Il Memorandum n° 68 rappresenta il pensiero dell'ala estrema
dei "falchi", e bisogna tener presente che questi programmi politici
non erano semplicemente teorie - molti di essi furono di fatto messi in
pratica. Ora passiamo all'altro estremo, quello delle "colombe".
Il loro leader era senza dubbio George Kennan, a capo dell'ufficio programmazione
del Dipartimento di Stato fino al 1950, quando venne sostituito da Nitze
- l'ufficio di Kennan, tra parentesi, aveva la responsabilità della
rete di Gehlen.
Kennan è stato uno dei politici più intelligenti e lucidi
degli Stati Uniti, ed ha avuto un ruolo centrale nel processo che diede
forma al mondo del dopoguerra. I suoi scritti sono un'illustrazione estremamente
interessante della posizione delle "colombe". Uno dei documenti
che bisogna conoscere se si vuol capire il nostro paese [3]
è lo Studio n° 23 di Pianificazione Politica (Policy Planning
Study), scritto da Kennan per l'ufficio pianificazione del Dipartimento
di Stato nel 1948. Eccone un estratto:
"Noi possediamo circa il 50% delle ricchezze del globo, ma solo il 6,3% della sua popolazione... In questa situazione, non possiamo che essere oggetto di invidie e risentimenti. Il nostro vero compito nell'immediato futuro consiste nell'individuare uno schema di rapporti che ci consentano di mantenere tale posizione di disparità... Per poterlo fare, dovremo rinunciare a tutti sentimentalismi ed i sogni ad occhi aperti; la nostra attenzione dovrà concentrarsi, sempre ed in ogni caso, sul nostro immediato obiettivo nazionale... Dovremo smetterla di parlare di obiettivi vaghi... e irreali come i diritti umani, l'innalzamento del livello di vita e la democratizzazione. Non è lontano il giorno in cui dovremo agire in termini di potere diretto. Meno saremo intralciati dagli slogan idealistici, meglio sarà".
Lo Studio n° 23, naturalmente, era un documento "top secret". Per tranquillizzare l'opinione pubblica, era invece necessario sbandierare gli "slogan idealistici" (come viene fatto costantemente ancora oggi).
Sulla stessa linea di pensiero, in una circolare del 1950,
rivolta gli ambasciatori nei paesi dell'America Latina, Kennan osserva che
una delle principali preoccupazioni della politica estera degli Usa deve
essere "la protezione delle nostre [cioè dell'America Latina]
materie prime".[4] Bisogna quindi combattere una
pericolosa eresia che, secondo quando riferito dallo spionaggio americano,
si va diffondendo in America Latina: "L'idea che il governo abbia la
responsabilità diretta del benessere di tutta la popolazione".
I politici americani chiamano tale idea "comunismo", quali che
siano le reali posizioni politiche della gente che le propugna. Può
trattarsi di gruppi di solidarietà a base cattolica o di qualsiasi
altra cosa: se sostengono questa eresia, allora sono "comunisti".
Quest'ultimo punto viene messo in chiaro anche nei documenti pubblici. Per
esempio, nel 1955 un gruppo di studio ad alto livello dichiarò che
la minaccia essenziale dei poteri comunisti (in pratica, il vero significato
del termine "comunismo") consiste nel loro rifiuto di svolgere
il loro ruolo di servizio - cioè di "fare da complemento alle
economie industriali dell'Occidente".
Kennan prosegue spiegando i metodi da usare contro i nemici che cadono vittime
di questa eresia:
"La risposta finale potrebbe essere sgradevole, ma... non dobbiamo esitare di fronte alla repressione poliziesca messa in atto dai governi locali. Non si tratta di una vergogna perché i comunisti sono essenzialmente dei traditori... Meglio avere in carica un regime forte che un governo liberal, se questo è indulgente e lassista e pieno di infiltrati comunisti".
Questo tipo di politica non è iniziata con i liberal
del dopoguerra come Kennan. Come già trent'anni prima sottolineava
il segretario di Stato di Woodrow Wilson, il significato operativo della
Dottrina Monroe era che "gli Stati Uniti fanno i loro interessi. L'integrità
delle altre nazioni americane è un aspetto secondario, non lo scopo".
Wilson, il grande apostolo dell'autodeterminazione dei popoli, concordava
che questo argomento era "incontestabile", benché fosse
"impolitico" ammetterlo pubblicamente.
Wilson mise in atto questa idea, tra l'altro, invadendo Haiti e la Repubblica
Dominicana, dove i suoi soldati uccisero e distrussero, demolirono il sistema
politico locale, lasciarono pieni poteri alle grandi società americane
e prepararono il terreno a dittature brutali e corrotte.
3. William Yandell Elliot (a cura di), The Political Economy
of American Foreign Policy, Holt, Rinehart & Winston, 1955. Per altri
spunti di dibattito, vedi Chomsky, At War with Asia, Pantheon, 1970, introduzione.
4. Vedi Walter LaFeber, Inevitable Revolutions: The United States in Central
America, Norton, 1983.
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