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BISOGNO DI CONTATTO SOCIALE E GRUPPO TERAPEUTICO

L'uomo per svilupparsi, sia in senso ontogenitico che filogenetico, ha avuto bisogno dell'aiuto dei suoi simili, ovvero di avviare un rapporto di contatto relazionale e comunicativo con gli altri, organizzandosi in gruppi di vita sociale.
Vogliamo con questo affermare che l'individuo in sé, considerato come nomade, non ha alcuna possibilità di evolversi nelle sue componenti bio-psico-socio-esistenziali, poiché è solo dall'incontro con l'altro (Io-Tu) che può riconoscersi ed acquistare identità, nei vari contesti in cui si trova ad interagire (famiglia, scuola, lavoro, gruppi d'interesse e d'impegno, istituzioni, ecc.).
Lavorare e confrontarsi con gli altri è cioè, oltre ad una esigenza storicizzata nel cammino sociale dell'uomo, un intimo bisogno di conferma personale. soprattutto oggi, in cui molti dei valori tradizionali stanno perdendosi e trasformandosi lasciandoci smarriti e senza punti stabili di riferimento, si  avverte nella società una pressante spinta verso l'associazionismo e la cooperazione, consorziandosi e collaborando, ed in ogni caso cercando di dare e ricevere sostegno di mutuo soccorso, in un lavoro comune d'équipe.
Ma non è solo una questione di quantificazione relazionale, poiché oggi, e sempre più con l'intensificarsi e l'estendersi della politica sociale, l'uomo, oltre a chiedere ed accontentarsi di un soddisfacimento dei propri bisogni, punta alla qualificazione del rapporto, avviando e  programmando servizi sociali ed assistenziali idonei a migliorare la qualità della vita. Ed è proprio in questo impegno ed in questa volontà comune di portare avanti degli obiettivi e delle idee, che si sviluppa e si afferma il lavoro di gruppo, come possibilità di ritrovare la propria energia individuale e la forza comunitaria.
Nel gruppo e col gruppo c'è cioè l'opportunità di sperimentare la propria capacità di gestirsi in contatto e nel rispetto degli altri, rinnovandosi ed acquisendo una nuo0va filosofia di vita.
Il gruppo terapeutico, nelle varie specificazioni teoriche e  metodologiche, si inserisce in questa richiesta di qualificazione del bisogno sociale, nonché di trovare nuove certezze sostanziali per cui valga la pena di credere ed impegnarsi, con l'obiettivo specifico di accostarsi al mondo incoscio ed affrontare i vissuti piacevoli e spiacevoli, sia nei risvolti personali che comunitari.
Il gruppo terapeutico si configura cioè come un modi di (ri-)sperimentare e prendere coscienza della propria relazionalità, ovvero della propria modalità di Esserci, acquistando la consapevolezza dei contenuti rimossi e repressi, al fine di staccarsi ed abbandonare le parti sofferenti e malate dell'Io ed intraprendere un cammino personale di crescita e di maturità libera e responsabile.
In tal senso il gruppo terapeutico è un gruppo di persone (con una  media di 8-12 persone) che hanno deciso di lavorare su sé stessi nella consapevolezza di ripercorrere, in un cammino a ritroso, i propri conflitti e i propri traumi, spingendosi fin nelle sedimentazioni archetipe dell'incoscio collettivo, con l'obiettivo di trarne vantaggio psicologico ed esistenziale, ovvero di arrivare ad armonizzare con la propria persona, a diretto contatto con gli altri e con l'aiuto e la fiducia che da essi proviene.

Pasquale Montalto