La politica italiana soffocata da tre boa constrictores
di Adamus

Sono sempre di più quelli che considerano la politica italiana immutabile. Nel senso che nessuno riuscirà a mutare il suo destino, che è quello di una lenta e dolorosa asfissìa.

L'espressione centro-sinistra comparve per la prima volta nella politica italiana nel 1850, in seguito all'operazione del "connubio" operata da Camillo Benso Conte di Cavour nel Parlamento del Regno di Sardegna, che di lì a pochi anni (nel 1861) sarebbe diventato il Parlamento del Regno d'Italia. L'operazione del "connubio" consisteva nel favorire un'alleanza politica fra la parte più progressista della Destra, il cosiddetto centro-destra, di cui Cavour stesso era leader, e l'ala più moderata della Sinistra, appunto il centro-sinistra, con a capo Urbano Rattazzi. Nel dopoguerra nacque nel 1963 il primo governo del centro-sinistra ad opera di Moro e Nenni. Da allora abbiamo cambiato decine di formule di governo, decine di partiti e di leaders, e l'Italia non ha fatto che peggiorare. Negli ultimi vent'anni, abbiamo visto governi di alternanza fra centro-destra e centro- sinistra, un governo "tecnico", un governo "delle larghe intese" ed un "governo del Presidente". E la situazione peggiora di giorno in giorno. Abbiamo provato Presidenti del Consiglio austeri, puttanieri, sobri, supertecnici, simpatici, antipatici, onesti e loschi con un solo cambiamento: in peggio. Ogni volta gli italiani sperano in qualcuno, ma subito sembrano toccare il fondo, poi scoprono che si può ancora peggiorare. Si affidano a qualche altro guru, ma l'oggi risulta sempre peggio dell'ieri.

Per sopportare il disastro progressivo gli italiani usano due trucchi, purtroppo vani. Il primo è la fede. Un partito tradisce le promesse, ma si dichiara rinnovato? Gli italiani ci credono. Un leader si proclama inviato dal destino, poi crea una catena di fallimenti? Siamo pronti a credere al suo vice. Il secondo trucco è l'esempio ottimistico. Milioni di inoccupati e migliaia di imprese fallite sono invitate a prendere esempio dalle 2-3 imprese che prosperano. Pochi ricordano che anche nella seconda guerra mondiale l'acciaio dei Krupp andava a ruba. La gente in coda alle mense caritative viene invitata a riflettere sul fatto che i voli per le Maldive sono pieni, come i ristoranti a cinque stelle. Pochi fanno mente locale al fatto che in Italia, come in India ed ogni altra parte del mondo, c'è sempre un 10-20% di ricchi (che in Italia fanno 10 milioni circa).

Quelli che non cadono nei due trucchetti psicologici, cominciano a pensare che nemmeno Gesù Cristo sarebbe in grado di far uscire l'Italia dalla crisi. La cruda verità è che il "sistema" è più forte di ogni partito o leader. Il "sistema" è come un boa constrictor le cui spire sono avvolte intorno alla società italiana e la stringono in una morsa il cui esito non può essere che mortale.

La prima spira del boa è la legislazione. Una miriade di leggi pervasive, contradditorie, inefficaci, vessatorie stratificate in decenni da Parlamenti che è eufemistico definire incapaci. Qualsiasi legge venga fatta, per rinnovare anche parzialmente il sistema, c'è sempre una legge precedente che la rende impossibile da applicare, illegale o addirittura incostituzionale. Non c'è la possibilità di fare una legge senza che si apra un contenzioso giuridico o amministrativo decennale. La Costituzione è composta da un quarto di principi illuminati, un quarto di auspici generici e illusori, un quarto di norme obsolete ed un quarto di errori veri e propri. Su certi temi ci sono troppi dettagli, su altri troppo pochi. Quella che dovebbe essere il faro della legislazione risulta spesso solo una gabbia di antiquariato.

La seconda spira del boa è il corporativismo. L'Italia post-bellica non è mai uscita dal regime dei "fasci e delle corporazioni". Almeno il 30% degli italiani appartiene ad una congrega che nei decenni ha ottenuto privilegi, sinecure, diritti, rendite che vengono difesi in tutti i modi possibili. Dai gelatai ai magistrati, dagli idraulici ai dirigenti pubblici, dagli insegnanti ai sindacalisti, ai professionisti della politica (che in Italia sono più di un milione e costano 23 milioni di euro l'anno): migliaia di gruppi che difendono le loro posizioni e rifiutano ogni cambiamento che li coinvolga. Qualsiasi legge che si proponga di innovare trova la ferma opposizione di una o più corporazioni, che manifestano, marciano, scioperano; ricorrono ai media che controllano; seducono, ricattano o corrompono i politici che sono solo un'altra corporazione.

La terza spira è il moralismo. Gli italiani non si limitano a volere un bravo leader, efficiente e capace di risolvere i problemi. Lo vogliono anche bello e santo santo, senza vizi o debolezze, nè pubbliche nè private, senza macchia nè presente nè passata. Un simile uomo non esiste. Il nuovo santone della politica italiana, Matteo Renzi, è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti della Toscana. Il procedimento si riferisce al periodo in cui Renzi era presidente della Provincia di Firenze e riguarda il danno erariale per l'inquadramento contrattuale di alcuni assunti a tempo determinato. Per ora questa macchiolina è sotto silenzio, ma c'è da scommettere che presto la cosa diventerà un caso politico. D'altronde è vero che, con la nostra mostruosa legislazione, nessuno arriva a 40 anni senza una multa, una inchiesta, una condanna, un'infrazione, un'ammenda. Se poi fa carriera, siamo certi che cominceranno le indagini minuziose sul passato e sul presente del politico di successo e siamo certi che sarà trovato colpevole. In Italia, nessuno è totalmente innocente.

La quarta spira del boa che ci stritola è l'Europa, da sola e con l'euro. Ci ha tolto la sovranità monetaria, senza che il popolo ne fosse informato. Ma non è solo con l'euro che ci ha rovinato. Questa Europa ha ucciso la nostra formazione extrascolastica, la nostra agricoltura, il nostro sistema alimentare e decine di altri comparti, con regole per metà demenziali e per metà utili a favorire i nostri concorrenti sul mercato.

Quando un corpo è soffocato da un boa constrictor ha una sola via speranza: ucciderlo.
Fuor di metafora, l'Italia ha una sola via d'uscita: ricominciare da zero con una rivoluzione (che auspichiamo non violenta) che paralizzi lo Stato attuale, lo faccia uscire dall'Europa e dall'euro e promuova una seconda Costituente, che rinnovi alla radice la Repubblica.

Nessuno può uccidere nessuno. Mai. Nemmeno per difendersi.