HANDICAPPATI E SOCIETA': quali valori, quali diritti,
quali doveri
Il presente documento vuol essere un contributo per la riaffermazione
dei diritti di cittadinanza degli handicappati (omissis):
- il lavoro è un valore che contribuisce a realizzare la persona
umana, oltre che a fornire la possibilità di sostentamento, di
produzione di materiali e quindi di autonomia;
- la società deve saper garantire a tutti i cittadini in grado
di fornire prestazioni lavorative, piene o ridotte, il posto di lavoro
e comunque la possibilità di un'occupazione confacente alle attitudini
personali. In particolare il diritto al lavoro va difeso e sostenuto
ancor più oggi per il cittadino handicappato;
- va rifiutata la sola, semplice e facile monetizzazione dell'handicap,
quando l'handicap non elimina la capacità lavorativa della persona.
Ciò porta all'annullamento del diritto alla persona a sentirsi
viva, partecipe e protagonista secondo le sue possibilità e quelle
della società in cui vive;
- ai fini del collocamento al lavoro è indispensabile superare
il concetto limitativo dell'invalidità e sostituirlo con il concetto
di capacità lavorativa;
- riconoscere che la persona handicappata ha piena o ridotta capacità
lavorativa ripropone la centralità del diritto allo studio e
alla formazione professionale;
- l'impegno della scuola non può limitarsi all'età dell'obbligo
tanto più dopo la sentenza della Corte Costituzionale n.215/87;
- tutta la comunità sociale deve farsi carico della promozione
e dell'integrazione della persona handicappata. Tale impegno (che prevede
sostegno e aiuti alle famiglie con figli handicappati) può verificarsi
solo in una società in cui i valori umani della persona hanno
ancora un significato reale e non siano considerati, come sta succedendo,
sogno di illusi e spreco di denaro;
- la scuola dell'obbligo ha un ruolo determinante nel processo di integrazione
della persona handicappata. Le strutture formative (asili nido, scuole
materne, elementari, medie) rappresentano l'istituzione che per prima
ha aperto le barriere dell'isolamento e tradotto in normativa la filosofia
dell'integrazione;
- non si può proclamare il valore intangibile della vita senza
poi impegnarci a qualificare in umanità e dignità quella
dei portatori di handicap;
- la comunità che sa offrire il meglio ai membri investe senza
riserve risorse nel settore della prevenzione;
- eliminare ogni impedimento alla realizzazione personale e all'autonomia
del portatore di handicap (fisico, psichico o sensoriale) è un
modo per riabilitare globalmente la persona;
- di fondamentale importanza è la formazione di base e permanente
degli operatori della sanità, della scuola, nella formazione
professionale;
- grande impulso va dato alla ricerca che dovrebbe comprendere non solo
il settore sanitario, ma estendersi a tutti i momenti della vita della
persona handicappata;
- ogni persona, i gruppi, le associazioni possono svolgere un ruolo
fondamentale di stimolo nei confronti dei partiti, dei sindacati e delle
istituzioni per il riconoscimento dei diritti della persona handicappata.
Estratto dal n. 88 ottobre-dicembre 1989 di "Prospettive assistenziali"
Per informazioni: AIAS, v. Valgioie 10 TO; Ass. Bambini Down, v.le delle
Milizie 106 Roma