BRUNO BETTELHEIM
Un altro grave lutto viene a turbare il mondo degli psicologi
con la morte per suicidio intorno alle "idi di marzo" di Bruno Bettelheim.
Ebreo e per questo internato nei campi di concentramento dove aveva subito
violenze psichiche e fisiche, lascia un contributo estremamente importante
per tutti coloro che si occupano di patologie psichiche dell'infanzia e
in particolar modo di autismo. I "si dice" attribuiscono alla sua esperienza
di internato in un lager la modalità della sua morte, quasi il senso
di colpa per essersi salvato in quel caso lo avessero portato a questa tremenda
decisione. Certo su questi problemi B. aveva molto riflettuto e da lì
aveva ricavato stimoli per la sua interpretazione delle malattie mentali
dei bambini. Di lui ora ci restano le numerose pubblicazioni fra cui "La
fortezza vuota", "Il mondo incantato" e, ultimo, "Un genitore quasi perfetto"
di cui lui stesso parlava come della sintesi del suo pensiero. Forse intendendolo
un testamento. È doloroso pensare che non abbia trovato ancora una
volta, il coraggio di continuare a vivere da "sopravvissuto".