Tra le attività del servizio psichiatrico acquista
sempre più rilevanza la visita domiciliare, come modalità
di conoscenza e di intervento terapeutico peculiare della dimensione territoriale
della psichiatrica dopo la Riforma. Mentre la visita domiciliare è
una pratica ampiamente diffusa e che coinvolge tutti gli operatori impegnati
nel campo della salute mentale, la riflessione teorica sull'argomento è
stata fino ad oggi scarsa. È sembrato perciò importante proporre
un seminario di studi che avvii una teorizzazione sui modelli e le modalità
della visita domiciliare. Durante la prima giornata si sono tenute le relazioni
e le comunicazioni sul tema del Convegno. Nella seconda giornata si sono
formati gruppi di lavoro che hanno approfondito gli aspetti teorici e le
modalità operative connesse alla pratica a domicilio. Ci sono richieste
da parte dei giovani operatori che lavorano nel campo della salute mentale
(medici, psicologi, infermieri, assistenti sociali, ecc.) che non possono
continuare ad essere eluse. Al bisogno di formazione, acquisizione di competenza
e di sapere, però, non può neppure essere data una risposta
semplicistica e rassicurante. Con questo Convegno abbiamo voluto offrire
a questi operatori un'occasione, crediamo giusta, di analisi e di ricerca
per aumentare la consapevolezza di quanto quotidianamente viene fatto nei
servizi psichiatrici, sapendo che nel nostro specifico non vi sono certezze,
ma incontri, spesso difficili, fra persone che cercano di ricostruire i
percorsi e progetti di esistenza. Ci preme sottolineare, in sintesi, i punti
salienti emersi dal Convegno, per sottoporli all'attenzione dei lettori
e per avere da essi un riscontro teorico e pratico, che chiediamo fin d'ora.
Un punto che è emerso nel Convegno è la necessità della
rielaborazione della visita domiciliare in équipe, per non lasciare
l'operatore infermieristico solo ad affrontare problemi enormi e complessi
per tutti. Da qui nasce la necessità di:
- analizzare, prima di fare una visita, in équipe se è
necessaria la partecipazione diretta del medico psichiatra, per evitare
deleghe, come è sembrato scaturire dalle prime ricerche
- iniziare a dire e a scrivere il tipo prevalente di visita, che si
va ad attuare
- fare un diario, cioè avere una rubrica per gli appuntamenti
presi a domicilio col giorno e l'ora e cercare di rispettare tali appuntamenti
come quelli ambulatoriali. In questa maniera l'infermiera ed il medico
vengono ad avere una lista di interventi programmati e stabiliti consensualmente
col paziente e la sua famiglia. Questo non va inteso come limitazione
di libertà per l'operatore, bensì come tentativo come
tentativo di uscire dalla dimensione della "licenza" che per l'utente
si risolve in confusione destrutturante.
G. Del Poggetto, P. Lastrucci, P. Scatena