Adamus il 3/7/2003, alle ore 16 ha
scritto:
Ovvio
E' ovvio....come mai ci state arrivando solo ora? Le riparazioni idrauliche,
i commercialisti, gli infermieri, i carrozzieri sono pagati da utenti
che ne hanno bisogno. Perche' mai il "pubblico" deve fornire
educatori, animatori, psicologi gratis? Il vero welfare sara' quando
lo Stato pagherà ai Cittadini il telefono o le riparazioni
della casa. Il welfare che ci hanno venduto in questi anni e' stato
solo un trucco di prestidigitazione
wildwest il 3/7/2003, alle ore 16 ha scritto:
privato, autonomo, a pagamento
Concordo, ma non solo. L'unica cosa seria è un lavoro sociale
basato su un contratto privato, in piena autonomia e dove l'utente
paga di tasca sua. Salvo casi eccezionali di vera indigenza, l'attuale
lavoro sociale pubblico è offerto gratuitamente a gente che
coi soldi risparmiati si compra le merci del turbocapitalismo. Perche'
avere un aiuto educativo deve essere gratis mentre avere ore di
spot richiede un canone?
F.Bellizzi il 3/7/2003, alle ore 16 ha scritto:
La domanda e' radicale
La domanda radicale che mi sto ponendo da un po' di tempo e' se
il "lavoro sociale" sia ancora possibile. L'ipotesi che
sto elaborando e' che nessuno lavoro sociale sia possibile sotto
il controllo di un qualsiasi ente "pubblico": Stato, Regione,
Comune, Scuola, ASL. L'unico margine ancora libero sta nel rapporto
privato: laddove cioe' cliente e committente sono lo stesso soggetto.
Mirco il 2/7/2003, alle ore 19 ha scritto:
...segue...
..a questo titolo vi invito a mandarmi dei contributi inerenti la
problematica sotto espressa all'indirizzo mirco@psicopolis.com se
volete, contributi che pubblicherò nelle pagine da me curate
e ai quali farà seguito una discussione via chat. L'intento
sarà quello di giungere a condividere un percorso che possa
condurci, anche attraverso una rivendicazione identitaria, ad una
autonomia professionale, e che renda concreto e tangibile il senso
del nostro operare. Totò diceva "il servo serve",
noi fino adesso siamo stati i servi del potere poli-burocorporativo,
ora è giunta l'ora di vergognarci dei nostri silenzi anche
perché, spesso, l'utenza non ha voce. (mirco)
Mirco il 2/7/2003, alle ore 19 ha scritto:
Noi, i secondini del consenso.
Un apprezzato interlocutore, nel momento in cui gli paventavo l'opportunità
di un dis-affrancamento degli operatori dal potere poli-burocorporativo,
scetticamente mi rispondeva che era responsabilità proprio
degli operatori questa dipendenza dal potere politico tanto da far
ritenere gli operatori i secondini del consenso. Certo è
che, tentare di progredire dallo status di secondini, fino a raggiungere
quello di terzini cercando di smarcarsi, non pare proprio essere
una pratica consueta per certi ambienti. Eppure mi dico sempre con
ottimismo, uno su mille ci sarà. E cosi, ad ogni candidatura
a cittadino di psicopolis ho fin d'ora risposto sempre affermativamente
con una logica di inclusioni senza limitazioni o vincoli. Il candidato
a cittadino quindi, trascorsi i cinque giorni, diviene cittadino
a tutti gli effetti ma, quello che in realtà mi sfugge è
cosa lo spinga ad una appartenenza che però poi non lo vede
partecipe di nessuna iniziativa, ne di alcun tipo di obiezione.
Mi ero ripromesso di organizzare un convegno sul futuro degli operatori
dell'immateriale, convegno proposto da akkademia e che avrebbe dovuto
accogliere i contributi del mondo della politica, della cooperazione
e dell'impresa. Parlo al condizionale in quanto questa voglia di
dis-affrancarsi dalle lobbyes, mi pare poi, non essere tra le finalità
che, invero, gli operatori si ripropongono. Trovo estremamente umiliante
subire controlli di ordine politico senza che venga invece richiesto
un controllo/verifica di natura competente nella professionalità.
Trovo questo umiliante, affermo che questa è la prassi consolidata
ma, constato che coloro i quali avallano la prassi sono in primis
gli operatori stessi, incapaci di una qualsivoglia minima proposizione
dignitosa sotto il profilo professionale. Quindi nel marasma corporativo
egemonizzante, gli operatori divengono l'orpello di cui i vari coordinatori
d'ambito si fregiano mentre i politici mostrano a supporto di un
consenso cercato e ricercato in maniera spasmodica. Questa silente,
ma redditizia genuflessione, a cui gli operatori si prestano, viene
ripagata con pochi spiccioli ed una pacca sulle spalle. Signori,
come può non pesarvi questo essere considerati tanto inutili?
Se si pensa infatti che a nessuno verrebbe a mente di mandare un
galoppino politico a controllare un medico in una struttura, soprattutto
se il suo ben operare avvantaggia la classe dirigente in auge in
quel momento, come si può accettare noi certe ingerenze,
tra l'altro incompetenti, senza domandarci che cosa e chi ci vuole
li in quel momento? Queste storie emergono ogni giorno, ma emergono
nei corridoi dei palazzi, nei privati sfoghi di frustrati operatori
a rischio d'ulcera, raramente sono invece oggetto di riflessione
per l'intera collettività. (mirco)
Mirco il 22/6/2003, alle ore 2 ha scritto:
..mi chiedo..
..e mentre il giallo continua ad assillarci nel suo grottesco tormentone
estivo mi chiedo, e se gli esseri umani imparassero ad esprimersi
in un linguaggio melodico, magari cantando il dire, cosa cambierebbe
nei rapporti tra le persone? Forse nulla, eppure... (mirco)
noi il 21/6/2003, alle ore 19 ha scritto:
Tratto dal forum di www.noivaldinon.it
"Il Comprensorio ha preso in giro tutti buttando via soldi
pubblici in collaborazione con la ditta Egeo. Un grazie a Bruno,
Marco e Thomas per aver continuato fino alla fine a farci crescere
e a sorridere con noi. Grazie davvero. Firmato: tutti i ragazzi
che ci credevano e si stavano impegnando in un progetto davvero
importante." ...Nei prossimi giorni la storia completa di "Margherita
e i 40 ladroni" nelle migliori edicole!!!
Mirco il 20/6/2003, alle ore 19 ha scritto:
Per quelli della Val di non
Personalmente non conosco il caso e, come ovvio, non posso neppure
esprimere un giudizio che, tra l'altro, non mi compete. Quello che
invece mi rende perplesso sono queste accuse non circostanziate
e date in pasto, crude, ai cittadini di psicopolis spammando su
tutte le bacheche, quasi si tenda implicitamente nel parziale messaggio
ad ottenere consensi per la propria personale causa. A Wildwest
dico che, no, non posso re nulla e non voglio re, però aggiungo
che "qualcuno" è entrato in bacheca con i piedi
di piombo, senza ritenere di dover spiegare nulla e lanciando accuse
gravi, postando più volte le stesse accuse che, sotto la
forma esposta, non vanno al di la delle normali illazioni che ogni
cittadino fa al bar del paese. Per quanto riguarda la bacheca, essa
non ha moderatori, è vero invece che questa bacheca e gli
argomenti in essa espressi hanno un taglio diciamo immateriale e,
però, non essendo moderata, non possono venir considerati
off topic gli argomenti di natura altra, va però detto che,
quelli della Val di Non o chi per loro, si sono intromessi con fare
elefantesco nel mezzo di discorsi che esulano dal fare giudiziario,
senza presentarsi. Questo io ritengo sia l'unica realtà che
possa essere da noi akkademici presa in considerazione, e la rabbia
manifestata da Wild è una reazione che va considerata, anche
nella sua adeguatezza, per un'azione (quella di "Noi")
che può essere vista come in-adeguata e poco rispettosa.
