L'isteria Nel luglio del 1880 una ragazza viennese di ventun anni manifesta, dopo la morte del padre, una serie di sintomi molto gravi: strabismo e difficoltà della vista, paralisi dei muscoli del collo e degli arti, sonnambulismo, tosse nervosa, sdoppiamento della personalità, con uno stato di coscienza normale, anche se depresso, ed un altro aggressivo e dispettoso. La ragazza viene visitata del medico viennese Josif Breuer, che diagnostica un caso di isteria. Di questa malattia all'epoca si sapeva ben poco; ad una serie di disturbi fisici anche molto vistosi, come la paralisi degli arti, non sembrava corrispondere alcuna precisa causa organica. Non mancava chi fosse propenso a ritenere i sintomi simulati o esagerati, mentre altri li facevano derivare da disturbi legati all'utero (la parola isteria trae origine proprio da questa errata interpretazione, derivando dal greco hysteron, utero).
Freud aveva conosciuto Breuer
all'Istituto di fisiologia di Vienna proprio nel 1880, l'anno
in cui Anna O. comincia a manifestare i suoi sintomi. Nel 1886
Freud ebbe anche occasione di seguire alla Salpetrière di Parigi
le lezioni del grande medico Jean-Martin Charchot, il quale aveva
avviato lo studio scientifico dell'isteria. Charcot considerava
l'isteria una malattia del sistema nervoso con cause organiche
non ancora conosciute, per lo più di origine ereditaria, che tuttavia
poteva essere utilmente affrontata con il metodo della suggestione
ipnotica. Tornato a Vienna dopo l'esperienza con Charcot, Freud
cominciò con Breuer a sperimentare il metodo catartico su pazienti
affette da isteria. Ben presto però Freud si accorse che nel metodo
di Breuer qualcosa non funzionava. La ricerca degli eventi traumatizzanti
ritenuti causa dell'isteria riportava spesso a fatti che non sembravano
avere alcuna relazione reale con il sintomo isterico, perché non
direttamente legati a tale sintomo, oppure perché non hanno una
energia traumatizzante tale da giustificare la comparsa di sintomi.
Un sintomo come il vomito, spiega Freud, difficilmente si può
far risalire ad un evento traumatico come un incidente ferroviario,
perché non c'è relazione tra il fatto e la reazione (un incidente
simile suscita paura, non disgusto), così come non si può far
risalire quel sintomo all'aver mangiato un frutto marcio, perché
un tale evento sembra insignificante, certo non in grado di provocare
a distanza di molto tempo un sintomo isterico. Se la ricerca dell'evento
traumatico non Dopo la pubblicazione degli Studi sull'isteria Freud inizia una intensa autoanalisi, parallela ad un grande sforzo di elaborazione teorica, i cui risultati sono nel capolavoro del fondatore della psicoanalisi: L'interpretazione dei sogni.
[1] In realtà la cura di Anna O. restò incompiuta, perché la gelosia della moglie, infastidita dal rapporto che si era creato tra la paziente ed il medico, indusse Breuer a interrompere bruscamente la terapia. [2] S. Freud, Studi sull'isteria (1985), in Opere 1886-1905, Newton, Roma 1992, p. 302. [3]S. Freud, Sulletiologia dell'isteria (1896),
in Opere 1886-1905, cit., p. 389. Antonio Vigilante, Muntu. Percorsi nelle scienze sociali |
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Nella immagine in alto: Bertha Pappenheim, alias Anna O. In basso: Josif Breuer. |