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PAGLIUZZE E TRAVI

La moltiplicazione delle reti televisive ha creato la proliferazione dei cosiddetti o sedicenti esperti. Fatte salve le eccezioni, all'esperto viene richiesta una dote essenziale: l'improntitudine, con la quale legare chiacchiere più o meno futili, minuziose analisi di superficie, osservazioni sdegnate, esplosioni d'ira nei confronti di interlocutori presenti o assenti. È una buona norma fare intervenire esperti su argomenti che non conoscono ma di cui hanno sentito parlare. "Cosa ne pensa di "Nove settimane e mezzo"?" "Uno schifo!" "E di "Volevo i pantaloni"?" "Una vergogna" "Ma ha visto il film, letto il libro?" "Per carità! Ho letto le recensioni del film e ho visto la Cardella al Maurizio Costanzo Show: non serve altro". La crisi del "socialismo reale" è l'ultima pacchia del tuttologo nostrano con incantato stupore scopre l'esistenza di una cultura là dove pensava si mangiassero i bambini e si consumassero riti tribali. A ristabilire le distanze tra i problemi autentici e le sciocchezze, è arrivato l'editoriale sull'ultimo numero dell'89 di "Civiltà Cattolica": "La questione morale come questione politica". È un atto d'accusa, un tema da meditare, una radiografia disincantata e obiettiva della situazione italiana. I comportamenti disonesti e illeciti sono generalizzati e normali. "Ci si serve del potere politico per soddisfare ambizioni personali, per danneggiare avversari e concorrenti, per arricchimento personale o per arricchire la propria famiglia, per esigere tangenti sui lavori dati in appalto in modo fraudolento…". "Per quanto riguarda i partiti politici, si parla non tanto a torto di partitocrazia, di strapotere dei partiti sulle istituzioni fondamentali dello Stato, di lottizzazioni". "Nella politica amministrativa locale esistono fattori particolari di inquinamento come la presenza di signori delle tessere, di uomini d'onore…". "Non può non preoccupare la divisione della magistratura in correnti ideologiche e politiche che sono, o si mostrano, troppo vicine a determinati partiti politici e danno l'impressione di seguirne gli indirizzi…". "Molti di colore che lavorano nella pubblica amministrazione e nei servizi non compiono il loro dovere…." "L'amministrazione e i servizi pubblici esistono per il bene di coloro che vi lavorano e sono perciò organizzati nel modo che meglio loro conviene e non nel modo che converrebbe meglio ai cittadini, dei quali sono teoricamente a servizio…" "Non è facile vivere in una società in cui vanno avanti non i migliori e i più capaci, m i più furbi e i corrotti; in cui non contano i meriti, le competenze, il lavoro, ma l'appartenenza ai partiti politici, le raccomandazioni dei più potenti, per cui quello che è un diritto del cittadino diviene un favore concesso benignamente, in clima e spirito prettamente feudale, dal signore." I nostri esperti criticano Pechino, ironizzano su Mosca, polemizzano sulla fine di Ceausescu. Vedono le pagliuzze negli occhi altrui, ignorano le travi negli occhi loro. Chi ha salutato con più speranza e chi con angoscia il nuovo anno? Il pastore Toekes a Timisoara o la famiglia Casella in quel di Pavia?

Massimo Maisetti