MORTI
DI SERIE B
Ci
sono guerre dimenticate, alcune sottilmente retrocesse, altre
spettacolarmente pubblicizzate.
Guerre appena fuori luscio, ma lontane dalle nostre
tavole ben imbandite di sapori e di colori vivaci.
Eppure
cè unaltra guerra con la residenza a fianco della
nostra dimora, che deruba vite, che recide esistenze, che
rapina umanità nel silenzio più malato di illegalità.
Morti
accatastati uno sullaltro, morti insignificanti di ieri,
di oggi e di domani, morti che non parlano, che non possono
dettare i tempi alla giustizia disattenta.
Sono morti e basta.
Morti meno importanti di quelli dellemergenza mafia,
terrorismo, criminalità, infatti quelli, sebbene con il ritardo
assassino della storia, sono stati morti che hanno imposto
il risveglio delle coscienze.
Questi
altri invece sono morti che vengono da prima della vittoria
su ogni mafia, e continuano a dispetto di ogni tragedia,
di ogni solitudine, soprattutto a causa di ogni smemorata
ingiustizia.
Sono
i morti che ogni giorno inzuppano di lacrime di coccodrillo
i tanti contratti di lavoro fantasma, nei tanti cantieri edili,
nei luoghi destinati alla fatica ma privi di ogni sicurezza.
Sono
troppi questi morti che gridano vendetta, lo fanno senza armi,
ma con la richiesta feroce di ingerenza umanitaria, dal momento
che quella sindacale rimane inevasa alla coscienza.
Sono questi i morti che indicano una tradizione, diventata
infame malcostume, quale accondiscendenza della sciagura già
prossima.
Nel
bel paese si ode il corpo a corpo con la mafia, il terrorismo,
la politica corrotta, la corruzione capillare, cè frastuono
di colpi, cè lotta, cè vita, cè speranza.
Invece per questi morti senza lode né medaglie scintillanti,
cè a attendere il prossimo sventurato, la postura composta
del giuda di turno, di quello e di quellaltro che racconterà
una verità disconnessa dallaltra, da quella che è per
davvero causa di tante dipartite sconosciute.
Italia,
Italia, è sempre Italia, quella del pallone doro mondiale
e quella per linciucio nazionale, è Italia che si barrica,
che si offende, che carica a testa bassa, che marcia per le
strade ancor meglio di tanti girotondini, che prende le botte
e le restituisce, è Italia che rimbrotta e si intestardisce
per non avere Cannavaro e Zambrotta in serie cadetta, ma non
si impunta per lennesimo innocente caduto dallimpalcatura
perché sprovvisto della necessaria imbracatura.
Cè chi imputa questa cecità diffusa alla strategia furba
e alla pressione opulenta esercitata dagli interessi di categoria,
dalle lobby solitamente ignote.
Sono
tante le inefficienze, altrettante le inefficaci soluzioni
mostrate alla fiera degli stolti, esse inciampano sovente
con la disonestà intellettuale insita nel profitto quale
fine, che inventa e costruisce il potere della politica, quella
politica che non fa servizio, perché opera per alcuni, e non
per tutti, tanto meno per quei morti in lista di attesa,
e comunque tutti finiti in serie B.
Vincenzo Andraous
|