Altro al proposito aggiungo.
Mirco il 20/6/2003, alle ore 19 ha scritto:
"MAGO" e facilitatori, ossia, (Aiutare ad aiutarsi)
Personalmente ritengo che, ricorrere a modelli sia un modo per stereotipizzare
l'evento gruppale. E' comunque certo che possiamo aver subito i
condizionamenti delle esperienze altrui, cosi come è vero
che ogni gruppo ha delle costanti generiche che vanno conosciute.
Allora posso dire che le esperienze avute da Yvonne M. Agazarian
e da Jeffrey Kauffman con la sua "Tanatotropia", mi hanno
particolarmente stimolato. Però, e questo va detto, preferisco
considerare ogni gruppo come esperienza unica ed irripetibile. La
Agazarian dice: "Il vantaggio di descrivere tutti gli esseri
umani viventi in modo isomorfo è ciò che si impara
sulla dinamica di qualunque sistema può essere applicato
alla comprensione della dinamica di tutti i sistemi della catena
gerarchica cui appartiene. E' attraverso la discriminazione e l'integrazione
di somiglianze e differenze che i sistemi si sviluppano dal semplice
al complesso". E' ovvio che, nei gruppi di Mutuo Aiuto, il
ruolo dell'operatore deve essere discreto, ma a mio parere in tali
gruppi la mutualità del reciproco com-prendersi va facilitata.
Anche in questi contesti il conduttore deve essere in grado di rendere
manifesti certi sentimenti, deve saper contenere l'energia del gruppo
che, altrimenti, andrebbe dispersa. So che esistono anche gruppi
di mutuo aiuto senza conduttori ma, da quel che mi risulta, perdono
in efficacia nel tempo. Cosi come mi risulta che, conduttori poco
preparati, abbiano inficiato l'efficacia dei gruppi. Comunque, un
altro compito dell'operatore in questi contesti, potrebbe essere
quello di organizzare incontri con esperti, di tanto in tanto, che
sappiano parlare dello specifico problema in termini anche tecnici.
L'obiettivo che tenterei di raggiungere è quello di una certa
maturità del gruppo che, ad un certo punto, muovendosi come
un tutto ed in estrema autonomia, organizzi esso stesso degli incontri
in scuole o istituti etc. e in cui sappia farsi portatore di reali
risposte e soluzioni. Però, dall'inizio, il compito dell'operatore
sarà quello di aiutare ad aiutarsi. (mirco)
noi il 20/6/2003, alle ore 15 ha scritto:
www.noivaldinon.it
Il Comprensorio ha preso in giro tutti buttando via soldi pubblici
in collaborazione con la ditta Egeo. Un grazie a Bruno, Marco e
Thomas per aver continuato fino alla fine a farci crescere e a sorridere
con noi. Grazie davvero. Firmato: tutti i ragazzi che ci credevano
e si stavano impegnando in un progetto davvero importante.
Adamus il 20/6/2003, alle ore 15 ha scritto:
AutoAiuto?
Caro Mirco, sono curioso di conoscere a quale modello ti ispiri
per il gruppo di autoaiuto (Hudolin?. I veri gruppi di autoaiuto
sono quelli come AA, senza operatore. Ho sempre considerato buffo
il termine autoaiuto per gruppi che sono condotti da un operatore.
wildwest il 20/6/2003, alle ore 15 ha scritto:
Basta con le stronzate
In questo Forum non ci interessano le beghe di questo Egeo e questi
anonimi della ValdiNon!!!! Chiedo al Primo Akkademico di re ogni
giorno questi deliri
Egeosrl il 20/6/2003, alle ore 15 ha scritto:
Denuncia penale
Il tanto decantato Bruno ha in corso una denuncia penale, e se chi
scrive questi insulti avesse il coraggio di firmarsi, ne avrebbe
una anche lui.
noi il 19/6/2003, alle ore 18 ha scritto:
PER EGEO
Il Comprensorio ha preso in giro tutti buttando via soldi pubblici
in collaborazione con la ditta Egeo. Un grazie a Bruno, Marco e
Thomas per aver continuato fino alla fine a farci crescere e a sorridere
con noi. Grazie davvero. Firmato: tutti i ragazzi che ci credevano
e si stavano impegnando in un progetto davvero importante. (Copiato
dal forum di www.noivaldinon.it) (Perché invece di re non
ne parlate...!? Non è una cosa da poco...Abbiamo sentito
di gente che ha detto: "Bastava informarsi prima su chi era
EGEO. Una ditta poco seria è dire poco, io la chiamerei associazione
a delinquere". Complimenti!!!)
Mirco il 17/6/2003, alle ore 22 ha scritto:
MAGO (Mutuo Aiuto Gruppi Online)
Sono attivi i gruppi di mutuo aiuto online nelle pagine da me curate
in Akkademia. Se volete, dategli un' occhiata. Se volete partecipare,
il servizio è gratuito ed è rivolto a persone che
condividono una situazione di disagio. Se conoscete delle persone
che si trovano in condizioni di disagio, parlategliene. Se volete
discuterne, discutetene qui in bacheca. Se volete aiutarmi in questo
percorso, aiutatemi! (mirco)
Mirco il 9/6/2003, alle ore 14 ha scritto:
Informazione:
Qualcuno sa, per caso, dove sono quelli della segreteria? Ho mandato
loro delle pagine da pubblicare giorni fa ma, non ho ancora ottenuto
risposta, e sapendo della loro proverbiale solerzia, non so a cosa
additare questo insolito silenzio. Stessa cosa dicasi di Guido Contessa,
al quale giorni fa ho inviato una mail e non ne ho ottenuto risposta.
Che siano fuori sede? Ho inviato loro una mail chiedendo spiegazioni
ma, ovviamente non ho avuto risposta. Provo dunque in bacheca sperando
che ci sia qualcuno che sappia iluminarmi al propositi. Saluti,
mirco
mirco il 1/6/2003, alle ore 11 ha scritto:
Non escludo
Più che spazio vuoto io direi, per quanto mi riguarda, spazio
del caos, terra di nessuno e di tutti quindi e, proprio per questo,
esso diviene terreno di negoziazione privilegiato per apportare
un cambiamento radicale e profondo sotto il segno però di
un nuovo potere. Questo terreno infatti non è vuoto nel senso
letterale del termine, in esso, come ho avuto modo di dire, fluttuano
significanti in maniera casuale. Ego e Alter, negoziando, daranno
vita ad un nuovo ordine di significati attingendo da questo spazio
di mezzo. Quindi, non escludo quello che afferma Adamus ma, aggiungo
che, quel Potere è un potere emergente nato in maniera contingente
alle negoziazioni tra Ego e Alter.
