IL FENOMENO DEL BURNOUT NEGLI INFERMIERI DI TERAPIA INTENSIVA di Chiarelli Giuseppe, Calanchi Silvia e Capodiferro Pietro

SCOPO DELLA RICERCA

Acquisire dati aggiornati sul rischio di burnout per gli infermieri che lavorano in terapia intensiva, ricercare uno o più strumenti utili alla individuazione di burnout ed eventuali indicazioni che ne prevengano o riducano la incidenza.

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STRATEGIE DI PREVENZIONE E SUPPORTO

  • strumenti di supporto per gli operatori con incontri di formazione/sensibilizzazione alle
    relazioni interpersonali ed alla gestione dei conflitti (5)
  • una linea guida molto articolata (1) dove sono previste indicazioni per IP e dirigenti
    partendo dalle responsabilità reciproche che entrambi hanno a seconda del problema
    che origina il burnout. (vedi allegato)
  • dall'analisi della letteratura e di articoli correlati (11) emerge anche il "fattore personale"
    come variabile su cui agire a livello di formazione pre - lavorativa migliorando il "luogo
    di controllo". Come “luogo di controllo” viene inteso l’ambiente dove l’individuo ricerca
    le risorse per rispondere ad un problema. Si distingue un ambiente/luogo di controllo
    interno ed esterno all’individuo. Gli studi psicologici hanno evidenziato che coloro che
    utilizzano l’ambiente esterno per rispondere ai problemi sono più esposti al rischio di
    burnout, pertanto potenziare le risorse interne dell’individuo nei programmi di
    formazione di base, ridurrà il rischio.

    Le linee guida si sono basate sui criteri elaborati da Copi nel 1962 che sono: rilevanza, testabilità, semplicità, e potere esplicativo. Nello studio l'analisi dei dati rivelava i seguenti temi che causavano stress.
    1. comunicazione danneggiata tra infermieri e dirigenti
    2. mancanza di riconoscimento professionale mediante mancanza di equità, remunerazione non competitiva ed insensibilità verso i loro bisogni professionali
    3. ambiente fisico depersonalizzato ed ambiente lavorativo emotivamente e spiritualmente stressante
    Le strategie emerse dall'analisi dei dati furono supportate da controlli con la letteratura e
    discusse con gli infermieri per confermare la loro applicabilità. Pertanto, se l'analisi dei dati
    rivelava che c'era una mancanza di comunicazione tra infermieri e dirigenti, fu logico inserire le strategie atte a migliorare la comunicazione come una rilevante linea guida. Si è voluto tenere presente anche lo studio sulle responsabilità ed i diritti elaborato da Nel nel 1993. Nell'ambiente di lavoro di terapia intensiva c'è una reciproca interdipendenza tra dirigenti ed infermieri, essi sono co-responsabili per il clima corporativo dell'organizzazione. Ad esempio l'infermiere ha facoltà di negoziare con il suo dirigente programmi di formazione nel suo campo di specialità, così come è responsabilità del dirigente provvedere allo sviluppo di programmi per lo staff. C'è il diritto del dirigente di aspettarsi che gli infermieri impiegati siano professionalmente competenti ed autorizzati, ma c'è la responsabilità degli infermieri di assicurare che essi aderiscano ai requisiti
    standard e comunicare i propri bisogni di formazione ed educazione.
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