indice generale |
Terza pagina
LA LAMPADINA
Per Joe era stata una giornata come unaltra.
Come al solito si era alzato verso le otto, aveva fatto colazione ed era
andato in anticipo in ufficio, dato che voleva mettere in ordine certi documenti
prima che arrivassero i colleghi. Joe era un geometra e lavorava alla Baltimora
Agency S.p.A.
Era un buon posto e per Joe che era scapolo si trattava di unottima
posizione, lo stipendio era generoso e il lavoro gli lasciava molto tempo
libero.
Joe prese la sua Chevrolet per andare in ufficio, invece dellautobus
che prendeva di solito. Era una bella giornata ed il sole brillava, intenso.
Arrivato allufficio, posteggiò la macchina ed entrò. Con lui lavoravano
altri dieci geometri e lufficio era molto spazioso. Laria era
pesante, nessuno il giorno precedente aveva aperto le finestre. Joe lannusò
con disgusto. Era odore di tabacco, di profumo, e anche del raro sudore
che si versava in quellufficio. Si avvicinò alla sua scrivania e guardò
il fascio di carte che vi erano riposte. Sopra un biglietto di Jane, una
delle segretarie. Era del giorno prima, diceva che non sarebbe potuta venire
perché non si sentiva bene. Avrebbe dovuto provvedere da solo allo schedaggio
dei documenti.
Joe si rimboccò le maniche. Era meglio incominciare subito. Le tapparelle
erano chiuse, provò ad accendere la luce ma la lampadina era bruciata. Si
alzò; andò nellarmadietto ripostiglio e vi trovò una lampadina nuova.
La avvitò alla lampada e la luce si accese. Subito otto o nove grossi insetti
cominciarono a ruotarle attorno.
Joe pensò che era meglio alzare le tapparelle che rimanere alla luce artificiale
della lampada. Dopo tutto fuori splendeva un bel sole. La terra cominciò
a tremare. La luce scomparve.
Il sole si era fulminato.
Bipas
FU PRIMAVERA
Luci come spazi
ombre come silenzi
fu primavera un giorno
e un pianto di rugiada
sopra i pensieri del fiore
e poi furono i venti
e le maree profonde
ferite di salmastro
e rughe inaridite
cicatrici del tempo
asciugare dal sole.
Addio farfalle
addio giochi perduti
scolora il desiderio
in un tramonto
di quieta attesa.
Massimo Maisetti