F.Bellizzi il 31/5/2003, alle ore 14 ha scritto:
Provo a fare una sintesi
Questo credo di aver capito. Per alcuni fra un soggetto e l'altro
esiste uno spazio vuoto, che puo' diventare spazio negoziale. Per
altri, non esistno spazi vuoti perche' tutto cio' che e' vuoto viene
occupato dal potere. Ho capito bene?
mirco il 29/5/2003, alle ore 22 ha scritto:
La seconda che hai detto..
La tua affermazione non mi permette vie di fuga plausibili se non
il propendere per la seconda. Si aggiunga che, la tua estrema sintesi
non è che mi aiuti poi molto nel darti una risposta comprensibile.
Premetto che ciò che ho scritto è un insieme di stimoli
per addentrarci in un terreno sicuramente scuro, aggiungo che le
sensazioni poco chiare che tento di far emergere, sono sensazioni
costellate di dubbi e di incertezze e, per ciò, ambirebbero
alla comprensione. Purtroppo le parole a volte non rendono giustizia
delle sensazioni o delle emozioni provate e, nel caso, si potrebbe
certamente dire che io non mi sono fatto comprendere, non ne sono
stato capace. Quando Escobar, ma potrei benissimo citare un certo
Petrillo: "Giochi di reciprocità" al proposito
o, nello specifico Axelrod, quando questi autori studiarono questa
terra di mezzo, essi si accorsero che essa diveniva una sorta di
via di fuga possibile che però ambiva a rilegittimare un
nuovo ordine. Due sistemi ordinati quindi che fuggono dalle rispettive
appartenenze per gettarsi nella not fly zone e rifondare un nuovo
ordine alternativo, un ordine sincretico emergente. Escobar sottolinea
che questo meccanismo ebbe il potere di attenuare il conflitto.
Un nuovo mondo si prospetta quindi agli uomini. I movimenti sincretici
hanno il potere di rifondare il Mito, diversi studi sono stati fatti
al proposito in questo senso, si pensi al "peyotismo"
ai "Cargo cults" etc e, per quanto poi asserisca Canetti
nel senso che il Mito elimina la Storia, personalmente sono convinto
che il Mito ri-fondi la Storia. Quindi, per farla breve se ciò
fosse possibile, ritengo che in quello spazio di nessuno, risieda
per ego e per alter la possibilità di operare un cambiamento
epocale. Se poi tu adamus fossi un tantino più preciso eviteresti
a me certe acrobazie intellettuali e mi sarebbe più facile
venirti incontro. In due parole, con estrema sintesi, sarebbe lunghissimo
il percorso e difficile tentare una condivisione. Però confesso
che a volte il dubbio mi viene: che lo scemo sia io? (mirco)
Adamus il 29/5/2003, alle ore 14 ha scritto:
Troppo difficile
Caro Mirco, o io sono scemo o tu sei troppo oscuro! Non ho capito
quello che hai scritto...
Mirco Marchetti il 27/5/2003, alle ore 23 ha scritto:
Il Fulcro
C'eri!? E me lo dici pur sapendo della mia curiosità? Sei
un sadico, dimmi chi eri o almeno in quale gruppo ti trovavi. Comunque,
proseguiamo. Vorrei riflettere assieme a voi. Scrive Roberto Escobar:
"Proprio nel corso della Grande Guerra, anche a causa del lungo
ed immobile fronteggiarsi degli eserciti nelle trincee, tra i soldati
schierati su fronti opposti, ai bordi della terra di nessuno, si
istituirono delle tregue spontanee e non dichiarate. Tali tregue
si reggevano su comportamenti simmetrici e reciproci, significanti
e simbolici. Si trattò di una sorta di implicita disobbedienza
di massa, come se migliaia di individui insieme, sui fronti opposti,
distogliessero lo sguardo dagli opposti centri simbolici, e creassero
insieme un nuovo spazio di significati ritualmente comunicati. Il
risultato fu, spesso, un drastico e durevole abbassamento del livello
del conflitto." Se lo spazio intermedio è lo spazio
che va ad occupare il Potere, per cio stesso è lo spazio
che rifonda la Storia e, con un movimento ed una compenetrazione
che va oltre il sincretismo, la terra di nessuno ha il potenziale
intrinseco di rifondare il Mito. Esso è per ciò come
tu dici "strano" in quanto straniero per eccellenza e,
ci accarezza con l'amorevole mano di thanatos. Lo amiamo in quanto
paradigma di una libertà estrema, lo odiamo perché,
proprio per il suo essere libero fino all'estremo ci rende incatenati,
senza vie di fuga, alla nostra finitezza. Il potere è la
necessaria assurdità del conflitto. L'Altro è la maschera
del Potere. (mirco)
Adamus il 27/5/2003, alle ore 13 ha scritto:
il centro è un attrattore
Caro Mirco, io c'ero, ma questo non vuol dire. Il centro di un gruppo
è come un attrattore strano: insieme buco e materia iperdensa.
Vuoto apparentemente, pieno di fantasmi in realtà, occupato
da qualcuno appena e' possibile. Il conduttore è al centro
del gruppo per il gruppo, ma questo è al centro del conduttore
dal suo punto di vista. Lo spazio non ha vuoti, come in fisica.
mirco il 25/5/2003, alle ore 19 ha scritto:
Il centro del gruppo
Il ragionamento di Franco mi trova perfettamente concordante. A
proposito di idee messe in atto nelle altre bacheche vorrei, nel
tentativo di dar senso alla mia partecipazione al lab. "oltre
le colonne d'Ercole", fare alcune considerazioni. Quella che
taluni hanno chiamato "Terra di nessuno" e che è
inframezzata tra l'appartenenza di ego e di alter, quella sorta
di brodo primordiale di significanti e che, secondo altri, verrebbe
sempre occupato dal Potere, quel "luogo" è per
ciò stesso "terra di tutti", è la via di
fuga verso l'ignoto, rappresenta il terrifico mondo del caos in
cui i segni fluttuano. Ora, in un gruppo, quel luogo è rappresentato
dal suo centro. Con diffidenza, nelle fasi iniziali, ogni partecipante
attinge da quel centro nuovi ordini significanti che, da una parte
facilitano il problema della complessità sistemica frammentando
il gruppo in sottogruppi strutturati anche se in maniera effimera
(ad es. diadi contingentate), e dall'altro offrono riparo alla prassi
del contenimento e possibili vie di fuga. Si può fuggire
verso l'alterità, oppure si può fuggire assieme ad
un altro o altri, negoziando nuovi significati da condividere, verso
il centro incandescente. Credo che all'inizio, nelle fasi iniziali,
il centro, la terra di tutti e per converso di nessuno, sia percepita
dai partecipanti come il luogo in cui risiede il conduttore, quindi
il Potere con la sua ridondanza di segni a disposizione. Mi sarebbe
piaciuto discuterne con chi ha assieme a me condiviso l'esperienza
ma, come sempre succede, ai miei appelli nessuno a risposto. Questo
fa del mio sentire un pensiero parziale e poco condiviso, ha l'aspetto
dell'osservatore partecipante ma manca di una pluralità di
riscontri che dovrebbero avere l'intenzione di definire in termini
più oggettivi la realtà dei fatti. Cosa ne pensate
dunque del centro quale "spazio di nessuno?".
F.Bellizzi il 25/5/2003, alle ore 11 ha scritto:
Intelligenza collettiva
Ognuno di noi e' ignorante, nel senso che cio' che resta da imparare
e' sempre infinito, anche se avanziamo (infinito meno x = infinito).
