Per molti ragazzi di quell'età sparare contro
qualcuno è un divertimento da videogame, per altri, meno
fortunati è una realtà .
Stiamo parlando del reclutamento di minori nei conflitti armati.
Il bilancio non è da poco: 250mila minori coinvolti in guerre
in tutto il mondo. Soprattutto in Africa, Asia e America Latina.
Ma non solo.
Anche i "civilissimi" paesi occidentali non sono estranei
al fenomeno. Come ha recentemente ammesso il ministro della difesa
britannico Adam Ingram, 15 soldati minori di 18 anni sono stati
inviati in guerra, precisamente in Iraq. Tra questi anche quattro
soldatesse facenti parte dell'esercito di Sua Maestà .
Questo è l'esempio pi๠fresco, ma nel 1999 ragazzi
inglesi combatterono in Kosovo e anche nella Guerra del Golfo del
'91 (uno dei quali non tornò mai in Gran Bretagna).
Il tutto, infischiandosene del protocollo opzionale alla Convenzione
dell'Onu sui diritti dell'Infanzia [1] che stabilisce il limite
d'età dei 18 anni per il reclutamento obbligatorio e la
partecipazione diretta agli eventi bellici.
Oltremanica, comunque, non si fanno troppi problemi
in fatto di età , tant'è che si può entrare
nell'esercito già a 16 anni con il consenso dei genitori,
anche se non si può andare in guerra prima di averne compiuti
18. Negli Stati Uniti, in Canada, in Olanda e in Australia pià¹
o meno le cose funzionano allo stesso modo.
Insomma, sembra che proprio nel "mondo che conta", le
caserme siano gremite di baby-soldati.
Un dato è venuto alla luce anche attraverso un'inchiesta
svolta dalla Commissione Difesa della Camera dei Comuni britannica
un paio di anni fa. Nel 2004 i minorenni arruolati nell'esercito
superavano le 6000 unità . Ragazzi perlopi๠provenienti
da famiglie povere con un basso tasso di istruzione che spesso non
hanno avuto vita facile nelle caserme. Tra il 1990 e il 2003 ci
sono stati addirittura pi๠di mille morti "non naturali"
nelle caserme inglesi.
Proprio due settimane fa, mentre si parlava (poco)
dei giovanissimi soldati del Regno Unito mandati in Iraq, si è
svolta una Conferenza mondiale organizzata a Parigi dal governo
francese e dall'Unicef riguardo al problema dei bambini soldato.
Cinquantotto paesi (in gran parte africani) hanno firmato un documento
attraverso il quale si sono impegnati solennemente ad applicare
e rispettare i principi della lotta contro il reclutamento e l'impiego
dei minori nei conflitti armati. Tra gli "impegni di Parigi",
quello di "lottare contro l'impunità , indagare e perseguire
quanti hanno illegalmente reclutato i minori di 18 anni e li hanno
inseriti nei gruppi o nelle forze armate". I reati commessi
in questa attività non devono poi essere oggetto di amnistie.
Tutti impegni che non hanno un valore giuridico vincolante ma "un
forte valore politico e morale". Saranno rispettati?