LOTTA
CONTRO LA DROGA
Di S.M.
E'
passato ormai più di un anno dalla scadenza per la presentazione di progetti
di prevenzione primaria contro la tossicodipendenza che potevano essere
finanziati attraverso il DPR 309 conseguente alla Legge e pare che finalmente,
al massimo entro il febbraio '97, si conosceranno i risultati del lavoro
della Commissione valutatrice presieduta da Livia Barbiero Corsetti. Fra
i motivi del ritardo nelle operazioni di selezione c'è il gran numero di
progetti presentati (9.000 secondo un calcolo della C.N.C.A.) molto superiore
all'esperienza precedente. Pare dunque che stia aumentando la sensibilità
nei confronti della prevenzione del disagio giovanile e che, finalmente,
si cominci a comprendere che il costo di un tossicodipendente, sia in termini
vivi che di "mancato guadagno", sia troppo pesante da sostenere.
Al punto che evitare anche un solo caso, non solo rende vantaggioso realizzare
un progetto preventivo, ma ne fa anche un investimento per la comunità.
Ci sono voluti quasi 20 anni per diffondere questo messaggio e per renderlo
credibile. Certo la possibilità di accedere ad un fondo economico con quale
finanziare azioni in quest'area facilita ed influenza in convincimento:
benché infatti tutta l'operazione si riferisca al biennio 94/95, la maggioranza
delle proposte verranno realizzate solo successivamente al finanziamento.
Un bilancio vero, almeno in termini di diffusione di una coscienza comune
rispetto al valore e al significato della prevenzione primaria, potrà essere
fatto dunque solo successivamente, quando si potranno "fare i conti"
e quando si verificherà quante delle proposte non finanziate verranno realizzate
effettivamente. In realtà da questo punto di vista le Scuole, dalle elementari
alle superiori, sono una "spia" poco tranquillizzante: nonostante
i vari "Progetti Giovani", "Ragazzi 2000", "CIC
- Centri Integrativi di Consulenza" ecc, attraverso i quali il Ministero
della PI imponeva l'educazione alla salute in senso ampio e la prevenzione
della droga più specificatamente, gli interventi sono ancora rari, realizzati
dai docenti più illuminati e disponibili, e con una diffusione limitata.
Nel frattempo, da quest'anno il Fondo Antidroga passa in massima parte
alle Regioni che lo dovranno gestire realizzando direttamente interventi
preventivi. Il 75% di tutto il fondo è stato ripartito sulle Regioni italiane
secondo due criteri: il numero degli abitanti e la diffusione del fenomeno
della tossicodipendenza. A sua volta ciascuna regione dovrà stabilire le
modalità di accesso ai finanziamenti sulla base di una normativa predisposta
dal Ministero degli Affari Sociali. Entro febbraio '97 tutte le Regioni
dovrebbero esplicitare le procedure. In teoria in questo modo si dovrebbero
velocizzare le operazioni di selezione così da realizzare gli interventi
con minimi scarti temporali rispetto ai bisogni a cui vogliono rispondere.
Speriamo in bene!