Pero' se rileggiamo questa bacheca scopriamo che Akkademia e' un
po' meno ignorante del singolo Akkademico. Se poi leggiamo le altre
bacheche e molte pagine di Psicopolis scpriamo che questa e' meno
ignorante di Akkademia. Insomma l'intellgenza collettiva e' qualcosa
che riduce l'angoscia dell'infinito sapere che si pone di fronte
a noi, come un continente da esplorare.
mirco il 22/5/2003, alle ore 21 ha scritto:
Suggestivo
Bello e ricco di suggestioni il tuo riferimento metaforico alla
Cena del Cristo con gli apostoli. Personalmente, anche data l'ignoranza
in materia, questo mi sollecita a rileggermi il testo biblico alla
ricerca di arcaici costrutti. Credo che il capro espiatorio più
emblematico possa essere ricondotto alla figura del Cristo e Dio
il Super-Io ordinatore. Comunque occorre che approfondisca, il fatto
è che comincio a disorientarmi tra i meandri della mia ignoranza,
più approfondisco e più mi rendo conto di quanto ci
sia da imparare. Nella mia insicurezza, sapere di avere altri accanto
in questo percorso mi rende sicuramente meno solo. Grazie :-)
wildwest il 17/5/2003, alle ore 19 ha scritto:
Anonimia sociale?
Bello questo concetto, che ti rubo subito. Merita un approfondimento.
Quanto alla metafora pasto e gruppo, mi viene in mente che il gruppo
piu' famoso della storia (apostoli + Cristo, il conduttore)ha avuto
il suo culmine in una cena......
Mirco il 12/5/2003, alle ore 11 ha scritto:
gastro-anomia
Passi la definizione di "un po matto", ma per carità,
non ti lascerò passare quela di genio. In fin dei conti,
che le strutturazioni gastronomiche siano un sistema di segni che
possono essere ricondotti al linguaggio ed alle regole linguistiche
che ad esso sottendono, non mi pare una scoperta. Già da
come vengono, o meglio venivano collocati i partecipanti alla tavolata,
ci rendeva chiara una certa disposizione gerarchica all'interno
di una famiglia. Anche se oramai in disuso, ricordiamo tutti la
collocazione del capotavola, dei figli e della madre attorno alle
nostre tavole occidentali. Nelle strutture cosidette "selvagge"
qesta rigidità di ruoli, ravvedibili anche nella posizione
occupata durante l'ora dei pasti e che per ogni posizione occupata
a tavola corrisponde un status sociale, è tutt'ora in uso.
In occidente, invece, stiamo passando dalla gastronomia alla gastro-anomia.
Pure la ritualità del pasto che vede la famiglia collocarsi
attorno ad una tavola seguendo un ordine strutturato e che tenga
conto del ruolo di ognuno all'interno del contesto, è ormai
caduto in disuso. Si mangia quando si può, dove si può
e con chi si può. I fast food hanno introdotto nuovi modelli
culinari. Oltre all'anomia sociale quindi, credo possa essere introdotto,
oggi, pure il concetto di anonimia sociale. Di contro all'Artusi
cominciamo a vedere lo sviluppo della nouvelle cousine. Secondo
me, questa comparazione segnica tra il culinario ed il conversazionale
può offrirci uno spunto in più per comprendere una
trasformazione che, comunque, è in primis sociale. Un tempo
si diceva: "Siamo quello che mangiamo" ma, anche "come"
mangiamo ci rende più palese il modo di interagire e, se
il mangiare, cosa e come, era anche una chiave di lettura di espressione
di un contesto culturale, oggi, con la globalizzazione omologante,
si confondono sapori e saperi. Il linguaggio corrente, soprattutto
se si fa riferimento alla sfera dell'eros, si serve spesso di codici
gastronomici. Per noi uomini, ad esempio, una ragazza è "bona",
"appetitosa", non si può parlare mangiando ma,
c'è chi si mangia le parole. Insomma, questi stimoli, questi
piccoli bocconcini gettati sul tavolo dei ragionamenti, altro non
sono che una sollecitazione in più, un punto di vista differente,
che possano aiutare me, assieme a voi, a comprendere meglio l'uomo
ed il suo modo di interagire con l'Altro. (mirco)
wildwest il 11/5/2003, alle ore 14 ha scritto:
I'm back
Dopo un po' di assenza, eccomi qui. Mirco e' davvero un genio, anche
se come tutti i geni e' un po' matto. La metafora del pranzo come
processo gruppale, non l'avevo mai sentita ma e' great! Antipasti,
caldo e freddo e' quello che Tuckman chiama forming, storming, norming
e performing. Lewin aveva parlato di unfreezing, changing, refreezing.
Mirco il 9/5/2003, alle ore 16 ha scritto:
"oltre le colonne d'Ercole"
Caro Franco, spero tu non voglia considerare come una sorta di via
di fuga dal discorso intrapreso questa mia divagazione. In effetti
tra i miei intendimenti c'è prioritariamente quelo di mettere
in luce la natura duale dell'uomo, anzi una natura che personalmente
definirei caleidoscopica. Nel prossimo post mi piacerebbe fare alcune
riflessioni dell'esperienza che ho avuto e, magari, compararle con
altre esperienze e, vedrai, usciranno delle considerazioni pure
di ordine politico, o almeno lo spero. Sei uno dei pochi interlocutori
che ho in questa bacheca, sei, quasi, la mia unica linfa vitale
:-), occorre che ti tenga d'acconto, ciao.
Mirco il 9/5/2003, alle ore 16 ha scritto:
Lab.
Caro Franco, nei primi giorni di aprile, come saprai, c'è
stato un lab. di dinamiche di gruppo, come da subject. Ora, visto
che seppur molti abbiano promesso delle considerazioni sul "libro
delle testimonianze" ma poi nella realtà non le abbiano
fatte, vorrei provare a fare alcune considerazioni con voi a proposito
di quella che è stata la mia esperienza. Inizio dicendo che,
personalmente sono molto attratto dai gruppi. Data la quasi assoluta
incapacità relazionale degli anziani dementi, purtroppo,
non mi è facile anzi lo ritengo quasi impossibile formare
gruppi tra questo tipo di utenza ma, anche da loro imparo cose sull'uomo.
Il lab. a cui ho partecipato era virtuale ma, a detta per lo meno
di ARIPS, sembra che le cose cambino poco rispetto un lab. faccia
a faccia. Ora, se mi è consentito vorrei provare assieme
a voi, ad iniziare a ragionare su quella che mi pare possa essere
una differenza tra gli incontri face tu face e quelli virtuali.
Secondo alcune interpretazioni, ad esempio, l'interazione verbale
potrebbe essere semioticamente comparata con le regole culinarie.
