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LA QUESTIONE SIPS

La domenica delle Palme per motivi diversi passerà alla storia degli “Annali” della SIPS. E a seconda di chi si assumerà il compito di “biografo” i connotati valutativi cambieranno.
Come era già stato deciso a Roma, durante l’Assemblea di cui si è riferito (n.17) il 12/4 si è svolto l’incontro che doveva affrontare definitivamente il problema della formazione post-lauream e delle scuole “private”. Se va sottolineato che l’incontro si è svolto in forma più civile che in precedenza, occorre anche evidenziare che si è trattato ancora una volta di una “lotta contro”. Sono ormai da una decina d’anni socia della SIPS, ma devo dire che la situazione non è mai stata così deteriorata come con la presidenza Bertini che sembra avere come moto “o mi ubbidisci o ti distruggo”. Così l’operazione iniziata a livello e con i toni diffamatori a Roma – che aveva avuto Bertini come “burattinaio”(ma qualcuno diceva come “burattino”) ha avuto una conclusione non solo insoddisfacente, ma anche squallida.
L’incontro è stato aperto da Contessa come incaricato dal CD dell’operazione che è stato subito rinnegato da Bertini e da Pierucci. Il primo ha accusato Contessa di aver fatto una relazione falsa rispetto alle decisioni in merito del CD nazionale. Il secondo, su invito del Presidente – con un’aria succube e strisciante – ha esibito un verbale mai approvato a sostegno della tesi presidenziale. Le bordate della proposta si sono susseguite, e sono fiorite numerose mozioni. Nonostante poi l’Assemblea si fosse data delle regole per consentire uno svolgimento democratico dei lavori, non sono mancati attacchi  personali di bassa lega e, soprattutto, “manovre” di assembramento di differenti mozioni, ovviamente svolte in fase di votazione con l’evidente scopo di non disperdere voti. La confusione è giunta ad un punto tale che – non essendo stata presentata in forma scritta la mozione – riassunto che ha ottenuto la maggioranza dei voti, nessuno conosce l’esatta versione. Per quello che me ne ricordo, il nocciolo era: sospendiamo la pubblicazione del Directory, allarghiamo la Commissione che deve studiare il problema e … riflettiamoci su!
L’unico elemento sicuro è comunque: a casa Contessa! Ma qual era l’aberrante proposta uscita dalla Commissione Contessa? Essa prevedeva di inserire nel Directory tutte le scuole formative che dessero una serie di garanzie attraverso l’esplicitazione di una ricca serie di elementi di tipo strutturale e organizzativo. Una proposta di apertura, certo, ma non cieca e “selvaggia” come si è voluto far credere.
All’Assemblea bolognese erano presenti un centinaio di soci e fra essi – va sottolineato – i grandi assenti erano i soci rappresentanti, anche se in forma diversa, delle scuole di formazione. Forse hanno ritenuto l’occasione di poca importanza. Sappiano però questi che subito dopo questo incontro i “si dice” affermano che Ossicini abbia fatto ad alcuni amici fidati “interessati” alcune telefonate il cui messaggio sarebbe stato “perché la tua scuola abbia un futuro, procurati un accademico che la garantisca”. Se questo è vero, sappiano gli assenti che se così dicesse la legge dell’Albo l’attuale condiscendenza degli accademici potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.

M. Sberna