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IL CASE MANAGEMENT a cura di Patrizia Nunziante

 

 

INTRODUZIONE
Il Novecento, carico di eventi tragici e di sconvolgimenti, si è da poco concluso. Questo secolo è stato spettatore di ben due guerre mondiali ed una serie interminabile di conflitti regionali. Ha visto nascere e crollare ideologie e miti, potenze temibili per dimensioni e forza militare. Particolare rilevanza hanno avuto tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta il fallimento del sistema comunista, il crollo del Muro di Berlino, la dissoluzione dell’URSS.
Gli Stati Uniti d’America sono rimasti l’unica superpotenza e ciò ha determinato l’esigenza della ricerca di un nuovo ordine mondiale, che stenta a costituirsi e rischia di diventare foriero di nuovi disequilibri e crisi internazionali.
L’Europa, abbandonati i vecchi egoismi nazionali, le divisioni che ne hanno lacerato a lungo il tessuto politico, sociale ed economico, si è avviata con passo deciso verso l’unione, allargando i suoi confini ad est, in quei paesi che solo un quindicennio fa erano considerati ”il nemico”.
Il Novecento ha visto rivolgimenti politici, sociali, economici, scientifici e tecnici che hanno sconvolto l’aspetto della terra, da renderla irriconoscibile a quanti ne avevano ereditato i valori, le conoscenze, gli ordinamenti dal secolo precedente.
Ai vecchi problemi (i conflitti, le discriminazioni, la fame in vaste aree del mondo, le malattie vecchie e nuove) negli ultimi due decenni si sono aggiunti nuovi problemi (inquinamento, effetto-serra, desertificazione, riduzione delle risorse energetiche), che minacciano seriamente il progresso, la sopravvivenza dell’uomo e dello stesso pianeta. Ma nel contempo abbiamo assistito ed assistiamo quotidianamente ad un prodigioso e inarrestabile sviluppo delle scienze (l’informatica, l’ingegneria genetica, le biotecnologie, la medicina) e delle tecniche, che aprono nuove e feconde prospettive.
La terra diventa sempre più un villaggio: il villaggio globale, dove usi, costumi, beni, servizi, conoscenze, tecniche diventano comuni e favoriscono gli scambi e lo sviluppo, alimentando le speranze dell’uomo.
L’Italia, da secolare terra d’emigrazione, è diventata terra d’immigrazione.
Ha vissuto la sua crisi istituzionale più profonda dal Dopoguerra ad oggi: è stato introdotto un nuovo sistema elettorale (maggioritario) che determina l’alternarsi di governi di centro-destra e governi di centro-sinistra, e con essi gli orientamenti delle scelte politiche. Si fanno ogni giorno più pressanti le esigenze di riforme in svariati settori: scuola, informazione, lavoro, pensioni, immigrazione, giustizia.
In un quadro così mutato, la sanità, che per le sue prerogative è percepita come una delle priorità sociali, non può rimanere ferma, ma esige un continuo aggiornamento e adeguamento dell’organizzazione delle aziende sanitarie ai continui cambiamenti che avvengono a livello istituzionale e legislativo, ma anche nei valori e nell’assetto dei poteri, nell’ambiente sociale di riferimento, nella sfera politica, tecnologica e socio-culturale.
L’insieme delle pressioni esercitate da questi fattori determina l’esigenza di ri-progettare l’assetto organizzativo delle aziende in tutti i suoi componenti: struttura organizzativa, meccanismi operativi e sistema delle competenze e dei valori.
In questi ultimi decenni sempre più si sente parlare di un assistenza globale, personalizzata, a misura d’uomo. Gli utenti, diventati persone attive nel loro percorso di salute e malattia, sono sempre più esigenti e, per rispondere alle loro necessità, le istituzioni sanitarie hanno bisogno, oltre che di tecniche e tecnologie avanzate, di professionisti competenti e aggiornati alle più recenti evidenze scientifiche e di un’alta dose di umanità.
Durante il mio percorso formativo e professionale mi sono chiesta: l’assistenza personalizzata, quella che ogni giorno il cliente dal suo letto mi chiede, è un mito o una realtà? È possibile, anche nel nostro paese, superare i limiti di un assistenza sanitaria, ed in particolare infermieristica, prigioniera di rigidi automatismi, incapace di comprendere e farsi carico degli effettivi bisogni dei singoli utenti? Qual è la strada da seguire?