Il lascito di Frédéric Bastiat
(Jörg Guido Hülsmann)


Claude Frédéric Bastiat (1801-1850) è uno dei maggiori economisti mai vissuti. È incontestabile il ruolo essenziale da lui svolto come ispiratore e organizzatore di quei movimenti a favore del liberalismo che sono proliferati nel continente verso la metà del diciannovesimo secolo. Tutti gli storici gli riconoscono il valore del grande scrittore. Fu indubbiamente il maggiore giornalista economico tra quelli di cui si abbia notizia.
Nonostante ciò il valore dei suoi apporti all’arricchimento della teoria economica non viene correttamente valutato, pur avendo egli contribuito con un certo numero di scoperte importanti. L’alta qualità della sua eredità intellettuale rimane ancora largamente ignorata in quanto si tratta generalmente di problemi che si collocano al di fuori degli interessi della maggior parte degli economisti di oggi. Tuttavia il suo pensiero presenta numerose affinità con la tradizione attuale della scuola economica austriaca.

Armonia e/o equilibrio
Nella misura in cui il suo nome è citato nei manuali di storia del pensiero economico,
Bastiat è presentato essenzialmente come il principale portavoce del concetto di armonia. Se tale versione è corretta, è altrettanto vero che spessissimo coloro che parlano di lui non sono effettivamente a conoscenza di cosa si tratti, né del modo in cui tale approccio si distingue dai modi più moderni di concepire i fenomeni di interazione sociale.
L’opera maggiore di Bastiat è intitolata Les harmonies économiques. È qui che egli sviluppa e difende la tesi secondo la quale gli interessi di tutti i membri della società sono armoniosi nella misura in cui e fintantoché i diritti di proprietà vi vengano rispettati; vale a dire, in termini moderni, nella misura in cui sia attivo un mercato davvero libero, svincolato da qualsiasi intervento da parte dello Stato.
La struttura della sua argomentazione è semplice. Egli afferma che non c’è niente nella natura del libero mercato che, a priori, sia suscettibile di impedire ai suoi meccanismi di funzionare. In altri termini, se un mercato è in grado di funzionare liberamente, non esiste niente di intrinseco in tale funzionamento che permetta di affermare che questo debba necessariamente avvenire a discapito di alcuni interessi. L’unico gruppo di persone, in un mercato libero, di cui è impossibile conciliare gli interessi con quelli degli altri, è quello dei parassiti che vivono sulla spoliazione dei beni altrui. Come diceva Bastiat a proposito dei limiti della validità del concetto di armonia economica universale: «Per quanto si ami la conciliazione, ci sono due principi che non è possibile riconciliare: la Libertà e la Costrizione».
Dunque, il libero mercato deve soddisfare naturalmente tutti gli interessi tranne quelli dei criminali, e in conseguenza di ciò qualsiasi intervento istituzionale è, per definizione, superfluo.
Ciò non significa necessariamente che il mercato soddisferà tutti nello stesso tempo. Bastiat non è così ingenuo da credere che il mercato sia totalmente al sicuro da qualsiasi «causa perturbatrice», legata a errori o ad atti di violenza; al contrario in numerose pagine egli insiste su questi elementi intrinseci di qualsiasi esistenza sociale.

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