MOTIVAZIONE E SODDISFAZIONE

La motivazione è la forza superiore che spinge gli uomini a fare una cosa. In inglese il termine motivazione è sinonimo di "need" (bisogno) e "drive" (spinta). Gli uomini sono spinti anche da una forza "inferiore", cioè comune agli animali, che è l'istinto. Ma l'istinto ha un ruolo sui fatti basilari come respirare, sopravvivere, amare i figli. La motivazione è una forza evoluta nel senso che attiene ai processi culturali. Gli uomini civilizzati, per fare qualcosa, hanno bisogno di un "motivo" cioè devono avere un perché. In un altro modo possiamo dire che gli uomini devono poter dare un senso a ciò che fanno. Un senso come significato e come valore.
Quando l'uomo si trova in stato di estrema penuria, è dominato dall'istinto di sopravvivenza, e tutto ciò che fa lo spiega con la motivazione di sopravvivere. In casi estremi si arriva alla rapina, all'omicidio, o all'antropofagìa. In casi meno estremi l'istinto di sopravvivenza motiva al lavoro: l'uomo lavora per mangiare. Nello stato di penuria, l'istinto di sopravvivenza si esprime come bisogno di cibo o di beni elementari (casa, abiti, informazioni) e un lavoro qualsiasi soddisfa questo bisogno. Anzi, ogni risposta potenziale alla sopravvivenza viene accolta con energia, attenzione, entusiasmo. La ricerca di queste risposte viene effettuata con la massima perizia ed il massimo impegno possibili. L'impiego della perizia e il risultato ottenuto a favore della sopravvivenza, offrono all'uomo un'ampia soddisfazione.

I problemi si complicano nelle situazioni di relativa abbondanza, cioè in tutti quei casi nei quali i bisogni elementari sono relativamente soddisfatti. Appena avviene ciò, è come se l'uomo uscisse dal bisogno di sopravvivere istintuale, animale, primitivo, ed entrasse nel bisogno civilizzato dei significati e dei valori. Inizia a chiedersi cosa significa e che valore ha ciò che fa, qual è il senso della sua vita. Sente il bisogno di capire e spiegarsi che quello che fa è il meglio per se e per gli altri. Qualcuno descrive questo come "bisogno di simboli". Solo se il bisogno di simboli è relativamente soddisfatto, l'uomo impegna la sia energia e la sua perizia, traendone una larga soddisfazione. Mentre il bisogno di sopravvivere si soddisfa con beni materiali, il bisogno di simboli è largamente immateriale. Non si può rispondere a chi chiede significati e valori semplicemente dandogli una nuova automobile. L'attribuzione di oggetti materiali in risposta a bisogni simbolici crea "insoddisfazione", cioè non soddisfa la domanda. I bisogni simbolici o immateriali richiedono soddisfazioni simboliche o immateriali. Qui sta la difficoltà di gestione delle risorse umane nell'impresa, in un'epoca di relativa abbondanza come l'attuale. Mentre un panino per un gruppo di affamati è una fonte di soddisfazione di uguale valore, le soddisfazioni simboliche e immateriali sono soggettive, cioè cambiano da uno ad un altro. Ciò che ha senso o valore per me può non averne per un altro.

Il lavoro, pur essendo in declino come quantità, occupa ancora grande spazio nella esistenza umana. Un lavoro soddisfacente è la base per una vita soddisfacente. La soddisfazione relativa al lavoro oggi è legata ai significati ed ai valori che gli si possono attribuire. E tale attribuzione cambia da individuo a individuo.

Un lavoro che abbia "senso" , cioè che sia pieno di significato e di valore per un individuo, stimola in lui il massimo impegno e lo sfoggio delle migliori competenze o risorse. E tutto ciò rende la sua vita più felice.