Complessità necessaria e complessità aggiuntiva: pieghe, rughe, cicatrici Eva Zenith (in risposta a WuMing)

L'articolo è fantastico, come tanti di quelli scritti da WuMing. Tuttavia mi stimola la presentazione di un'altra prospettiva, ispirata al vecchio dialogo Freud-Marcuse.

Freud sostenne che la repressione è insita nel concetto di civiltà, più o meno come WuMing considera la complessità. Marcuse, anni dopo, replicò che la natura ci impone una repressione necessaria, ma che la società, secondo come è organizzara, ci sottopone ad una repressione aggiuntiva. Quest'ultima non è "obbligatoria" per raggiungere la cività, ma è resa tale da qualcuno che vuole imporre la sua civiltà.

La complessità italiota non è fatta solo delle pieghe della storia, della post-modernità e della globalizzazione. E' una costruzione artistica mostruosa fatta soprattutto dalle rughe della senescenza di una cultura moribonda e dalle cicatrici seguenti alle ferite inferte da ceti mangoldi, parassiti e profittatori. Il governo d'occupazione che da oltre 30 anni depreda l'Italia, non si è limitato al saccheggio. Ha fatto dell'Italia un labirinto artificiale, un carcere cartaceo, un campo di concentramento che è impossibile da attraversare indenni. Non è affatto complesso per gli abbienti (basta pagare), o per i criminali (basta evadere); mentre è invivibile per i comuni cittadini.

La semplicità auspicabile non è quella che riduce la complessità, ma quella che riduce la prepotenza, il dominio, l'arroganza, l'assurdità logica imposte dalle buro-corporazioni al vivere quotidiano.

Vorremmo che fosse più semplice pagare le tasse, senza dover pagare qualcuno per farlo. Vorremmo che fosse più semplice guidare, viaggiare, abitare sotto un tetto, aprire e chiudere un chiosco di gelati, andare a scuola, curare la nostra salute, sposarci, attivare una linea telefonica, inviare pacchi a Natale senza dover fare ogni volta 10 telefonate, ore di attesa in coda, e ore di lavoro per pagare i balzelli che ognuna di queste operazioni richiede.

Per molte di queste operazioni la complessità è data da una diversità che non è equivalenza, ma predominio corporativo, imposizione di ceti e caste pià forti, vera e propria violenza predatoria. La vita dei gatti non sarebbe complessa se non dovessero ogni minuto guardarsi dai cani e...dagli uomini!

Dobbiamo certo imparare a convivere con la complessità necessaria, ma abbiamo il diritto di rifiutare e combattere la complessità aggiuntiva, creata per soli scopi di dominio.

Nessuno può uccidere nessuno. Mai. Nemmeno per difendersi.