Ad esempio, di solito i pasti iniziano con i cosiddetti anti-pasti,
i quali hanno la funzione di preludio al pasto stesso, sono costruiti
esteticamente con una particolare attenzione all'aspetto formale
ed hanno il compito di prepararci a quello che sarà poi il
vero pasto. Poi si passa, in un pranzo strutturato secondo una certa
prassi che potremmo definire artusiana, ai pasti cisiddetti "caldi",
minestre e pastasciutte per intenderci, quindi i bolliti e le carni
cotte, e per terminare si torna al "freddo" ma l'imponenza
estetica cerca la perfezione formale nelle torte ad esempio. Come
si vede, la metafora culinaria nella sua valenza segnica o se volete
semiotica, da conto dei normali rituali di "apertura"
e "chiusura" dei discorsi che assumono l'aspetto formale
più eclatante e calzato ma, al pari della torta finale, sono
fredde convenzioni, soprattutto nella chiusura del discorso. Ecco,
a me pare che quest'aspetto, nei lab. virtuali, abbia meno rilevanza
che nel reale. La chiusura e l'apertura del discorso è meno
convenzionale. Forse potrebbe pure essere dovuto al fatto che, non
dovendo mettere in gioco il corpo, essendo più difficoltoso
che nel reale il "perdere la faccia" (come direbbe Goffman),
le formalità cedano il passo di qualche gradino alla valenza
semantica del discorso relegando sullo sfondo scenografico, il valore
delle convenzioni e delle norme condivise. Per il resto, credo per
lo meno, le dinamiche gruppali siano di molto simili tra loro, sia
che si parli di virtuale o reale. E' a questo punto che mi piacerebbe
possa prendere piede, anche in questa sede, un dibattito per certi
versi avviato e che tenga conto delle differenti esperienze avute
da ciascuno di voi al proposito e che miri a definire la valenza
del piccolo gruppo riguardo le conquiste che ognuno di noi può
ottenere sotto il profilo delle competenze psicologiche.
F.Bellizzi il 5/5/2003, alle ore 12 ha scritto:
Valery e i l mit-dasein
Il Qualcuno di Valery e l'esserci, non significa "gli altri",
ma un altro determinato, relazionale, fisicamente prossimo. La mia
era un'esortazione contro la politica, il sociale, la civitas.......
Mirco il 3/5/2003, alle ore 22 ha scritto:
Solipsismo?
Caro Franco, come ritieni possibile il "fare" o il "pensare"
per noi stessi? Come il nostro essere noi pensi possa avere esistenza
se non in un "esser-ci". A mio parere non ha senso l'essere,
ha senso invece l'esser-ci. Il mondo, l'Altro generalizzato, caratterizzano
e determinano le nostre movenze, i nostri atti, le nostre riflessioni.
Quando facciamo qualcosa, la facciamo sempre puntando a qualcuno.
Quello che tu asserisci è molto poetico ma, assume l'aspetto
dell'astrazione solipsistica, più pragmaticamente vorrei
proporre uno spunto di riflessione che viene da Paul Valéry:
"Bisogna puntare a Qualcuno, e più noi lo teniamo sotto
mira con precisione, migliore sarà il lavoro e il rendimento
del lavoro. L'opera della mente non è interamente determinata
se non quando qualcuno è davanti ad essa. Colui che si indirizza
a qualcuno si indirizza a tutti. Ma colui che si indirizza a tutti
non si indirizza a nessuno. Questo qualcuno da il tono al linguaggio,
fissa l'ampiezza delle spiegazioni, misura l'attenzione che si puo'
richiedere." Questo non vuol dire che, un autore ad esempio,
non guarda gli uomini tutti, ma li guarda attraverso un qualcuno
con il quale egli è in relazione. Se cosi non fosse "io"
non avrei senso alcuno perché, io "non sono", io
"ci sono", nel corpo, nel gruppo, nella società,
nel mondo.... (ps scusa per la tardiva risposta ma, ho avuto degli
impegni) mirco
F.Bellizzi il 20/4/2003, alle ore 16 ha scritto:
Forse sbagliamo alla radice
Forse il nostro errore e' nel cercare di cambiare il mondo e gli
altri. Se pensiamo, vogliamo che i nostri pensieri dilaghino. Se
facciamo qualcosa vogliamo che gli altri ce ne risonoscano il merito.
Forse dovremmo pensare, fare, sentire per noi stessi e basta: disinteressandoci
del mondo che tanto resta un oggetto che va come vuole andare. Invece
di pensarci come irradiatori, dovremmo pensarci come tubi di scorrimento
di flussi leggeri, dove non conta ne' la sorgente ne' l'estuario,
ma solo il fruscìo accarezzante del passaggio.
Mirco il 20/4/2003, alle ore 11 ha scritto:
Comprendo e concordo.
Premettendo che, la mia supposta depressione, che io definirei nei
termini di una melanconia, non credo possa interessare molto, voglio
invece aggiungere alcune precisazioni ai commenti di "ita"
che, fondamentalmente condivido. Vorrei precisare che, se le mie
pensate venissero realizzate nei termini in cui le ho pensate o
perseguendo la stessa finalità, allora potrei esserne orgoglioso.
Il problema è che, purtroppo le pensate che richiedono un
certo impegno personale o che si auspicano un cambiamento, spesso
vengono utilizzate da burocorporazioni per occasioni di facciata,
magari per mostrare un nobile intento che poi non verrà mai
realizzato. Pure io "rubo" in qualche modo e, chi non
lo fa. Nella comunicazione vi è un continuo scambio tra le
parti in campo e tra il campo e le parti stesse che, se si potesse
misurare il contenuto iniziale, in termini di "averi",
dal contenuto finale, vedremmo che ognuno si è arricchito
di qualcosa perdendo però qualcosaltro, ma non in termini
di impoverimento/arricchimento, bensi in termini di trasformazione.
Anche il singolo lettore è in fin dei conti rassicurato dall'idea
che ogni enunciatore manipola i suoi destinatari, e lo fa perche'
si sente a sua volta manipolato da un attante "situato"
in maniera gerarchicamente superiore. Per situato intendo che lo
si definisce tale nel luogo e nell'ora in cui enuncia. Ho voluto
dire questo per rimarcare che, è inevitabile l'essere derubato
e, anzi, nell'accezione che suggerisci diviene addirittura auspicabile
cosi come è auspicabile il rubare, il carpire, il mettere
in comune ma, quello che veramente sento mancare è la comunicazione,
sono le connessioni, la partecipazione, le sinergie il gruppo. E'
quasi retorico evidenziare che, nel gioco delle parti, nel mettere
in comune affinché vi sia comunicazione, occorre essere disposti
al dare ed al prendere e, sarebbe quantomeno sospetta una buonista
propensione all'Altro senza dichiarare un disagio anche minimo ma,
è proprio in questo che mi riprometto l'impegno. Quando invece
vedi che in un tuo progetto, preteso da burocorporazioni, portato
avanti da sodali alle burocorporazioni, manca lo sguardo verso l'altro,
manca il fine che ti eri riproposto, manca l'impegno mentre prende
rilievo l'aspetto formale, allora cominci a sentirti uno strumento
nelle mani di demagoghi che pensano ad un ritorno in termini elettoralistici
e tu sei stato bellamente usato allo scopo. Di questo, anche di
questo occorre prendere coscienza, nelle nostre funzioni siamo i
"guardiani del consenso", e lo dico non perché
depresso (a giorni posso essere malinconico), ma perché mi
auguro che noi si possa prendere coscienza di essere un ceto, un
ceto differente e di "Qualità soggettiva". Cara
"ita", io è dall'inizio che mi auguro "connessioni"
ed è proprio quelle che mancano. Una curiosità, chi
è "Pippo"? (mirco)
ita il 19/4/2003, alle ore 16 ha scritto:
connessioni fruttuose
A me piace molto progettare, connettere idee, proposte, azioni,
cercare novità. Mi pare una delle parti più creative
del mio lavoro. Da "giovane" avevo non solo la depressione
di Mirco, ma anche la rabbia ogni volta che qualcuno utilizzava
una mia pensata. Devo dire che l'età non mi ha particolarmente
migliorata, da qs punto di vista. Sto imparando però a "rubare"
anch'io. Se è qs il significato di sinergia, connessione,
scambio/produzione di gruppo. E in quest'ottica sono orgogliosa
anche quando, come "Pippo" una mia battuta offre l'opportunità
a qualcun altro di trovare un'idea originale.
