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Di ROBERTA MIGLIACCIO
Le prime leggi sulla psichiatria risalgono al
'700, quando dagli ASILI (così nominati) si è passati alla creazione di
istituzioni sempre più legate a tematiche strettamente psichiatriche (MANICOMI).
Prima, infatti, venivano segregati negli asili tutti coloro che rappresentavano
disturbi psichici reali, comportamenti "anomali", stati temporanei,
quali, per esempio, l'ubriachezza, e di lì non ne uscivano, salve rare eccezioni.
In Italia la prima legge, sulla psichiatria è del 1904, ad opera del Re
Vittorio Emanuele III, ed è rimasta in vigore praticamente fino alle prime
battaglie del'68.
Questa legge prevedeva che il malato venisse custodito in manicomio, piuttosto
che curato. La procedura era la permanenza in manicomio per un mese, dopo
di che se la diagnosi di pericolosità a sé e gli altri veniva confermata
(e quasi sempre succedeva così), il paziente veniva rinchiuso senza limiti
di tempo. Oltre a ciò, la sua fedina penale risultava "sporca",
alla pari di un delinquente.
Le procedure che venivano attuate in manicomio erano quelle della cosidetta
contenzione: i degenti venivano messi in camicia di forza oppure legati
ad un letto, quando sopraggiungevano le crisi. Gli psicofarmaci, del resto,
sono di recente invenzione, così come i colloqui con degli psichiatri e
psicologici con i pazienti. I motivi principali, che a volte si riscontrano
a tutt'oggi, della prevalenza della contenzione sono stati e sono la carenza
dl personale infermieristico e medico; da qui la scelta di contenere il
male piuttosto che comprenderlo e curarlo: per fare ciò ci vogliono tempo
e risorse!
Nel'68 esce una nuova legge (o meglio un riaggiustamento della precedente)
con la quale si comincia ad introdurre il ricovero volontario: se un paziente
vuole essere ricoverato può farlo: Prima il ricovero avveniva a forza e
non era previsto che un malato decidesse di farsi curare.
In questo periodo, peraltro di sconvolgimento sociali generali, anche la
psichiatria "si dà da fare". Iniziamo così le prime battaglie
per costruire centri psichiatrici sul territorio. Vengono istituti, per
esempio i cosidetti Servizi di Igiene e Profilassi Mentale (assistenza ai
dimessi dl manicomi).
Fino a questo punto possiamo dire che gli sviluppi sono stati i seguenti:
si è passati dal ricovero indifferenziato (prima del '7009 al ricovero per
patologia ('700), infine al ricovero per cura (dai primi del '900).
E' del 1978 la famosa e discutissima legge 180, che in sostanza è una legge
sul TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) e sulla chiusura dei manicomi.
I TSO possono essere fatti in tutti gli ospedali e con ogni tipo di patologia
(anche una cardiopatia).
Gli ospedali non vengono più divisi per patologie ma per zone territoriali.
Chi viene sottoposto a TSO può richiederne la revoca al sindaco o fare ricorse
al giudice tutelare. (Il TSO viene predisposto da un primo medico, confermato
da un secondo medico, mandato in visione per l'effettuazione del sindaco
e in visione al giudice tutelare, che però non prenderà provvedimento rispetto
alla fedina penale).
Con la 180 cade il concetto di pericolosità. L'accento è posto sulla cura
per volontà o necessità: se il paziente sta male va curato, non tanto perché
può essere pericoloso (anche se potenzialmente potrebbe esserlo) ma in quanto
è un dover morale il farlo. L'assistenza, inoltre, va fatta fuori dall'ospedale:
il ricovero deve venir considerato un'eccezione.
Dalla 180 al 1984 non si è mosso più nulla a livello legislativo nazionale,
ma si è continuato a discutere sulla bontà o meno di talea legge, che Basaglia
stesso definisce come tentativo di mediazione fra una proposta di referendum
che non sarebbe mai passata e una possibilità di cambiamento reale.
Nel'94 viene emesso il decreto legge detto "Progetto Obiettivo",
il quale dice alle Regioni di istituire Dipartimenti Psichiatrici (strutture
territoriali) aventi un bacino di utenza non superiore alle 150mila unità
ciascuno. Da qui la creazione dei CPS, Centri Diurni Day Hospital, CRT
Insomma, passi verso la deistituzionalizzazione ne sono stati fatti, ma
il cammino è ancor lungo per dare dignità a persone che nei secoli non ne
hanno mai avuta!