonster, EST edizioni, Torino, 1986

 

“La critica delle grandi istituzioni della società industriale passa necessariamente attraverso il riconoscimento dei loro effetti non voluti, non intenzionali, “contro-intuitivi”, che sorprendono persino coloro che pretendono esserne padroni. Oltre certe soglie critiche di sviluppo, esse producono il contrario di quello tutti si aspettano da loro: la medicina fa ammalare, la scuola instupidisce, il trasporto immobilizza e le comunicazioni rendono sordomuti.” (pag.10)

"Per riprodursi, la società capitalista deve reprimere la relazione, suo nemico mortale. Un modo efficace è quello di trasformare gli uomini in spettatori" (pag. 62)

"Come mostra Castoriadis (in "L'institution imaginaire de la societè"), due punti situati in uno spazio sono diversi per ciò che non sono: il loro luogo. Il tempo è, al contrario, ciò che altera l'essere: fra ciò che era e ciò che è non esiste nessun legame di deduzione, derivazione, determinazione nè causalità nè finalità. Il tempo è creazione. Ora, il totalitarismo,......., si basa sull'idea che esiste un luogo centrale - luogo del potere, luogo della ragione - da cui è possibile accedere al senso globale, ovvero al dominio e al controllo totale della società. Di conseguenza, non vi è posto per nessun imprevisto, nessuna inadempienza rispetto alle necessità della storia: il senso è definitivamente fissato." (pag.71)

"Sappiamo.....che l'ideale di una società senza conflitti nè contraddizioni è la porta aperta per utti i totalitarismi" ( pag. 76)

"La creazione si nutre del disordine, del caos. L'aleatorio è parte integrante dell'organizzazione. Il disordine è al centro di ciò che definisce l'ordine. (pag.87)

".....una programmazione sempre maggiore comporta una vulnerabilità sempre maggiore che ha bisogno di un accrescimento della programmazione". (pag. 92)

"Nota Maurice Godelier (Horizon, trajects marxiste en anthropologie, Maspero, 1977):"La forza più forte non è la violenza ma il consenso ideologico dei dominati al dominio.....la repressione funziona meno dell'adesione, la forza fisicameno meno della convinzione del pensiero che comporta l'adesione della volontà e la sua cooperazione." (pag. 149)

"La trasgressione presuppone che la società si istituisca stabilendo dei limiti a se stessa e non vi è niente di più lontano da questo nell'ethos delle società industriali." (pag.164)