Mirco il 18/4/2003, alle ore 21 ha scritto:
BUONA PASQUA
E' nel segno di una laica resurrezione, che vi auguro di vedere
in ogni violaceo scossone del tempo, il risorgere di un uomo nuovo.
Spero che, nelle attese, negli indugi, nel desolato perseverare
titubante, non abitino assenze morenti ma, una lieve melodia di
un ridente risveglio osannato di orizzonti impossibili. La notte
ha senso nel suo folle danzare col giorno al pari di un io che incessante,
nella danza che eterea esorcizza la morte, ansioso ricerca la vita
in un tu. In questo io vivo, e per questo non sempre mi è
dato a vedere che, quell'Io da solo, non esiste. AUGURI,mirco
F.Bellizzi il 12/4/2003, alle ore 13 ha scritto:
Della propriet¨¤ delle idee
Caro Mirco, non farti prendere dallo scoramento. Le idee devono
girare, essere rubate e fecondarsi. Col tempo torneranno indietro
con gli interessi. Persino Bill Gates deve la sua fortuna al fatto
che 3/4 dell'umanita' gli "ruba" il software! Se avessimo
dato spazio alla voglia di difendere le nostre idee, non sarebbe
mai nata Psicopolis, che contiene oltre 2.000 pagine "rubabili".
NOTA: per favore non scrivere l'accento ma l'apostrofo, senno' non
si riesce a leggerti.
Mirco il 12/4/2003, alle ore 10 ha scritto:
Agenda21
Giovedi 27 Marzo 2003, c'è stata la votazione degli obiettivi
generali che saranno il punto di partenza per l'elaborazione del
PAL (Piano di Azione Locale). I membri dei due gruppi, "Gruppo
sociale e cultura" ed il "Gruppo economia e territorio",
avendo a disposizione due voti ciascuno, votavano gli obiettivi
generali dei Macrotemi delineati nelle precedenti sessioni. Va rimarcato
che la partecipazione spontanea al Forum prevaleva quantitativamente
nel gruppo "Economia e territorio", che era di gran lunga
maggiore all'altro gruppo, quindi risulta comprensibile il perchè
le tematiche ambientali abbiano primeggiato su quelle sociali. Al
proposito cercherò se possibile di inviate alla segreteria
di psicopolis il verbale dell'ultimo incontro a cui sto facendo
riferimento. Comunque intanto vi renderò noti i primi 4 temi
più votati: Con 7 voti è stato il più votato
il tema "Energia e inquinameno" che aveva come Obiettivo
Generale il "Favorire l'utilizzo di forme di energia alternativa
compreso l'eolico". Con 5 voti ilTema "Energia ed inquinamento",
con l'obiettivo di "Incentivare la raccolta differenziata".
Con 4 voti il Tema: "Occupazione basata sul comparto agro biologico
e sulle tipicità del territorio" con obiettivo "Aumentare
qualitativamente e quantitativamente le vendite locali di prodotti
tipici bio". Con 3 voti il tema: "Condividere la città"
obiettivo, "integrazione sociale con particolare attenzione
alle categorie più deboli (anziani, bambini, disabili, studenti..)".
Va detto che i temi erano tantissimi e alcuni non hanno ricevuto
neppure un voto, dipende dalle sensibilità che quel giorno
votavano. I primi dieci temi avranno un approfondimento attraverso
seminari tenuti da esperti del settore, il primo seminario ci sarà
il 16 aprile sul primo Teama, il più votato e cosi a seguire
per i primi dieci che potrete visionare nei rapporti non appena
la segreteria lo pubblicherà. Lavorerò soprattutto
sul 4 tema e, mi spiace che non sia stato votato (1 solo voto) l'emersione
della demenza attraverso la condivisione gruppale tra famiglie accomunate
dallo stesso disagio ma, potrebbe rientrare nel 4 tema. Cosa ne
pensate? Voglio ricordare che, ho visto differenti sensibilità
accordarsi prima del voto per far emergere una tematica anzichè
un'altra io, invece, come pure altri, ero solo e non mi sono accordato
con nessuno ma, se avessi immaginato che tutti quel giorno, tutti
coloro che erano presenti potevano votare, allora a sostegno avrei
portato sodali esterni. Comunque vediamo il proseguo...(mirco)
Mirco il 12/4/2003, alle ore 9 ha scritto:
Pausa di riflessione.
Non sono ammalato ma, forse un po sconsolato potrei esserlo. Il
vero motivo comunque della mia temporanea latitanza è dovuto
alla guerra e, visto che sono cosi interattivo (non fatemene una
colpa), mi sono cercato forum in cui le interazioni sono più
numerose. Ho messo miei post, che hanno riscosso un certo interesse,
su questo forum, e giornalmente il thread era composto da una decina
di risposte. Ho avuto modo cosi di prendere in considerazione punti
di vista differenti dal mio che condividevano l'attacco USA all'Irak.
Diciamo di non essere riuscito a condividerli ma, questo mi sta
permettendo di negoziare, anche sentimenti differenti, in vista
di una condivisione che mi auguro non si frantumi sul filo delle
incomprensioni ma, finché c'è comunicazione e relazione
c'è pure speranza. Sto quindi prendendo in considerazione
il fatto di arricchire di contenuti più condivisi, con l'apporto
anche di chi come me non la pensa, quello che viene in maniera un
po troppo generica definito il "movimento pacifista".
Ho partecipato pure all'incontro via chat organizzato dall'ARIPS,
al lab. del 4-5-6 Aprile (Oltre le colonne D'Ercole) ed ho lasciato
un mio piccolo contributo nel "Libro delle testimonianze".
Ho deciso in oltre di essere cauto nell'avanzamento della costruzione
del mio sito in quanto ho dovuto nel tempo appurare che, ogni volta
si mette un'idea, un progetto che tenti di veder realizzato, poi
arriva uno qualsiasi, carpisce, non interagisce, e rivendica magari
la paternità di ciò che invece tu hai pensato. Si
dice che le idee sono del mondo, ed è vero però poi,
questi improvvisati fautori di progetti che mancano di sensibilità
perchè attuati da persone che spesso non ne colgono a fondo
la valenza qualitativa, vengono bruciati perchè mancanti
nei dosaggi di quegli elementi essenziali che dovrebbero garantirne
la qualità. Diverse volte mi si è chiesto di acconsentire
affinchè la mia idea potesse essere rivendicata dall'assessore
o dalla cooperativa per rendermi conto però che serviva uno
scopo differente dal quale era partorita e nel più ei casi
serviva un aspetto meramente formale. In questo sta la mia cautela
perchè pure io vorrei partecipare alla realizzazione dei
progetti che propongo, semplicemente perchè so di avere la
possibilità di portarlo a termine negli intendimenti che
col progetto mi sono riproposto. (mirco)
F.Bellizzi il 12/4/2003, alle ore 2 ha scritto:
Stai male?
