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TERZA PAGINA

IL PRATO

Al centro dell'abisso
brilla un evento
senza il consistente terreno
che ti trattiene nel sistema
fissato al parallelepipedo
di insostenibili contatti.
D'ora in poi, andrai a nuoto
nell'abbraccio delle onde,
baciato dai delfini, privo
del laccio che ti svuota
la tua voglia di attraversare
lo spazio, la nuvola, il vuoto,
il silenzioso oceano con la navicella
di bambł e di petali di magnolie.
E tutto questo peso,
tutta questa illusoria concretezza,
il gelo asfittico del luogo,
qui, dell'attimo, il brivido
che guizza (senza scopo?),
il miele dell'intermittenza,
iato dell'effimero,
la prepotenza dell'istinto,
la fragile visione,
appassionata e tenera,
della dorata Maremma
tessuta sulle spole delle icone,
la siderea sete di terra,
la fulva chioma della Naiade
che ho posseduto or ora?
Sparito tutto, svanito nel nulla
di fronte alla perfezione,
umile e orgogliosa,
mondana ma quasi planata
da ignote scaturigini,
dal colore che ricorda
un mare d'aria,
suo progenitore,
della mammola.                       
Lorenzo Cimino

 

 

 

LA CERTOSA DI FIRENZE
IL GECO PORTINAIO

Apro il grande cancello
acquattato nell'ombra
un piccolo geco
aggrappato al muro
mi accoglie
la sua immagine
attenta mi segue
mentre
srotolando
deboli fasci di luce
vago per scalinate
chiostri e corridoi
cercando la cella
che questa notte
darà sapore ai miei sogni.
Terenzio Formenti

IL GELO DI PONENTE

Colpi di accetta, riecheggiano
dalla costa di ponente,
e lamenti di amarezza, nel cuore
si congelano con la brina.
Narciso il sole, innamorato
della bellezza del progresso,
dove si vive solo di riflesso:
Crono contro Urano,
Zeus e poi Edipo,
dagli dei all'uomo,
i figli lottano col padre,
e nei resti del carbone
si cerca la forza della quercia.
Ai margini della strada,
già giace maledetto
mentre mosche necrofile
nel relitto sociale
succhiano nettare di potere.
Ma dalle tasche clandestine,
il Dio d'ognuno, difenda
e salvi il simbolo
del sole creativo,
che scioglie il gelo di ponente.
Pasquale Montalto