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QUESTIONE SIPS

Da quanto si sente raccontare in realtà la situazione della Società Italiana di Psicologia è piuttosto drammatica. Senza voler ora fare il "riassunto delle puntate precedenti" ci sono una serie di elementi che cominciano a creare qualche dubbio sulla buona fede di coloro che sono più direttamente coinvolti attraverso il Direttivo Nazionale, sia attraverso altre cariche "più o meno" statuarie. L'ultima assemblea ufficiale della SIPS si è svolta lo scorso 16 dicembre a Firenze ed aveva fra l'altro all'ordine del giorno: "… - presentazione ed approvazione del bilancio consuntivo '88 e del preventivo '89 (ricordo a chi se ne fosse dimenticato che comunque a tutti i soci per il 1989 è stato chiesto il versamento di una quota di £. 100.000)
  • presentazione del progetto di un nuovo Statuto e Regolamento (sono almeno 6 anni che si tenta di modificare lo Statuto, senza alcuna possibilità reale di ottenere qualche obiettivo minimo, anche perché di solito accanto alle "grandi manovre" permane il piccolo cabotaggio - anche in quest'occasione - che propone piccole modifiche "a stralcio" di quanto esiste, in pratica facilitando il permanere dello "status quo").
Al di là dei dettagli dell'incontro ci si chiede:
  • come potesse essere valido tale incontro dal momento che E. Spaltro si è dimesso dal Consiglio Direttivo Nazionale e che non è stato sostituito
  • come possa mantenersi in vita un Direttivo "monco" cioè privo di ormai 2 suoi componenti (Spaltro che pare sia insostituibile perché manca un accademico nella lista degli eletti; il secondo dimissionario è Sangiorgi che potrebbe essere sostituito da …..)
  • come sia accettabile un Consiglio dei Delegati Regionali SIPS, organismo inesistente per statuto e coem esso possa avere l'autorità e la possibilità di realizzare una rivista finanziata dalla Società "a latere" di "Psicologia Italiana", organismo ufficiale dell'Associazione
  • come si possa parlare di Congresso in questa situazione di disordine e di caos di tutti i tipi
  • che rapporto ci sia fra il "centro" e gli organi periferici - Sezioni regionali e Divisioni professionali - che ormai paiono più simili a stati autonomi piuttosto che a regioni fra loro interdipendenti
  • come si possa chiedere una quota associativa di 100.000 lire ad associati che praticamente non vedono alcun segno di vita da quasi due anni e che non godono di alcun servizio che giustifichi costi di associazione.
Una spiegazione possibile a tutta questa situazione non è forse che i "leoni" vari della SIPS stanno affilando le armi in vista dell'Ordine degli psicologi che potrebbe essere un luogo di potere - finalmente reale (!) - dove far prevalere le proprie posizioni ed i propri punti di vista? Ma … certo una volta di più non si capisce a chi faccia comodo devitalizzare ed indebolire tutta la SIPS che, benché ormai esistano l'Ordine e l'Albo degli psicologi, non perde la sua funzione e la ragione di esistere. L'elemento più significativo di questa associazione rimane la sua "permeabilità" a tutti i tipi di psicologo che, al di là degli orientamenti, può trovare in essa un terreno super partes dove confrontarsi - qualche volta - ma soprattutto dove ritrovare un denominatore comune che stimoli la diffusione di un'immagine della psicologia nonostante tutto vitale e a tutti gli effetti scienza.