I QUATTRO STADI DEL DISORIENTAMENTO (di Mirco Marchetti)

Mutuando dal "Metodo Validation" della Psichiatra americana Naomi Feil, andiamo a descrivere le caratteristiche psico-fisiche peculiari di ogni stadio del disorientamento. Occorre comunque rimarcare che è rara la stasi giornaliera in uno dei 4 stadi, mentre l’esperienza mi ha posto all’evidenza di quanto la demenza sia fluttuante. Ad esempio non è raro il caso di anziani orientati il mattino e magari nel tardo pomeriggio valutare il loro aspetto comportamentale ascrivibile ad esempio al "Primo stadio" del disorientamento, o ovviamente il contrario. Dunque oltre ad un dover rimarcare l’aspetto estremamente individuale, occorre anche tenere in considerazione la forma fluttuante che sovente contraddistingue il disorientamento. L’osservazione è sicuramente la prima fase di approccio. Spesso per osservare l’anziano demente senza dover correre il rischio di essere fonte di disturbo stimolante, adotto una sorta di osservazione partecipata, premurandomi di filmare il tutto. In pratica, nei momenti di calma relativa, faccio portare gli anziani disorientati in un salone facendo attenzione a posizionarli in luoghi che il più possibile rispondano alle loro esigenze. Ad esempio una signora ha spesso paura se la si colloca di spalle ad una finestra, in quanto – dice lei – le sembra di poter precipitare all’indietro, quindi cercherò di posizionarla in un luogo che possa darle maggior sicurezza. Ciò mi consente un’osservazione dei soggetti che, poco stimolati da "rumori" ridondanti esterni, possano dare espressione visibile del loro agire e dell’aspetto posturale il più possibile egocentrata. Generalmente quando osservo mi siedo accanto ad uno di loro e, seduto su di una sedia a rotelle assumo la postura e lo sguardo caratteristico di alcuni di loro. E’ sorprendente notare che, se stessi in piedi in mezzo a loro essi mi investirebbero di richieste specifiche, mentre quando mi colloco in un contesto a loro simile, spesso vengo guardato ma il loro sguardo si fa fugace, ed è come se non mi riconoscessero quale "altro", o meglio è come se mi ritenessero uno di loro. In questo modo ho l’occasione di osservarli mentre monologano (cosa assai frequente per altro) o quando cominciano ad intavolare brevi diverbi dovuti ad incomprensioni perché ognuno esprime un mondo che l’altro non può comprendere. Quindi i processi linguistici sono il più delle volte autoreferenziali.

PRIMO STADIO: DISTURBI ALL’ORIENTAMENTO Tratto da "Il Metodo Validation" di Naomi Feil Caratteristiche fisiche dei disturbi all’orientamento:

1) Sguardo limpido e focalizzato
2) Posizione rigida
3) Movimenti nello spazio definiti, prolungati, precisi
4) Muscoli della faccia e del corpo saldi
5) Mascella spesso protusa
6) Dita e mani spesso puntate, braccia spesso incrociate
7) Labbra serrate
8) Respirazione poco profonda
9) Tono della voce chiaro, rauco lamentoso o stridulo
10) Spesso afferra un cappotto un bastone o una borsetta
11) Le funzioni intellettuali sono relativamente integre, può ad esempio classificare e avere un relativo concetto della misura del tempo
12) Usa le parole del dizionario
13) Ha ancora una limitata riduzione delle capacità sensoriali

Caratteristiche psicologiche dei disturbi all’orientamento:

1)Esprimono le emozioni represse
2)Si mantengono nella realtà presente
3)Vogliono capire ed essere capiti
4)Agiscono ancora secondo le regole
5)Sono consapevoli di occasionali stati confusionali
6)Negano gli stati confusionali e per nascondere le loro "mancanze" attribuiscono ad altri alcune colpe.
7)Resistono ai cambiamenti
8)Negano i sentimenti (solitudine, smarrimento, rabbia, paura e il desiderio sessuale)
9)Solitamente accusano chi li accudisce, di aver rubato loro qualche cosa ad esempio, questo per giustificare le perdite significative avute
10)Vogliono che i sentimenti che provano vengano legittimati da chi sta loro attorno
11)Sono infastiditi da chi non usa l’autocontrollo, e non accettano spesso la demenza altrui
12)Sovente non sopportano il contatto e si adirano se si cerca con loro l’intimità avendo paura che sia visibile la loro vulnerabilità
13)Spesso la prossemica di queste persone è descritta in un cerchio di 50 centimetri.  

SECONDO STADIO: CONFUSIONE TEMPORALE

Le persone che si trovano in questo stadio vedono compromesse le principali funzioni sensoriali. Non riuscendo più quindi a vedere bene nè a sentire, essi si immergono in loro stessi correndo dietro alla memoria, rievocando attraverso i simboli ed i miti antiche sensazioni passate. Riattualizzano sentimenti di levatura universale quali, amore, odio, paura della separazione, lotta per l’identità. Per far fronte all’incalzare di questi sentimenti egli potrebbe essere indotto ad accusare i familiari che potrebbero vedersi costretti a rinchiuderlo in una Casa di Riposo dove vedrebbe sicuramente peggiorare le sue condizioni. Se invece fosse tenuto in casa e fosse possibile la legittimazione di questi sentimenti egli potrebbe se non migliorare non degradare negli altri stadi.
Caratteristiche fisiche dello stato di confusione temporale:

