Strumenti di riflessione sulle NUOVE COMUNITA'
In merito alla questione ammissioni in una comunità (Adamus) Le nevrosi della comunità web di Gippo Contardi
C'è una "intelligenza collettiva"nel futuro dell'evoluzione umana (Pierre Lévy)

In merito alla questione ammissioni in una comunità (Adamus)

Quando nasce un bambino nessuno si sognerebbe di dire che non hanno alcuna importanza i geni, il reddito e la cultura dei genitori, il loro amore, la cultura delle due famiglie, il territorio dove risiede la famiglia. Eppure il concepimento è qualcosa di molto naturale. La nascita di una comunità, al contrario, è qualcosa di molto culturale. Specie sul web, dove non si può semplicemente prendere atto di chi vive in un posto ed assegnargli il diritto di essere membro della comunità. Una comunità è un progetto, una costruzione intenzionale, e non si vede perché non se ne debbano tenere in conto tutte le variabili, controllandole al meglio. Invece, è frequente constatare che quando si pone una questione di selezione ad operatori sociali, insorge una specie di scandalo condizionato. Perche' ?
Possiamo condividere l'idea che ciò che definisce un soggetto qualsiasi (individuo, gruppo o comunità) sia la distinzione con l'esterno, il diverso da sé, l'estraneo. Il che non significa demonizzare questi elementi, ma solo saper distinguere fra sé e il "resto del mondo", i vicini dai lontani. Quando fra operatori sociali si parla di creare un gruppo o una comunità è abituale sentire frasi come "entrino tutti", "non possiamo fare selezione", "lasciamo le porte aperte". La prima ipotesi è che questo apparente ecumenismo generoso sia la reazione alla paura della relazione coinvolgente, e dunque della responsabilità. La porta aperta è perché tutti possano entrare, ma anche perché ognuno possa uscire quando vuole, senza impegni.
Un'altra ipotesi è legata al mercato. Il mercato opera solo una distinzione: quella economica. Chiunque possa pagare le merci può entrare, e tutti si scandalizzano se qualcuno cerca di entrare ad un concerto senza pagare, o scambia CD con Napster, o si imbuca in una festa senza portare un regalo. Nelle comunità virtuali delle multinazionali l'entrata è apparentemente gratuita (solo apparentemente, ma questo è un altro problema) perché chi entra è considerato un consumatore, uno che in qualche modo pagherà il suo ingresso, o lo paga da subito consentendo al webmaster di vendere lo spazio pubblicitario.
La terza ipotesi riguarda la sovranità. Se in una comunità tutti pensano di non contare nulla, nessuno si oppone all'entrata di chiunque. Se invece pensano di avere una sovranità e di volerla esercitare (e qui emerge di nuovo la responsabilità), allora saranno più prudenti nel condividerla con qualcuno che non sia affidabile. E in questo tipo di comunità depotenziata, le élites sono sempre le più liberali, perché sanno che il loro potere sarà più stabile quanto più è ampia la massa amorfa e irresponsabile.