Mirco, sei ammalato? Non si spiega altrimenti una sparizione cos¨¬
improvvisa dopo un mese di "sbattimento". Che fine ha
fatto Agenda21? Sono curioso
Mirco il 27/2/2003, alle ore 14 ha scritto:
Delineiamo gli obiettivi per Agenda
Come già precedentemente annunciato, il giorno Giovedi 6
Marzo avrà luogo il prossimo incontro di Agenda21. Gli incontri
questa volta non avverranno in plenaria ma in singoli gruppi. Con
molta probabilità il cosidetto "facilitatore" sarà
uno interno al gruppo scelto da noi. Nella circostaza verranno evidenziati
gli obiettivi. Per quel che mi riguarda la tematica è passata
ed è quella relativa agli anziani, ai possibili modelli che
rispondano alle "loro" esigenze e che dovrebbero vedere
attuazione. La Formazione è un'altra tematica emersa con
forza da più parti. Ora sarei lieto se potessi confrontarmi
ed avvalermi a tal proposito delle competenze interne a psicopolis
nei riguardi di queste due tematiche. Avete da proporre vie nuove,
differenti alternative, suggerimenti per ciò che concerne
la formazione? Personalmente il mio sguardo è volto ad un
mondo che restituisca all'anziano la dignità di persona.
Per fare ciò ho in mente un'anziano circondato da persone
che sappiano comprenderlo, ho in mente un anziano inserito in strutture
che sappiano assicurargli il soddisfacimento ai suoi reali e personali
bisogni. Ho insomma in mente per l'anziano una sorta di ritorno
all'età dell'oro, un mondo in cui i meno vecchi aspirino
ad appartenere, un mondo fatto di fiducia, sentimenti affetti e
professionalità. Ritengo il Metodo Validation in commistione
con l'elemento sonoro, per mia diretta esperienza, i più
validi approcci che possano perseguire gli obiettivi prefissati.
Pensando che una grande percentuale degli ultraottantenni si incammina
verso il disorientamento spazio-temporale, e sapendo che spesso
per cause contingenti essi non hanno più aiuti "vicini"
e per questo devono essere istituzionalizzati, considerando le attuali
Case di Riposo non adatte allo scopo, ritengo di avanzare l'ipotesi
di centri, o centri diurni con un minimo di posti letto per l'evenienza
che adottino quale filosofia guida quella stessa che sottende al
Metodo Validation, inducendo quindi nel personale interno a certe
strutture corsi di formazione che abbiano in animo la selezione
su presupposti caratteriali in prims, quindi una vera e propria
formazione, in modo da avere una sorta di "Case Validation",
in cui l'elemento sonoro sia elemento guida dato il suo potere relazionale
ed espressivo per tutti quei soggetti che non riescono altrimenti
ad esprimersi avendone constatata la efficacia di cui avrò
modi di parlare anche nelle pagine del sito da me curato sugli anziani.
Ovviamente, a parte la filosofia portante, e data la natura individuale
per lo più degli interventi che possono attuarsi sugli anziani,
non possiamo scartare nella ne lasciare nulla di intentato. Ma l'idea
di una filosofia guida a cui conformare la struttura mi pare centrale
se veramente vogliamo rispondere in maniera seria alle loro esigenze
reali. In linea con tale filosofia vi è l'esigenza ad una
predisposizione di tutto il personale operante a com-prendere l'anziano.
Che ne dite? mirco
Mirco il 22/2/2003, alle ore 16 ha scritto:
Abbiamo le potenzialità per essere noi un Potere, ma non
lo sappiamo..
E' certo che, se noi pensiamo di essere un "non potere"
appena dovesse manifestarsi un soggetto istituzionale in grado di
rivendicare il "potere" oggettivo noi si sarebbe già
sulla strada della subalternità. Personalmente io sono convinto
che noi si abbia un potere in mano, ed è un potere poco simbolico,
è il potere del mezzo e del logos. Eppure, contrariamente
al calabrone, noi non riusciamo a volare. Il mezzo che abbiamo sotto
mano è un mezzo mostruoso, che mette in allerta i poteri
forti. Pensate alla Cina e alle leggi che cerca di mettere in auge
pur di limitare l'uso del mezzo da parte dei cittadini. Eppure noi
non osiamo. Il cittadino irakeno che volesse entrare in Psicopolis
potrebbe farlo, cosi come il cittadino americano, o il cinese o
il kurdo in cerca di una terra, e persino il palestinese. Ma occorre
adoperarsi per attuare il sogno di una convivenza dignitosa e solidale.
Occorre offrire un'alternativa al muro che ci occulta la vista dell'orizzonte,
un'alternativa ad un modello basato sulla menzogna e sulla democrazia
di bello vestita. Occorre creare un mondo dove le differenti identità
possano avere espressione. Ma occorre osare e per osare non si può
non credere in noi stessi. Sono convinto che, un'allargamento dei
cittadini di Psicopolis con questi presupposti, metta in allarme
i poteri forti, dalle multinazionali, alle nazioni sceriffo, alle
businnes bank, fino ad arrivare ai vari papati che detengono il
potere morale del pianeta. Con questo mezzo, con la partecipazione
obiettiva, con la consapevolezza, noi si riuscirebbe persino a disarmare
i poteri cosiddetti forti, occorrerebbe invece saperlo e crederci
e dotarsi di un progetto. Dunque, per ciò che mi riguarda
su agenda non so cosa mi sarà concesso, sono certo però
che se dovessi vedere la morte dei miei obiettivi per ciò
che riguarda gli anziani mi batterei con tenacia e mi piacerebbe
poter contare su questa comunità che dovrebbe però
divenire, contrariamente al calabrone che non lo sa (o forse alla
fisica mancheranno ancora molte cognizioni?), consapevole del potere
che potenzialmente ha sotto mano. (mirco)
Wildwest il 22/2/2003, alle ore 11 ha scritto:
Curioso
Sono molto curioso di vedere come va a finire questa cosa chiamata
Agenda21. Secondo le mie teorie, dovrebbe sgonfiarsi presto, appena
cioe' vengono toccati i poteri di qualcuno. Pero' non si sa mai:
come nella storia del calabrone. Secondo gli scienziati, non dovrebbe
volare, ma lui non lo sa e vola !
Mirco Marchetti il 20/2/2003, alle ore 15 ha scritto:
A proposito di Agenda21 Urbino
Vediamo di fare il punto su Agenda21. Sul sito da me curato "Anziani",
come saprete è linkabile Agenda21 Urbino. Può essere
presa visione anche del rapporto su Agenda. Ho evitato di mettere
il penultimo in quanto, essendo entrati ulteriori attori, si è
continuato il percorso conoscitivo con un facilitatore. Nell'ultimo
incontro invece, tenutosi il giorno martedi 18 c.m. in una riunione
plenaria si sono evidenziati i temi. In pratica l'incontro è
servito ad accorpare in tematiche affini i vari punti su cui ogni
soggetto aveva precedentemente posto l'attenzione. Il rapporto appena
possibile verrà messo nel sito sopracitato. Intanto voglio
dirvi che le integrazioni hanno condotto all'accorpamento dei gruppi
si da avere due gruppi. Il gruppo (A): "Gruppo Economia ed
ambiente"; il gruppo (B): "Gruppo sociale e cultura".
