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SENZA CAUSA di Alberto Raviola, papà - scritto il giorno San Valentino 2006 |
Quando mi accingo a scrivere queste righe sono ancora
fortemente scosso dall'episodio di violenza che ha visto protagonista
una cittadina della provincia di Verona: un papà che colpisce
per uccidere moglie, figli e sé stesso. Ultimo episodio - per ora - di una lunga serie la cui frequenza nella marca veronese però raggiunge intensità inaudita. Nè la Giustizia - con la sue indagini e il suo linguaggio "obbiettivo" - né la Psicologia - con le sue speculazioni sul profondo e il suo linguaggio "soggettivo" - potranno mai rendere visibile e portare a consapevolezza collettiva le ragioni di questo drammatico gesto. L'inspiegabile è alla radice di ciò che ci accade
nella vita. Forse assumendo la "logica dell'ambiguità o della molteplicità",
per la quale "una cosa è se stessa, ma anche tante altre
cose fino al suo contrario" (A è A, ma anche B e C e
non A) potremo trovare una fioca luce per comprendere. Solo cioè
con la consapevolezza che ogni cosa od evento non sono prima causati
e poi causanti altre cose ed eventi, ma sono in relazione reciproca
di causa-effetto. Dove la realtà psichica (ma anche fisica)
non è una catena lineare di eventi discendenti, ma un ingranaggio
complesso di influenze reciproche dove la causa di un effetto è
a sua volta causata da esso. E dove il tempo e lo spazio cessano
di avere una dimensione lineare e piana, per entrare in una dimensione
circolare e concava-convessa. Se un Papà toglie la vita a chi ha dato la vita ai propri
figli e poi fa lo stesso con loro, non mi sento di affermare che
è un folle, spiegando ciò con il fatto che era depresso
perché senza lavoro, e che a causa di ciò non è
riuscito a gestire il proprio malessere e la propria inadeguatezza
al ruolo familiare. Così come non mi sento di sostenere che
la pressione sociale alla responsabilità (come genitore)
nelle differenti varianti psicologica e materiale nell'educazione
dei figli, sia l'unica variabile scatenante di un comportamento
omicida-suicida. Violenza che sicuramente ha a che fare con le storie personali
di uomini e donne e con l'ineludibile differenza di genere che li
accompagna. Ma che è altresì attualizzata in comportamenti
che alla pressione sociale sono in qualche modo connessi.
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