Al TG5 l’Oscar della stupidità

La sera del 5 marzo 2020 il TG5 si è guadagnato l’Oscar della stupidità.
Inizia con la drammatica comunicazione delle “severe” norme varate dal Governo (senza nemmeno parlare di colpevole ritardo).
Seguita mostrando:

  1. un autobus urbano pieno di cittadini;
  2. un campo giochi per bambini, affollato di pargoli urlanti e baby sitters indaffarate;
  3. il Papa che in un bagno di folla, bacia e abbraccia tutti e si presta a una mitragliata di selfies (subito dopo avere predicato un “basta coi telefonini!”).

Le notizie dimezzate

L’Unione Europea (Ue) non ha mantenuto le proprie promesse in termini di fondi per i rifugiati siriani in Turchia. Lo ha twittato il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusolgu, in risposta all’omologo tedesco Heiko Maas. Questi aveva in precedenza scritto sul proprio account Twitter di vedere “il carico che sta sopportando la Turchia, ma deve continuare a rispettare gli impegni presi con l’accordo con l’Ue. L’Unione dà il proprio contributo all’assistenza dignitosa dei rifugiati. Non possiamo permettere che diventino una palla da gioco geopolitico”. Cavusoglu ha quindi replicato che l’Ue “non ha neppure pagato metà dei sei miliardi di euro promessi ad Ankara per i siriani. Non ha adempiuto all’ammissione umanitaria volontaria e non ha appoggiato il piano turco di una zona aerea sicura” in Siria. Il capo della diplomazia turca ha aggiunto che il suo paese non può utilizzare la forza per fermare migranti irregolari desiderosi di andarsene. “L’Ue ha chiuso gli occhi per anni. Non è il caso di prendersi le proprie responsabilità?”, si è chiesto il ministro turco. © Agenzia Nova
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Neo-nazisti, magistrati e tv

Il vero scandalo non sono i neo-nazisti. La storia è piena di criminali dementi. Il vero scandalo è che non siano in galera. Magistrati che inquisiscono a macchinetta, quanti neonazi hanno messo sotto processo?
Il vero scandalo non sono i neo-nazisti. La storia è piena di criminali dementi. Il vero scandalo è lo spazio che danno loro tutti i mass media.

In oltre 20 anni di navigazione web non ho mai trovato per caso un sito di terroristi, di neonazisti, di negazionisti, di terrapiattisti (o di pedofili) : ho saputo della loro esistenza dai mass media che, ostaggiandoli, li promuovono. Non sappiamo quanti foreign fighters dell’ISIS abbiano saputo come fare dai siti segnalati dai nostri media.
Esistono anche la Chiesa dell’Eutanasia (Salva il pianeta, ucciditi), il Movimento raeliano (Figli degli extraterrestri), il Jedismo (Che la forza sia con te) e il Pastafarianesimo (mondo creato dal Prodigioso Spaghetto Volante), la Chiesa di Google, il Culto dell’Invisibile Unicorno Rosa, la Iglesia Maradoniana, la Chiesa di John Coltrane, il Movimento per l’Estinzione Umana Volontaria, il Culto di Kek, le “sacerdotesse di Putin”. Invece di dare notizie importanti giornali e tv ci aggiorneranno su tutti i peti che faranno queste realtà emergenti.

Stupidità dello show business

Stadi senza spettatori e trasmissioni televisive senza pubblico.
Sappiamo tutti che i calciatori, i tecnici, gli arbitri, i sanitari dello sport e le veline, i variopinti, i musicanti e i tecnici tv sono immuni da qualsiasi contagio.

Idiozia mediatica

Possibile che i comunicatori televisivi non abbiano mai letto un libro di psicologia? E’ un continuo ripetere “non abbiate paura”, “niente allarmismi”, “nessun panico” come se non fosse noto che questi avvisi servono solo ad aumentare la paura.
La paura è uno stato emotivo di repulsione e di apprensione in prossimità di un vero o presunto pericolo. La paura è un’emozione primaria e secondo John Watson (1878- 1958) il neonato evidenzia tre emozioni fondamentali che vengono definite “innate”: paura, amore, ira. Ha mai funzionato dire a qualcuno di non amare o amare? Non sappiamo che dire a qualcuno di non arrabbiarsi aumenta la sua ira?

Giordano promuove le idiozie

Fa rumore un albero che cade nel cuore dell’Amazzonia, lontano da ogni essere umano? E’ ormai acclarato che se una cosa non va in televisione non esiste. Ci pensa Giordano a fare esistere le idiozie.
Fuori dal coro del 18-2 ha fatto una grande promozione delle idee più idiote del secolo: mancavano solo i terrapiattisti, gli ufologi e i negazionisti. A parte il vizio diffuso di invitare 20 ospiti e non farli praticamente parlare (come fanno tutte le trasmissioni simili), Giordano ha dato voce agli oppositori della tosatura delle pecore; all’idea di tassare la carne per difendere il pianeta; agli inventori del nuovo dizionario animalista, che vorrebbero proibire frasi come “In bocca al lupo”.
Ognuno ha il diritto di pensare liberamente e di propalare le proprie idee, per quanto discutibili o malsane, ma non c’è bisogno che la tv le promuova facendo finta di criticarle.