I sottotemi che si sono sviluppati agli interni dei gruppi sono
stati raggruppati per affinità a grandi sottotemi. Ad esempio
la problematica sugli anziani è stata inglobata ad una problematica
più vasta che riguarda il disagio tout court in cui viene
inserito il bambino, il cittadino non residente, l'immigrato..etc.
Il prossimo incontro, fissato per giovedi 6 marzo, avverrà
non in plenaria, ma all'interno di gruppi specifici che eleggeranno
al loro interno un facilitatore. Il compito sarà quindi quello
di individuare gli obiettivi per ogni sottotema. I rappresentanti
del Comune di Urbino, prima di congedarsi hanno ringraziato Psicopolis
attraverso la mia persona per il link messo riferito ad Agenda21
Urbino, e ripromettendosi che, siccome pure sul sito del comune
di Urbino verrà messo un sito su Agenda, metteranno quindi
sul sito un link di rimando a Psicopolis come ringraziamento. Appena
mi sarà inviato il rapporto del 18/02/2003 mi adopererò
per metterlo sul sito. Fatemi sapere cosa ne pensate. mirco
Mirco Marchetti il 16/2/2003, alle ore 19 ha scritto:
Forse hai ragione
Scusami, forse hai ragione, non ho il diritto di rimproverare nessuno.
Vedi, il fatto è che, mi pare si abbia una grande opportunità
a portata di mano, un mezzo mostruoso che possa operare il cambiamento
nella direzione auspicata, ed il fatto di non poter interagire con
altri mi rende parziale, come se fossi incompiuto. A volte mi pare
di aver sulla punta della lingua la parola magica, cerco qualcuno
che mi aiuti a rammentare ma non trovo nessuno. In fin dei conti
mi trovo in mezzo ai detriti del delta del fiume, vado errabondo
tra insenature, mi incanalo nei meandri, a volte sono tentato dal
paradosso di risalire il fiume, il mare mi spaventa. Eppure so di
essere vicino, questo, forse solo questo mi rende frenetico, ma
mi rende anche rabbioso. Una rabbia che nasce dall'ansiosa paura
del cambiamento, dalle mie debolezze. Eppure, son convinto, basterebbe
lasciarsi trasportare dall'inevitabile decorso delle acque, basterebbe
non opporre resistenze a quel moto fluido che è dentro di
noi, archetipico, e che è perfettamente in sintonia con il
muoversi del fiume. Forse dovremmo smettere di seguire i grandi
faraoni, forse è l'ora che noi si segua lo sguardo stupito
di un bambino, lui saprà indicarci la giusta direzione. Scusami.
mirco
wildwest il 15/2/2003, alle ore 14 ha scritto:
Pazienza!
Caro Mirco, non volevo rimproverare te. Volevo solo invitarti a
non rimproverare noi. Il soggetto iperattivo ha dei meriti, ma non
puo' colpevolizzare chi non lo e'. Deve avere la pazienza di aspettare......
s.zero il 13/2/2003, alle ore 15 ha scritto:
intervento in senato magistrale
prendere e dare Una delle poche regole di psicopolis è la
scelta di prendere e dare qualcosa. psicopolis è divenuta
grande, piena di anfratti, di stimoli di possibilità, è
immateriale non vi vedo non vi tocco, non vi annuso, ma ci siete
e volete avere, spero, degli effetti materiali nel mondo... in particolare
mi domando che cosa prendere e dare nello specifico delle istanze?
a parer mio le istanze sono il nucleo direzionale, per essere nucleo
direzionale bisogna imparare ad agire, per imparare ad agire bisogna
prendre confidenza con gli strumenti disponibili e magari illuminarre
nuove possibilità, io prpongo di imparare per esempio ad
utilizzare lo strumento del referendum, e della negaziazione, ecco
la direzione del mio intervento, prpongo che si voti stimolando
la bellezza della partecipazione, come fare ? come rendere le proposte
che ho sostenuto nei tempi passati attive e non repressive ? (zero)
p.s. Grazie a mirco per la collaborazione e spero che tu possa informare
accademia della discussione
Mirco Marchetti il 13/2/2003, alle ore 14 ha scritto:
Chi ha tempo non aspetti tempo...
Caro Wild.. spero non infastidisca uno che cerca di darsi da fare,
se mi agito è solo per smuovere acque che potrebbero nell'inamovibilità
divenire putrescenti. Se decido di partecipare, partecipo attivamente,
se dico di fare dunque faccio. Con questo cerco la collaborazione
di chi può, cerco di offrire nuove opportunità, anche
perchè quando mi iscrissi da qualche parte ebbi modo a scrivere
che, se mi avessero votato non se ne sarebbero pentiti, io mi sarei
dato da fare e, ogni promessa è debito. Come sai faccio il
commerciante, spesso il pomeriggio sono da grossisti, 12 ore settimanali
le dedico agli anziani, faccio parte di differenti associazioni
culturali, scrivo su diversi forum, partecipo a riunioni su handicap,
sul disagio, ho due figli con i quali sto, magari un'ora al giorno,
ma quando sono con loro metto lo stesso entusiasmo che metto in
tutte le cose che porto avanti. Questa sera sono stato invitato
alla costituente di un nuovo gruppo culturale, "Il pifferaio
magico", sanno che mi do da fare e mi hanno cercato loro, se
mi sono simpatici, se condivido gli obiettivi, gli regalerò
uno spazio in akkademia. Speriamo che pure loro non abbiano a rimproverarmi
un eccessivo attivismo. Insomma cario wild.., se tu non puoi nessuno
può fartene una colpa, anzi prendo atto che almeno tu hai
informato akkademia di questo, ma come si dice, chi ha tempo non
aspetti tempo, ed io tra mille impegni il tempo lo trovo sempre.
Invito tutti a prendere parte alla discussione su cosa deve essere
Psicopolis, altrimenti tra un mese rimetto in piazza una nuova questione
e fino agosto le opportunità sono molte ed i miei interventi,
haivoi! numerosi. Ciao, mirco
wildwest il 11/2/2003, alle ore 14 ha scritto:
Dacci tempo
Caro Mirco, mi complimento per l'attivismo ma sei troppo agitato!
Ho visto le pagine, ma serve tempo per leggerele e pensrci. Tu sarai
diverso ma io dedico al web solo mezz'ora alla settimana e non posso
fare di più. Leggere tutto il documento di Agenda 21 e poi
riflettere e reagire mi chiede 2/3 ore: se va bene ti posso rispondere
fra un mese!
Mirco Marchetti il 10/2/2003, alle ore 19 ha scritto:
Allora!?
Intanto vi comunico che ho aggiunto un'altra pagina al mio sito
"Anziani". Conoscerli per aiutarli. Ho voluto dare alla
pagina un contenuto un po' differente, meno tecnico, più
poetico. Un contenuto che faccia riflettere. All'interno della pagina
prossimamente metterò le Storie di vita, da me raccolte in
istituto cercando di dare un senso maggiore a quello che ho scritto.
Chi avesse da raccontare storie con anziani può postarle
in bacheca o spedirle. Le altre due pagine che devo ancora completare
avranno invece daranno apporto più tecnico alla problematica.
Se avete da chiedere, chiedete. Mi domandavo invece, visto che mi
presento a nome dell'intera comunità, per quel che riguarda
Agenda21, possibile non abbiate nulla da chiedere, delle perplessità,
delle curiosità, delle critiche, possibile?
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