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QUESTIONE SIPS - QUESTIONE SIPS - QUESTIONE SIPS

A CHI E' LECITO GRIDARE

"AL LUPO, AL LUPO!"?

Mentre stiamo andando in stampa ci è pervenuto il numero 1/90 di "Acta - Rassegna di Informazione e dibattito del Consiglio dei Delegati Regionali" giunta, secondo le dichiarazioni in copertina, al terzo anno di esistenza e diretta da Mauro Paganelli. Inserito graficamente nell'editoriale, ma da esso separato attraverso una "rinquadratura" ben evidenziata, c'è un "corsivo" non firmato - e, dunque, secondo le consuetudini editoriali giornalistiche, attribuibile al direttore responsabile - di tono piuttosto pesante e vagamente paternalistico il cui scopo pare essere quello di dividere il mondo della SIPS in buoni e cattivi e di evidenziare da quale delle due parti sta la redazione del notiziario, magari insieme a qualche amico più o meno di vecchia data.
Devo dire che da quasi tre anni poco frequento la SIPS e che fino a qualche giorno fa non avevo neppure pagato le quote annuali, sulla base di una serie di considerazioni e di dati che potrebbero utilmente integrare l'articolo di cui stiamo parlando ("Ricordati di me, che son la spia…") a proposito della correttezza reale o presunta di conti, bilanci, ecc. e che non avrò alcuna difficoltà a pubblicizzare se ciò fosse necessario. Ma per una volta proprio non ho tempo di mettermi a litigare solo perché ci devo mettere i soldi! (chi mi conosce sa che non sono definibile come generosa in nessun senso).
Però, grazie al "casino" organizzativo e  contabile della SIPS, ho potuto "godere" di tutti i "benefici previsti per i soci" e dunque ho ricevuto la mia razione di informazioni venendo trattata con altri 4.900 soci circa (prendendo per buono che gli iscritti SIPS siano 5.000) come un individuo pusillanime e credulone, pronto ad abboccare a qualsiasi esca, pur disgustosa che sia. Ma o, nonostante tutto, mi manca qualche "pezzo di informazione", oppure la questione non è così semplice e pulita come Acta vuol far parere.
In breve, né lo Statuto o il Regolamento SIPS né l'Assemblea dei Soci pare aver niente a che fare con: a- "l'estinzione" di "Psicologia Italiana"; b- la nascita di Acta (a proposito, chi lo paga; chi ne è il proprietario?); c- la sopravvivenza di un direttivo privo di 2 membri; d- la costituzione ed i compiti del Consiglio dei Delegati Regionali; e- l'attività svolta dalle varie Divisioni professionali che da più di dieci anni attendono una regolamentazione comune e che vengono nominate solo in occasione della promozione di attività convegnistiche da loro gestite; f- il silenzio sul rinnovo delle cariche del CD nazionale (e pensare che l'attuale Presidente è addirittura un avvocato!); g- la sparizione del Convegno triennale.
Se si tratta di una mancanza di informazioni parrebbe semplice colmare la lacuna, ma se, come credo, si tratta di altro, sarebbe ora che questi farisei la smettessero col loro atteggiamento non tanto per motivi "etico-morali", quanto per adeguarsi alle mode correnti che fanno dei "J.R." dei vincenti. Certo si sfiora il ridicolo se si pensa che basta non chiamare col suo nome qualcosa per "nasconderlo" agli occhi degli altri ed è ancor peggio se questi "altri" sono psicologi, abituati a decodificare il linguaggio ed il comportamento dei loro utenti, di qualsiasi specie siano. Dunque è molto meglio chiamare tutto questo lotta per il potere, oggi tanto più importante dal momento che c'è questa "benedetta" Legge 56. A questo proposito, mi piacerebbe conoscere l'intimo sentimento del collega Bertini - in particolare perché in questo momento è fra il resto coordinatore della commissione che si occupa dell'iter per il riconoscimento delle scuole private di specializzazione in psicoterapia - e di tutti i responsabili delle scuole di formazione stesse: quando Guido Contessa circa 5 anni fa cominciò a lavorare per questo e propose una scheda di presentazione delle diverse realtà esistenti ed un iter da seguire per il riconoscimento delle stesse all'interno della SIPS sostanzialmente conformi a quelli attuali, il primo si batté contro ed i secondi si fecero notare per la loro assenza nei momenti cruciali, con il risultato - del resto previsto dichiaratemente da Contessa - di segnare un'altra sconfitta clamorosa per la psicologia come scienza vitale nel suo complesso.

Margherita Sberna

IPOTESI DI GOLPE BIANCO ALLA SIPS???

In questi ultimi tre anni di basso impero della SIPS ne abbiamo viste di tutti i colori: un CD nazionale ridotto a cinque membri per la dimissione degli altri due (senza una versione ufficiale dei motivi), una Rivista gloriosa come Psicologia Italiana ridotta ad un solo numero in tre anni; una totale paralisi delle iniziative culturali e scientifiche; una visita della Finanza di cui nessun sa gli esiti; un dilagare di certe cordate baronali che fanno uso privatistico della Società; un totale asservimento delle iniziative culturali e scientifiche; un totale travisamento della natura statutaria della SIPS; ecco le chicche che ci ha dato la Presidenza Calvi. La quale compete testa a testa con la Presidenza Bertini per la coppa "sterminator" della psicologia italiana.
In questo triennio è risultato sempre più chiaro che molti baroni (non parlo degli accademici in senso lato, molti dei quali hanno a cuore i veri interessi degli psicologi italiani), supportati da squallidi portaborse, concepiscono la SIPS come un taxi per i loro interessi personali o di squadra. Prima hanno ammazzato le scuole private di Specializzazione, ora stanno cercando di ammazzare l'intera SIPS.
Gli psicologi italiani, da un lustro turlupinati da clan di pirati, devono sapere se costoro intendono continuare ad usare la SIPS come scendiletto, così da poter fare delle scelte in serenità. La SIPS a certi clan baronali, l'AUPI agli psicologi pubblici, la FIP ai professionisti privati, alla faccia dell'unità e viva il corporativismo!
Il silenzio che il CD sta facendo intorno alle elezioni è però una novità assoluta nella storia della SIPS. Questo CD sta scadendo e nessuna nuova sta arrivando ai soci circa il tradizionale Convegno triennale o circa il rinnovo degli organi sociali. Al punto che qualcuno sta mormorando l'ipotesi di un "golpe bianco", che agli attuali boiardi metterebbero in atto per autoprodigarsi in perpetuo. L'ipotesi non è assurda se si pensa che sono in corso i grandi lavori per l'attuazione dell'Ordine e che i pirati preferiscono stare sulla tolda per continuare i propri affarucci privati, mettendo il futuro Albo di fronte ai fatti compiuti. Noi siamo ingenui e non vogliamo credere a queste maldicenze: crediamo esista ancora un senso di pudore anche in certe vergognose zavorre della psicologia italiana. Tuttavia staremo all'erta, con una mano pronta su una penna per scrivere una denuncia alla Magistratura.

Guido Contesa