Retribuzioni in RAI 1996 (ma è difficile che oggi guadagnino meno!)

Il giornalista della Rai che nel 1996 ha avuto la retribuzione piu’ elevata e’ il direttore della testata giornalistica sportiva Marino Bartoletti: 563 milioni lordi. Al secondo posto il conduttore di Italia Sera, Luca Giurato, con 496,9 milioni. Al terzo, l’ex direttore del Tg1, Bruno Vespa: 468,8 milioni.
I corrispondenti esteri della Rai guadagnano mediamente piu’ dei loro direttori. Michele Lubrano: 433 milioni. Paolo Fraiese: 425 milioni. Salvo Mazzolini: 419 milioni. Antonio Foresi: 413 milioni. Corradino Mineo: 408 milioni. Il direttore del Tg2, Clemente Mimun, si e’ fermato a 396 milioni. E rapportate all’intero anno lavorativo i compensi lordi del direttore del Tg1 Marcello Sorgi e del Tg3 Lucia Annunziata, che hanno assunto la carica a 1996 inoltrato, sarebbero pari a circa 361 milioni. Meno di quanto abbia guadagnato l’ex direttore del Tg3, Daniela Brancati: 439 milioni lordi.
Il piu’ pagato della Rai e’ risultato l’amministratore delegato della Sipra Antonio Perricone, con 622 milioni lordi. Al secondo posto, il direttore di Raitre Giovanni Minoli: 530 milioni. Mentre l’attuale direttore generale, Franco Iseppi, si e’ dovuto accontentare di 423 milioni. (Roy Batty) (fonte)

Ecco perchè dobbiamo tutti pagare il canone

Paghe del 2008 in RAI (fonte)
Fabio Fazio: 2 milioni (quasi 4 miliardi delle vecchie lire)
Simona Ventura: 1,8 milioni
Antonella Clerici: 1,5 milioni
Milly Carlucci: 1,2 milioni (2 miliardi delle vecchie lire)
Paolo Bonolis: 1 milione
Bruno Vespa: 1,187 milioni
Michele Cucuzza: 0,700 milioni
Michele Santoro: 0,684 milioni
Daria Bignardi: 0,600 milioni (+1 miliardo delle vecchie lire)
Lamberto Sposini: 0,600 milioni
Massimo Giletti: 0,400 milioni (quasi 800 milioni delle vecchie lire)
Caterina Balivo: 0,100 milioni (povera! solo 190 milioni delle vecchie lire!)
Veronica Maya: 0,100 milioni

(Hitto Ogami)

RAI e radicali per un servizio inutile

I Radicali si portano a casa 7 milioni di euro per trasmettere le radiocronache dei lavori parlamentari. Peccato che da quest’anno questo servizio (altrimenti lodevole) sia svolto da un canale radio della RAI e da 2 canali TV satellitari sempre RAI.

Possiamo anche dire che non capiamo come mai la RAI fa un canale radio e due satellitari per un servizio che lo Stato già paga ai Radicali.

In entrambi i casi, mangiano in molti per un servizio che non interessa a nessuno! (Hitto Ogami)

Se ci intervistano per la TV, facciamoci pagare: loro ci guadagnano, perchènoi no?

Spettacolo inverecondo su RAI1

Oggi alle 13 è andata in onda una conferenza stampa di Mario “tre carte” Monti (così viene chiamato dagli operatori finanziari Usa) , in stile nord-coreano. Uno stuolo di giornalisti in ginocchio che faceva domande inutili a una specie di Forlani che rispondeva in anglo-italiano. (Roy Batty)

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Pubblicato in Rai1

Dinastie RAI

Stiamo parlando di una vera “dinasty” Rai che si è dipanata nel corso degli anni, sotto gli occhi di tutti ma senza che nessuno in Rai gridasse allo scandalo. Ora, però, visti i conti sempre più magri dell’azienda, pare che il clima intorno a questi potentati stia cambiando. Comanducci, dunque. Si parte dalla moglie, Anna Maria Callini, nominata dirigente in azienda nonostante il parere contrario dell’allora direttore generale Claudio Cappon. Si passa per la cognata (sorella della moglie, Ida Callini), promossa funzionario proprio dell’uffico Risorse Umane, da pochi mesi in pensione, e per il cognato della moglie (Claudio Callini) assunto come tecnico e poi passato in un batter d’occhio a cineoperatore giornalista a tutti gli effetti; un salto di retribuzione di oltre il 40 per cento. E si arriva alla nipote (figlia della sorella), che per superare una regola Rai che blocca l’assunzione ai figli dei dipendenti, è stata presa nella consociata per la pubblicità Sipra. Dove – e qui si tocca veramente il punto più alto – c’è stata una new entry davvero fenomenale: alla direzione Sipra è stata presa anche una signora di buone speranze (Barbara Palmieri). Che non aveva particolari qualità se non quella di essere stata la “tata” della figlia. (fonte) (Hitto Ogami)