Del Debbio e l’elogio dell’influencer

“Diritto e rovescio” di giovedi 6 febbraio ha fatto un gran servizio agli influencers, che sono apparsi come giganti del pensiero di fronte a nani del benpensantismo.

La trasmissione è iniziata con lo scandalo di una fanciulla che guadagna 700 euro in due ore postando sui social una sua foto. Secondo il pensiero becero è meglio che una ragazza guadagni 700 euro al mese lavando i pavimenti o raccogliendo i pomodori nelle praterie pugliesi.

Lo scandalo sui guadagni di certi influencers è poi montato come se questi fossero impiegati dello Stato strapagati. Secondo i filosofi di Del Debbio, i soldi che derivano dalla pubblicità degli influencers dovrebbero essere lasciati alle multinazionali che producono le merci o ai multimiliardari padroni del Social.

Il massimo è stato raggiunto quando è arrivata la domanda cruciale:”Che messaggio danno gli influencers?”. Come se la pubblicità televisiva fosse il luogo dell’educazione valoriale; come se “altissima, purissima, levissima” fosse un messaggio di etica cristiana; come se le marchette librarie che pullulano in tv fossero tutte opere di Dante o Rousseau; come se la bellissima o il bellissimo seminudi che ti invitano a comprare un profumo, fossero filosofi greci; come se “Uomini e donne” o “Non è la D’Urso” fossero programmi della scuola di Francoforte.

TG nel marasma

Dove è finita la regola di “controllare le notizie?”. Ormai tutti i TG vanno a veline.
-Tre giorni prima sentiamo che l’occupazione è aumentata. Tre giorni dopo l’occupazione è diminuita di 75.000 unità.
-Milano blocca le auto per l’inquinamento! Gli esperti appaiono per dire che il provvedimento è inutile.
-Il CoronaVirus è poco letale e di difficile trasmissione. Oggi fermiamo città e trasporti. Ieri è arrivato in Italia un aereo dalla Cina. Oggi blocchiamo una nave con 6.000 passeggeri . Le mascherine vengono da WoHan (ieri) No, da Bergamo (oggi).

Giornalismo agghiacciante

Giletti ieri sera ha toccato il fondo del giornalismo: è la versione finto-politica della D’Urso. La serata agghiacciante doveva riguardare il matrimonio pacchiano di due variopinti in odore di mafia, invece si è trasformata nell’apoteosi promozionale dei due coniugi. I quali sono sembrati come Gulliver nella terra dei nani, e appariranno di sicuro in tutte le fogne televisive.

Dopo avere starnazzato per metà trasmissione sul “garantismo” come atto di fede (“tutti sono innocenti fino alla condanna”), Giletti ha dedicato la seconda metà a trattare da camorrista un cantante neo-melodico che si esibisce in quartieri o case malfamate e una bella signora che ha come colpa quella di essere stata moglie di un presunto camorrista e sorella di due camorristi condannati. Le prove delle colpe dei due protagonisti sono state raccolte intervistando passanti, testimoni oscurati, o peggio, un carabiniere in divisa che ha definito la signora (che dovrebbe denunciarlo per diffamazione), come “camorrista”.
Come mai la moglie di Riina (sorella di Bagarella) o i figli di Provenzano non hanno fatto un giorno di prigione? Perchè non sono stati giudicati dal tribunale Giletti, coi suoi patibolari giudici a latere. Secondo Giletti le voci di quartiere sono più attendibili della magistratura: se il portinaio e la commessa (o un pennivendolo) dicono che sei camorrista, non serve un processo. Devi discolparti, e non puoi invitare un cantante a casa tua, senza sputtanarlo.
Forse Giletti e i figuri che usa come opinionisti dovrebbero sapere che se uno non è in carcere o ne è uscito dopo aver espiato una pena, non può essere definito delinquente, mafioso, camorrista. E i cittadini non sono obbligati a sapere se uno con cui pranzano è indagato dalla magistratura o ha il nome scritto in un rapporto di polizia.

Detroit

Domenica sera RAI3 ha meritoriamente mandato in onda un capolavoro.

Detroit è un film del 2017 diretto da Kathryn Bigelow e scritto da Mark Boal. La pellicola narra gli scontri di Detroit del 1967 avvenuti dal 23 al 27 luglio, scatenati dall’intervento della polizia in un bar privo di licenza; alla fine il risultato fu di 43 morti, 1.189 feriti, oltre 7.200 arresti e più di 2.000 edifici distrutti.

Il film insegna due cose. La prima è che ogni rivolta si traduce in violenza con vittime fra i rivoltosi, le forze dell’Ordine e i cittadini. La seconda è che se le torture sono commesse dagli Usa, dalla Francia o dall’Italia si tratta di errori, se sono commesse a Hong Kong o Iran sono crudeltà di regime.