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LA FORMAZIONE IN PSICOTERAPIA

La relazione finale della Commissione Ministeriale  istituita il 20-2-90 per il riconoscimento delle scuole di formazione in psicoterapia, è la palmare dimostrazione di quattro cose:
a - il totale distacco del nostro Governo dalla realtà

b - l'arroganza e l'insipienza di una parte del mondo accademico

c - la catastrofe che hanno  rappresentato per la psicologia italiana i due successivi Presidenti della SIPS, Bertini e Calvi

d - il dolce suicidio cui sono condannate le Scuole private a causa del loro storico distacco dalla politica della psicologia.

Il primo grottesco elemento da sottolineare (v. finestra) è che per discutere delle Scuole private vengono chiamati ben 13 accademici sui 13 posti in Commissione. Sarebbe come fare una Commissione sui Corsi di Laurea con solo professionisti!
Il secondo elemento tragicomico è che fra i 13 magnifici troviamo docenti che per titolo formale dovrebbero essere esclusi da ogni dibattito sulla psicoterapia: un ordinario di Clinica Psichiatrica, un ordinario di Psicologia dell'Età Evolutiva, un ordinario di Fisiologica. I restanti nove hanno titoli non vistosamente incompatibili con la psicoterapia, ma non sono più di 2 o 3 quelli che hanno mai fatto o insegnato psicoterapia.

Veniamo ora al contenuto elaborato dalla Commissione.

1-      Tutti gli specialisti in Psichiatria e Neuropsichiatria Infantile che avranno, nel quadriennio, accumulato 1200 ore "per la psicoterapia", con l'impegno (un fioretto?) ad integrare gli insegnamenti con una specifica formazione in Psicologia Generale, potranno iscriversi all'elenco degli psico-terapeuti. Dunque agli psichiatri basteranno 300 ore l'anno per la psicoterapia, non importa se queste ore saranno di lezione, di training o di semplici libri letti.

2-      Le Scuole di Specializzazione in Psicologia Clinica prevedono invece 800 ore l'anno, comprendenti in forma confusamente mista: didattica formale, tirocinio sul campo e formazione personale. quest'ultima, ma non si sa in quale entità, può anche essere effettuata presso Istituti Privati, purché riconosciuti e convenzionati con l'Università.

QUESTE DUE POSIZIONI PRODURRANNO COME RISULTATI:

a-      che in futuro la psicoterapia la faranno soprattutto gli psichiatri

b-      che gli psicologi potranno fare Psicoterapia con non più di 100 o 200 ore di training personale l'anno.

3-      Le Scuole di Formazione  private, cioè quelle che hanno finora preparato gli psicoterapeuti, sono ovviamente strangolate mediante trucchi di prestidigitazione:

a - obbligo di dedicare un congruo numero di ore (almeno 100 sulle 400 annue richieste) in un tirocinio con supervisione presso strutture idonee dell'Ente Pubblico (a parte la difficoltà di trovare simile occasioni di tirocinio, viene implicitamente esclusa la pratica privata, presso le stesse Scuole o presso studi);
b- obbligo di un indirizzo scientifico-culturale riconducibile ad una tradizione scientifica internazionale, fino all'assurdo dell'obbligo che la Scuola si riferisca ad una associazione affiliata ad una Società scientifica nazionale o internazionale.

Questa impostazione, a parte l'uso ingenuo del termine "scientifico" (in base al quale ciascun epistemologo popperiano escluderebbe la psicoanalisi) uccide le Scuole sincretiche, cioè quelle effettivamente e semplicemente professionali, valorizzando invece le Scuole monoculturali;

c- obbligo di insegnamenti teorici di Psicologia Generale e Psicologia dello Sviluppo, come se la Laurea in Psicologia non avesse già dovuto provvedere a questi aspetti!

LA CONCLUSIONE DI QUESTE TAGLIOLE SARA' LA SEGUENTE:

potranno sopravvivere solo le Scuole tradizionali, in vari modi ammanigliate col mondo accademico o disposte a sottomettersi al potere dei baroni.
Naturalmente il dispositivo deve essere applicato ed interpretato e c'è da scommettere che per questa bisogna occorrerà una Commissione: formata da chi?
Dalla stessa geniale produttrice di questi orientamenti e dai capi eminenti delle Scuole tradizionali: speriamo di no.
Il sottoscritto spera di poter ancora intervenire e spingere la forza della SIPS sul piatto di una realistica giustizia, in modo che la eventuale Commissione per l'attuazione sia composta in parti uguali da accademici e professionisti, rappresentanti delle Scuole tradizionali e di quelle sincretiche o eterodosse.
Perché ciò avvenga occorre un CD SIPS unanime e deciso, ma occorre anche che le Scuole in pericolo facciano sentire la loro voce, uscendo dal vecchio isolazionismo.

LA COMMISSIONE, PRESIEDUTA DAL MINISTRO DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA SCIENTIFICA TECNOLOGICA, E' COSI' COMPOSTA:

M. Bertini - ordinario di Psicologia fisiologica con fondamenti biologici ed anatomo-fisiologici dei processi mentali presso l'Università La Sapienza di Roma

P. Kantzas - psicologo analista docente presso l'Università di Palermo

L. Boncori - ordinario di Teoria e tecniche dei tests presso l'Università La Sapienza di Roma

R. Canestrari - ordinario di Psicologia presso l'Università di Milano

M. Cesa Bianchi - ordinario di psicologia presso l'Università di Milano

N. Dazzi - ordinario di Psicologia dinamica presso l'Università La Sapienza di Roma

L. Onnis - ricercatore presso la Cattedra di Clinica neurologica dell'Università La Sapienza di Roma

A.      Pazzaglia - ordinario di clinica psichiatrica presso l'Università di Firenze

L. Pinkus - straordinario di Psicologia Dinamica presso l'Università di Venezia

A.      Quadrio - ordinario di Psicologia sociale presso l'Università Cattolica di Milano

M.A. Reda - associato di Psicoterapia presso l'Università di Cagliari

S. Roncato - ordinario di Psicologia Generale presso l'Università di Padova

M.C. Sapienza Auteri - associato di Psicologia dell'età evolutiva presso l'Università di Catania

A.      Masia - Primo Dirigente del Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica e tecnologica - Istruzione Universitaria

S. De Luca - Segreteria Tecnica

A. Croce - Segreteria Tecnica

Guido Contessa

(Vice-Presidente SIPS/ v. Chioggia, 3

20125 Milano)