1)I muscoli sono ipotonici ed i movimenti ridotti e rallentati
2)Lo sguardo è limitato e spesso perso in un punto lontano
3)Il respiro è lento e prolungato
4)I movimenti nello spazio sono lenti e spesso chiedono: "Da che parte?"
5)Il linguaggio non è sciolto e spesso accompagnano il linguaggio verbale con quello gestuale in forma interrogativa
6)Il tono della voce è basso
7)Le spalle tendono a cadere in avanti, il collo è piegato.
Caratteristiche psicologiche dello stato di confusione temporale

1)Il deterioramento di vista e udito unito ad una compromissione del pensiero logico rendono la realtà offuscata
2)Manifesta emozioni ma non ricorda i fatti
3)Scomparsa del pensiero metaforico
4)Tornano ad una conoscenza intuitiva
5)Comprendono la persona sincera da quella falsa
6)Tornano a percepire sensazioni piacevoli provate durante l’infanzia
7)Non ascoltano le persone nel "qui" ed "ora"
8)Dimenticano il recente, ma sono legati a ricordi lontani connotati di forti sensazioni
9)Incanalano l’energia nella risoluzione di conflitti appartenenti al passato
10)Inventano parole estratte da un vocabolario proprio e personalissimo
11)Spesso nel linguaggio adottano simboli caratteristici, quindi invece di chiedere amore essi domandano cibo
12)Rispondono a sguardi d’intesa riducendo la tensione
13)L’attenzione è limitata
14)Perdono spesso il controllo chiedendo l’immediato soddisfacimento a bisogni istintuali quali il sesso, l’amore e il cibo.  

TERZO STADIO: MOVIMENTI RIPETITIVI

Coloro che non hanno potuto condividere e vedere legittimati i propri sentimenti nel secondo stadio, sono destinati nel tempo a regredire al terzo stadio. Il movimento serve a riattualizzare il tempo in cui erano qualcuno. Il semplice dondolarsi di una persona disorientata su di una sedia a rotelle, può avere la forza evocative del periodo infantile, periodo in cui la madre lo cullava teneramente tra le sue braccia. I movimenti precedono il linguaggio verbale. Lasciano spesso scoccare la lingua lungo il palato solo per il gusto di produrre suoni liberamente. In queste condizioni, un robusto bastone può diventare il padre, una morbida bosetta la madre da accarezzare e cosi via. Altri nei movimenti compulsivi e ripetitivi si riconducono in luoghi e tempi in cui, nell’esercitare certe attività erano qualcuno, vedremo cosi signore ciondolare la mano per dar da mangiare ai polli del pollaio. Ogni gesto assume un senso profondo sotto il profilo identitario, sta a noi coglierne la intelliggibilità.

Caratteristiche fisiche dei movimenti ripetitivi:

1)Dondola o balla
2)Canta usando un vocabolario soggettivo
3)Mormora, fa schioccare la lingua, si lamenta
4)E’ incontinente
5)Gli occhi sono spesso chiusi
6)Piange frequentemente
7)Le dita sono sempre in movimento, abbottonano sbottonano, si tormentano di continuo
8)Passeggia di continuo
9)Ripete di continuo un suono o un movimento
10)La voce è bassa
11)Quando manifesta collera mostra una certa energia fisica
12)Quando cerca di liberarsi della cinta di sicurezza nella seggiola a rotelle diviene ambidestro
13)Riesce a cantare una canzone dall’inizio alla fine  

Caratteristiche psicologiche dei movimenti ripetitivi:

1)Il continuo movimento fa sentire la persona viva, la libera dalla noia, le conferma di esistere. La persona è spesso afasica 2)Se motivato riesce a recuperare i ruoli sociali fondamentali
3)Perde la coscienza di se stesso e della collocazione del suo corpo nello spazio
4)Spesso non reagisce agli stimoli esterni
5)Può danzare e cantare con energia, che invece sembra non possedere per pensare e conversare
6)Non riesce a concentrarsi su più di una persona o un oggetto per volta
7)Per far in modo che risponda alle stimolazioni è necessario il contatto fisico e/o visivo
8)Risponde all’isolamento con rassegnazione
9)Tenta la risoluzione dei conflitti passati con il movimento
10)Ricorda le esperienze passate
11)Interagisce con gli altri sono in un contesto d’amore e di legittimazione dei sentimenti
12)Vuole l’immediata soddisfazione dei bisogni  

QUARTO STADIO:VITA VEGETATIVA
Le funzioni sono ridotte ormai al minimo e vi è una quasi totale chiusura al mondo. Una persona che risiede nel terzo stadio, spesso nel momento in cui viene sedata con psicofarmaci, si rinchiude nella vita vegetativa con chiusura alla realtà esterna quasi totale.  

Caratteristiche fisiche dello stadio della vita vegetativa:
1)Occhi per lo più chiusi, sguardo perso nel vuoto
2)Muscoli atrofici
3)Non riesce ad avere più la percezione del proprio corpo
4)I movimenti sono inesistenti o ridotti al minimo  

Caratteristiche psicologiche dello stadio della vita vegetativa:
1)Non esprime quasi più alcun tipo di sentimento
2)In maniera ancor più evidente che nello stadio precedente, non riconosce più i parenti più prossimi
3)E’ praticamente inaccessibile all’esterno, non si ha modo di capire se abbia risolto i suoi problemi