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ATTRAZIONE FATALE
La questione che ha caratterizzato abbastanza
drammaticamente la vita della Sips e del suo direttivo in questi ultimi
tre anni si può riassumere in una parola-simbolo: directory.
Intorno a questo tema gli animi e le passioni si sono scatenati, gridando
talvolta allo scandalo, stracciandosi le vesti in altre occasioni o più
semplicemente contrattando alleanze e barattando voti con cortesie non sempre
meglio identificate.
Apparentemente lo scontro era fra due fronti: quello dei descrittivi
e quello dei valutatori.sia che si trattasse di redigere lannuario
degli psicologi piuttosto che quello delle scuole di formazione il primo
gruppo riteneva sufficiente la compilazione di una scheda di presentazione
molto ricca ed analitica: attraverso il confronto fra le diverse risposte
ognuno sarebbe stato in grado di fare una valutazione della serietà o meno
del terapeuta e della scuola. Il secondo gruppo riteneva quasi oltraggiosa
questa procedura e temeva lintrufolamento di orde di incompetenti
che avrebbero avuto un imprimatur dalla stessa Sips. Lo stesso CD Sips pareva
dilaniato dal dilemma: i si dice parlano di un sottogruppo capitanato
da G. Contessa promotore dei descrittivi e di un sottogruppo
condotto dal Presidente o dal qualche sua lunga manus a favore
degli altri.
Sta di fatto che da quando è iniziata questa discussione sono uscite ben
5 pubblicazioni su questi temi, due delle quali promosse da questo giornale
e ovviamente descrittive.
Le altre tre provengono da ambienti vicini alla Sips: Psicologia
Clinica di Vogelsang, Barletta, Brunetti, traccia un quadro delle scuole
di formazioni post lauream per psicologi di Roma; Viaggio attraverso
larcipelago, di Lo Verso, Piraino, Peirone, Venza, è una ricerca
sulla psicologia clinica e la psicoterapia in Italia; Directory degli
psicologi lombardi è firmato dalla Sezione regionale della Sips.
Tutto questo movimento fa piacere. Ciò che però lascia perplessi è limpostazione
di queste tre opere che si basano sui principi dei descrittivi
che però proprio da molti di questi autori erno ostacolati ed attaccati.
In altre parole i dati raccolti in queste tre pubblicazioni sono frutto
di dichiarazioni autografe, ovviamente ritenute veritiere. Dovè dunque
finito il desiderio di andare di persona a verificare e valutare quanto
è stato dichiarato? Forse che basti compiere una oculata scelta di partenza
in base alla presunta buona fede e correttezza di chi raccoglie i dati e
li pubblica? In altre parole, è valida o no a seconda della persona
che la promuove e la persegue. Se così fosse, e certo pare a questo punto
la soluzione più ovvia, non si tratta più di un problema di qualità, bensì
di un problema del potere. E in questo caso il termine non può essere inteso:
impedisco a te di fare una cosa perché voglio per me il potere che ne deriva.
È pur vero che come si dice in guerra e in amore tutte
le mosse sono valide, ma forse sarebbe il tempo adatto per smettere
gli atteggiamenti infantili e per affrontare con atteggiamento maturo ed
adulto le situazioni.
Mi vengono alla mente molti episodi che potrei citare con nomi e
date a testimonianza di questa tesi e dai quali tutti questi presunti
puri speso fra laltro anche psicoterapeuti
non ricavano una buona immagine.
A proposito di immagine e di autostima vorrei segnalare il
punto n. 8 dellAutoregolamentazione delle attività psicoterapeutiche
della sezione regionale lombarda: Le seguenti norme vengono fatte
rispettare da una Commissione per la psicoterapia formata dai Soci della
Sezione così composta: due componenti del Comitato Direttivo, un responsabile
del Gruppo Regionale Divisione di Psicologia Clinica, un professore universitario
di psicologia, un medico specialista in psichiatria. Gli ultimi tre membri
sono indicati dalla Direzione Nazionale della Divisione di Psicologia Clinica.
Numerose sono le considerazioni che si potrebbero fare a questo proposito,
ed invito i lettori a scriverci le loro in merito.
Per parte mia vorrei fare solo una domanda: qual è la competenza specifica
dello psichiatra in campo psicologico? O si tratta semplicemente di un doveroso
atto di vassallaggio, a riprova una volta di più del senso di inferiorità
che tormenta gli psicologi?
M.S.