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D.: Esponeteci la formula della felicità. R.: Se desideriamo
aspirare alla felicità, dobbiamo innanzitutto disinquinarci dalle
penalizzazioni (= dispiaceri) dalle quali siamo afflitti, inoltre dobbiamo
diventare ricettivi alla gratificazioni (cioè aprire le porte della
nostra interiorità ai piaceri); dobbiamo infine alimentarci assiduamente
di gratificazioni (= piaceri). La formula della felicità è
la seguente: F = -P +R+G laddove. F = Felicità P = Penalizzazioni
R = Ricettività delle gratificazioni (= fare buona accoglienza
ai piaceri) G = Gratificazioni (= piaceri)
D.: Esponeteci le 3 Regole d'oro per essere felici. R.: Regola 1 -
Disintossichiamoci dalle penalizzazioni. La formula della Felicità
ci indica la strada che dobbiamo seguire per conquistarla. Dopo un accurato
esame della nostra interiorità, dobbiamo dapprima disinquinarci
dalle Penalizzazioni permanenti, da quelle cioè che ci affliggono
abitualmente, come ad esempio: l'odio, la gelosia, l'avidità, l'invidia,
l'eccessivo egoismo, l'avarizia, la competitività
Tali penalizzazioni
- anche singolarmente - ammorbano senza sosta la nostra esistenza e costituiscono
un insormontabile ostacolo per il raggiungimento della nostra pace interiore.
Dobbiamo inoltre valutare, senza catastrofismo, le insignificanti penalizzazioni
che traggono origine da eventi occasionali, ridimensionandole e, se del
caso, trasformandole in gratificazioni. Le intense penalizzazioni occasionali,
come ad esempio un grave lutto, una grave malattia, vanno ugualmente fronteggiate
e ridimensionate nella loro esatta portata. Anche le penalizzazioni future
(e quindi solo temute), vanno affrontate con senso realistico; talvolta
poi l'evento che ci atterrisce non si verifica nemmeno; così potremo
constatare che ci siamo afflitti inutilmente. In conclusione dobbiamo,
come primo passo, eliminare le radici della nostra infelicità.
Regola 2 - Apriamo la porta alle gratificazioni. Spesso un muro invisibile
ci separa dalle gratificazioni cioè queste, quando si verificano,
il più delle volte, non le accogliamo adeguatamente. Quasi sempre
a causa della fretta, dell'indifferenza, dell'insensibilità e dell'abitudine
alle quali ispiriamo per lo più la nostra esistenza. Dobbiamo invece
renderci ricettivi e sensibili al massimo alle gratificazioni, specialmente
a quelle poco intense ed apparentemente insignificanti, vivendo con la
massima concentrazione il momento presente. Regola 3 - Alimentiamoci di
gratificazioni. Infine dobbiamo alimentarci di gratificazioni, concedendoci
un trattamento uguale a quello che riserveremmo ad una persona a noi molto
cara. Non dobbiamo però tralasciare le gratificazioni non materiali,
che sono quelle che investono con maggiore pregnanza e più a lungo
la nostra interiorità, oppure la quotidiana consapevolezza della
nostra continua crescita interiore. La gioia, il piacere, l'entusiasmo
(anche sul lavoro) devono essere i nostri migliori ed assidui alleati,
devono rappresentare il nostro cibo quotidiano. Potremo - imitando gli
ottimisti - sentirci soddisfatti, specialmente per le piccole e continue
gratificazioni, concentrandoci sulle stesse, gustandole e variandole di
tanto in tanto e rendendoci sempre più sensibili. Dobbiamo spesso
essere in attesa di aspettative più gratificanti, sia pur piccole,
ed essere impegnati nel raggiungere il successo nella vita, che equivale
ad ottenere l'autorealizzazione , scopo fondamentale della nostra esistenza.
"Accorgiamoci" infine della raggiunta felicità per vivere più
intensamente questa esaltante esperienza, alimentando così il nostro
potenziale di felicità.
D.: Che cosa è la felicità? R.: E' uno stato piacevole
del corpo e della mente che, nell'uomo sano, ha la caratteristica di essere
dinamicamente durevole, potenzialmente eccitante ed autocaricante. Conseguentemente
essa non si identifica né nella gioia, sia pure intensa, ma troppo
passeggera, né con la cristallizzazione di una meta, magari molto
desiderata, ma ormai raggiunta. Perciò la felicità non dipende
tanto dagli eventi che ci accadono, quanto dal nostro modo di ESSERE e
di REGISTRARE la realtà. Difatti, se impronteremo la nostra esistenza
all'insegna della semplicità e della modestia, potremo più
facilmente essere felici; lo stesso ci potrà accadere se sapremo
valutare in positivo le varie soluzioni della nostra esistenza e giammai
con pessimismo, come troppo spesso facciamo. Abituiamoci poi a vivere
solo il momento presente, concentrandoci unicamente su quello che stiamo
facendo ed evitiamo, invece, di localizzare la nostra mente su eventi
passati e su quelli che temiamo che ci accadranno in futuro. Il punto
di partenza dell'infelicità quasi sempre trae origine da tale modo
errato di procedere, in quanto abbiamo troppo spesso la vocazione a rivivere,
quasi morbosamente, le penalizzazioni che abbiamo già vissuto ed
a vivere in anticipo quelle che temiamo che ci affliggeranno nel futuro,
soprattutto se prossimo.
Angelo Carcano