L’esserci dell’altro in Essere e Tempo
L’alterità nell’analitica esistenziale di Martin Heidegger

Alessandro Marini
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Abstract
This contribution tries to reconstruct Heidegger’s reflection about alterity problem in Sein und Zeit and in the years from 1919 until 1928. The Mitsein doesn’t represent the only existential structure that makes the Dasein able to exist with others. Heidegger speaks also about Fürsorge and, in Metaphysische Anfangsgründe der Logik. Im Ausgang von Leibniz (1928), he suggests a
relationship between the ‘originary temporality’ of the Dasein and the other as ‘you’. So, the alterity problem has an ontological significance because the Dasein and the other are not two metaphysical subjects.

1. Le strutture dell’alterità in Essere e tempo
1.1 Il mondo comune e l’ente come utilizzabile per gli altri

È opinione diffusa, confermata dalla scarsità di materiale critico, quella secondo cui Heidegger ha trattato l’alterità per supplire preventivamente a eventuali e inopportune mancanze della sua speculazione, relegandone il senso a mere esigenze di completezza.
L’esserci apparirebbe incastonato in un’invalicabile dimensione solipsistica e
realizzerebbe la sua apertura all’essere in una condizione di completo isolamento. Il problema dell’altro figurerebbe così come un problema non affrontato da Heidegger.
Tuttavia Heidegger si occupa di tale problema e spiega che l’alterità, come altro esserci, è presente nel mondo. Infatti, in Essere e tempo, l’altro è introdotto subito dopo l’illustrazione della mondità e della struttura dell’essere-nel-mondo (In-der-Welt-sein), con la quale Heidegger chiarisce come l’esserci non si tenga in disparte rispetto al mondo, ma ne sia coinvolto; allo stesso modo l’esserci non può essere posto isolatamente nel mondo: «L’analisi dell’essere-nel-mondo ha reso chiaro che non è dato innanzitutto, e non è mai dato, un soggetto senza mondo. Allo stesso modo non è mai dato, innanzitutto, un io isolato senza gli Altri»1 . Nel mondo ci sono gli altri e la possibilità per l’esserci di rapportarsi a essi è fondata ontologicamente: «il mondo è già sempre quello che io con-divido con gli Altri.

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