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PENSANDO AGLI OSCAR

Assegnando l’Oscar al film “Platoon”, la critica cinematografica ha messo in rilievo quanto assieme al film, l’America ha premiato anche l’essere cosciente della crudeltà e dell’inutilità che c’è in ogni guerra e per quanto riguarda l’epoca contemporanea, la guerra che gli americani hanno portato avanti gli anni nel Vietnam. Il protagonista del film è un giovane studente che, interrotti gli studi e lasciata la famiglia, decide di arruolarsi volontario nei plotoni americani situati nel Vietnam. Dopo tutto anche suo padre e suo nonno avevano fatto la guerra e servito il paese, dando così dignità e onore al fatto di essere uomini e di essere americani. Perché lui non dovrebbe fare lo stesso? Quale altro modo aveva per vincere il senso di inutilità che si sentiva addosso? Perché lui ricco, non doveva dare alla guerra lo stesso contributo che davano quei poveracci raccolti qua  e là e mandati senza troppe possibilità di scelta in un paese lontano? La risposta a questi interrogativi divenne per il giovane studente una soltanto: partire subito volontario per il Vietnam.
Ma la critica ha trascurato di sottolineare un fatto altrettanto importante: il finale del film, seguendo le riflessioni personali del protagonista che accompagnano le varie sequenze filmatiche a mò di diario autobiografico,  è un vero e proprio saggio sull’insight psicologico. Con questo termine s’intende infatti la capacità dell’uomo di leggere nel proprio mondo interni tale per cui i fatti esterni sono direttamente e spontaneamente colti in correlazione con quanto di più profondo e di nascosto vi è nell’animo umano. Lo studente americano ricordando alla fine due militi del suo plotone, i due capi carismatici attorno ai quali si coalizzano le simpatie e le antipatie di lui e dei suoi compagni, e pensando all’uno come crudele e spietato e all’altro come buono e comprensivo, li ha colti anche come parti del Sé, del suo mondo interiore.
“Questo ho capito: la guerra in realtà è dentro di noi” dice mentre lo portano all’elicottero. Tutto sommato, a ben vedere, gli Oscar l’America oltre alla storia, li ha assegnati anche alla psicologia.

Aristide Tronconi