Basta Telethon

Illustrissimo Professor Monti! Le sottoponiamo una notturna riflessione che ben si addice al clima natalizio. Dai nostri monitor televisivi vediamo ad ogni ora del giorno e della notte, come ogni anno di questi tempi, le sciarpe colorate che annunciano l’imperversare della campagna Telethon. Ogni anno i cittadini e le cittadine italiane sono invitati a mandare sms ad un numero telefonico per inviare 2 euro per sostenere la ricerca delle cure per le malattie genetiche rare, quelle per intenderci per cui le case farmaceutiche non spendono un centesimo perché non conviene. In un Paese in cui ogni forma di ricerca è ridotta al lumicino si cerca di solleticare la pietà, l’amore verso il prossimo più sfortunato, si suggerisce l’idea che con un sms ci si possa anche salvare la coscienza. A presiedere il comitato Telethon poi c’è un uomo povero e sensibile come Luca Cordero Di Montezemolo, lungo non solo nel cognome e nella chioma ma anche nel numero di posti che occupa nei consigli di amministrazione di ogni genere e grado. L’uomo Ferrari, papabile come prossimo leader sostenuto indipendentemente da Terzo Polo, Pd, Pdl, che sintetizza l’amore per Confindustria, banche e Vaticano, l’uomo che non è diventato ministro solo per mancanza di tempo da perdere. Ci sa tanto di ipocrita la carità pelosa che proviene dalla propaganda Raiset e allora buttiamo lì una proposta che potrebbe assicurare rigore, contenimento delle spese, risparmio e crescita per il Paese, ovvero tutto ciò che la Sua manovra non contiene. La proposta è semplice: si utilizzino i soldi di Telethon per le spese militari, per le grandi opere, per gli stipendi e le liquidazioni di manager pubblici e privati, per aiutare le povere caste, ovviamente avvisando preventivamente i telespettatori che saranno liberi di decidere a chi versare il loro obolo. Una parte di quella cinquantina di miliardi di euro che si risparmiano li si utilizzi per la ricerca finanziata dallo Stato, il resto per mettere in salvo il territorio, per garantire un reddito minimo garantito, per aumentare pensioni minime e salari. Non si avrebbero effetti recessivi e i conti tornerebbero anche in ordine. Come dice signor presidente del consiglio di amministrazione di Italia S.r.l.? Non si può fare perché i cittadini fuorviati non darebbero un euro per comperare i cacciabombardieri F 35 di cui sembra abbiamo tanto bisogno? Teme che i manager si ritroverebbero con stipendi da fame? Ma che importa ci sarebbe il pareggio di bilancio e anche maggior democrazia. Ah dimenticavamo il suo è un governo tecnico e queste cose non le può fare. O no? (fonte)

E poi dobbiamo pagare il canone?

Minzolini non puo’ essere licenziato dalla Rai, essendo stato assunto non con la qualifica di direttore ma con quella di caporedattore con funzioni di direttore, continueremo a pagargli il suo faraonico stipendio: 22 mila euro netti al mese, per tredici mensilità, per tutta la sua vita lavorativa.

Se ci intervistano per la TV, facciamoci pagare: loro ci guadagnano, perchènoi no?

Le follìe della RAI

Il direttore generale della Rai, Lorenza Lei, non ci sta a guadagnare meno dei vicedirettori e dei suoi predecessori. Da 420 mila euro voleva passare a 730 mila euro di stipendio. Ne avrà “solo” 650 mila. (Hitto Ogami)

Aboliamo il canone e privatizziamo la RAI

Sono tutti pazzi !!!!

In questo periodo di crisi, è in arrivo un’altra “tegola” : il Consiglio di Amministrazione della Rai ha deciso, all’unanimità, di chiedere al Ministero dello Sviluppo Economico la somma di 1 miliardo e 300 milioni di Euro a titolo di risarcimento danni.

Il motivo? Negli ultimi anni la Rai ha speso – per sostenere gli obblighi come servizio pubblico – più di quanto ha incassato a titolo di canone. La somma richiesta è pari, appunto, alla differenza tra le due ” voci ” appena menzionate.
Il CDA dell’Azienda di Viale Mazzini è del parere che il Ministero dello Svuluppo Economico avrebbe dovuto aumentare il canone o ridurre le spese relative ai contratti di servizio; poichè ciò non è avvenuto, la responsabilità del “gap” è da imputare al Dicastero retto dal Ministro Paolo Romani. A breve la Rai invierà al Ministero una lettera di diffida, chiedendo il pagamento della somma sopra menzionata entro 60 giorni.

L’Adrai – organizzazione dei dirigenti della TV pubblica – ha accolto con entusiasmo la notizia, diffondendo una nota nella quale dichiara che “L’azione intrapresa è una dei punti qualificanti che i dirigenti ritengono essenziale per la stessa sopravvivenza del Servizio Pubblico televisivo”.

Roma, 21 ottobre 2011/Avv. Daniela Conte (fonte)