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Identikit del borghese digitale (da "Ascesa e caduta del terzo stato digitale" di F.Bollorino e A.Rubini)

"Ci sono persone online che contribuiscono attivamente allo sviluppo della Rete. Queste persone comprendono il valore del lavoro collettivo e gli aspetti comunitari delle comunicazioni pubbliche. Sono le persone che discutono e dibattono argomenti in modo costruttivo, che spediscono risposte per posta elettronica e aiutano i neofiti, che mantengono i file di FAQ e altri depositi di informazioni pubbliche, che mantengono le mailing list e così via. Sono le persone che discutono la natura e il ruolo di questo nuovo mezzo di comunicazione. Sono le persone che mi sono resa conto che, come cittadini della Rete, sono Netizen [contrazione di Net Citizen, NdR]. Però non sono tutti. Netizen non è chiunque arrivi oline. Netizen in particolare non sono le persone che arrivano online per il guadagno o il profitto personale. Non sono le persone che arrivano alla Rete pensando che sia un servizio. Sono invece le persone che capiscono che ci vogliono fatica e azione da parte di tutti per fare della Rete una comunità e una risorsa rigenerative e vibranti. I Netizen sono persone che decidono di dedicare tempo e fatica al fare della Rete, questa nuova parte del mondo, un posto migliore. I “guardoni” non sono Netizen e le vanity home page non sono opera di Netizen. Guardare soltanto e le home page banali non fanno male alla Rete, ma neanche vi contribuiscono. Da quando è stato coniato, il termine Netizen si è diffuso ampiamente. La genesi viene dalla cultura della rete, dalle convenzioni originali per i nomi dei newsgroup. Fra i newsgroup di Usenet diffusi su tutta la rete c’erano net.general per le discussioni generali, net.auto per le discussioni sulle automobili, net.bugs per le discussioni sui bug di Unix e così via. […] C’erano persone attive come membri della rete, che non sono rappresentate precisamente dalle parole “net citizen”. La parola citizen, cittadino, fa pensare a una definizione geografica o nazionale di appartenenza sociale. La parola Netizen riflette la nuova affiliazione sociale che invece non ha una base geografica. Perciò ho contratto net.citizen in Netizen. Si sono sviluppati due usi generali del termine Netizen. Il primo è un uso molto ampio, per Ascesa e caduta del terzo stato digitale indicare chiunque usi la rete, per qualsisi scopo. In questo caso talvolta il termine netizen è stato qualificato con gli aggettivi “buono” o “cattivo”. Il secondo uso è più vicino alla mia idea. Quwesta definizione è usata per descrivere persone che hanno a cuore Usenet e la Rete in generale e lavorano per costruire la natura cooperativa e collettiva che va a vantaggio del mondo più in grande. Sono le persone che lavorano per sviluppare la Rete. In questo secondo caso, Netizen rappresenta un’attività positiva, e non c’è bisogno di usare aggettivi. Ambedue gli usi si sono diffusi a partire dalla comunità online, e si trovano nei quotidiani, nelle riviste, in televisione, nei libri e su altri mezzi fuori linea. Al crescere del numero delle persone che aderiscono alla comunità online e contribuiscono ad alimentare la Rete e a sviluppare una grande ricchezza sociale condivisa, le idee e i valori della “Netizenship” si diffondono." (Ronda e Michael Hauben, The Netizens, 1995)

Le modificate condizioni di accesso ad Internet, discusse nel precedente capitolo, hanno modificato la tipologia sociale degli utilizzatori della rete: prima della commercializzazione degli accessi era possibile entrare nella rete delle reti solo da punti di ingresso privilegiati, Università, centri di ricerca; un uomo comune senza particolari interessi nel campo della tecnologia non solo non aveva alcuna possibilità di accedere, ma “letteralmente” non sapeva nulla delle potenzialità di un mezzo tanto lontano dalla quotidianità della sua vita (1). Un secondo aspetto da considerare è rappresentato dall’amichevolezza delle interfacce, intrinsecamente connessa con l’espansione dell’utenza verso fasce sempre meno specialistiche: programmi sempre più semplici da usare e intuitivi, come intuitivo è lo strumento Web che di fatto ha finito per costituire, per molti, la porta di accesso unica e un po’ onnivora ai servizi di rete di cui in realtà costituisce soltanto un aspetto, per quanto importante e dagli sviluppi e potenzialità comunicazionali (concentrazione di più media attraverso un unico vettore, segnatamente) irrefrenabili. Jon Katz si occupa da tempo sulle colonne di Wired del tema della Net-cittadinanza curando una rubrica intitolata “Netizen”, e nel numero di dicembre 1997 (2) ha pubblicato i risultati di un sondaggio d’opinione fatto su di un campione di cittadini americani. Il primo dato significativo, utile per il nostro discorso, è la metodologia con cui il campione è stato suddiviso in “Superconnessi”, “Connessi” “Semiconnessi” e “Non Connessi”. Questi termini esprimono una valutazione quantitativa in rapporto ai mezzi di comunicazione individuali disponibili e usati:

  • il Superconnesso, quello che con una felice immagine di Steve Jobs, fondatore della Apple Computer, potremmo definire digital road warrior, possiede un PC portatile, un cellulare, un cercapersone e un computer da tavolo e accede alla posta elettronica almeno tre volte alla settimana, e rappresenta il 2% del totale del campione;
  • il Connesso usa altrettanto la posta elettronica ma non possiede uno degli strumenti diposnibili per la categoria precedente, e rappresenta il 7% del campione;
  • il Semiconnesso dispone di un solo strumento tra i quattro indicati e rappresenta il 62% del campione;
  • il Non connesso, infine, non dispone di alcuno dei mezzi di comunicazione personale considerati e rappresenta il 29% del totale degli intervistati.

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