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SOGNI IN VENDITA

In questi ultimi anni stiamo assistendo a dei cambiamenti di abitudini culturali e sociali velocissimi, imprevedibili e forse troppo radicali e di cui certo in questo momento è difficile valutare la portata.
Mi riferisco in particolare a tutto quanto riguarda la vita fisica dell'uomo, la sua possibilità di mantenere la specie e più semplicemente di avere dei figli suoi. Questi sono gli anni dei trapianti  di organi; dei mercati di plasma; dei figli in provetta… Tutto quanto fino a ora era un fatto privato, o comunque ristretto al nucleo familiare, diventa oggi di "commercio" pubblico, perde ogni connotazione affettiva per assumere quella brutale del rapporto costi-benefici: "se hai soldi a sufficienza, ti puoi comprare tutto ciò che vuoi, anche due mesi di vita in più…".
Sembra il secolo della salute, della realizzazione dei sogni e dei desideri più nascosti ed impossibili. Ma è anche il momento del razzismo più sfrenato ed incontrollabile, per esempio nei confronti dei malati di AIDS.
Come peserà tutto questo, e tutto quanto si può prevedere accadrà, sul nostro modo di vivere, sulla nostra felicità sui nostri problemi futuri?
Credo che spesso tutti noi siamo attraversati dalla "sindrome della fantascienza": non riusciamo più a capire se stiamo leggendo un appassionante  racconto della collana URANIA, o se la nostra distrazione ci ha impedito di cogliere un passaggio importante e significativo nella vita su questo mondo.
Se le previsioni dei romanzi di fantascienza, come orami spesso accade, indicano l'evoluzione del nostro mondo e del nostro popolo - pur con le dovute differenze - prima o poi supereremo una parte dei problemi che ci derivano dall'essere uomini, e cioè creature ricche di emozioni e di valori: saremo insensibili ed indifferenti a tutto quanto ci sta intorno, come dei piccoli robot o replicanti di particolare interesse.
Ma fino ad allora, cosa accadrà di noi? Forse saremo costretti a fare i conti con la nostra psiche fragile, che si rifiuterà di capire come si possa essere figli contemporaneamente di 2/3 donne e di altrettanti uomini. E si sentirà straziare pensando che alcuni uomini sono talmente sfortunati da dover "vendere" pezzi del proprio corpo per sopravvivere. E soffrirà dell'incapacità di riconoscere se stessa nella sua identità ed interezza.
Il nostro futuro di esseri umani dipende anche da come vogliamo fare gli psicologi: aspettando nel nostro elegante studio che il paziente bussi; oppure cercando nuove ed alternative risposte al desiderio di immortalità che sta in ciascuno di noi?